Mattia

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Mi corre tra le braccia, ma intravedo ugualmente gli occhi souoi, gonfi, strazianti.
Singhiozza sulla mia maglietta, piccola tra le mie braccia, tutto ciò irreale, possono due persone stare così? Eppure me lo ero ripetuto tante di quelle volte che ci ho intitolato anche il CD "Mattia, mai più"
Forse però, è perché ora è diverso, questo è diverso.
L'amore straziante che ho marchiato sulla pelle era diventato a senso unico, era dipendenza, era doloroso.
Eppure anche questo è doloroso, crea dipendenza ed è straziante, ma la differenza abissale è che nessuno dei due vuole lasciarsi. Nessuno dei due vuole far finire tutto ciò. Questo non è un volere di uno di noi, è la semplice realtà che ci spinge come due poli uguali e opposti.
La differenza è che ero piccolo, che mi è servito a crescere.
Questo è diverso, non siamo due metà che combaciano, siamo due persone piene che si vogliono, non è un capriccio.

Non è più un gioco e forse non lo è mai stato, ma ora ne ho bisogno più che mai, sento che la sua pelle appartiene alla mia, le mie mani, non possono che temere le sue, e le sue dentro le mie.
Sento che altri occhi non possono guardare i miei ed essere ricambiati come io la sto guardando ora.
Sento che la sua bocca non può baciare un'altra come mangia la mia.
Sento che tutto ciò, non può semplicemente sciogliersi, ci deve essere un finale. Un finale per noi, un finale che non sia quello di essere destinati a vivere separati, a vivere con un'altra persona, a ricambiare modi di fare, modi di dire, ad essere abituati a baciarsi in un modo, a fare l'amore come lo facciamo noi, come sappiamo riconoscersi.
Sento che non può andare tutto a puttane, sento che non può finire.
Sento la profondità di questo istante, la proteggo, lo sento, ne sono in grado, possiamo farcela.
Mi rimbombano i suoi singhiozzi tra le costole, dove lei poggia la testa e non riesce a calmarsi. Una bambina. E chi l'avrebbe detto, forte come mi sembrava.
Le braccia dentro il mio giubbotto, Firenze sembra così grande, e noi così piccoli tra le luci di una via che non conosco.
<<Non stiamo qui fuori>> la bacio sulla testa
Non vuole alzare gli occhi su di me, e fino a che non siamo in camera non chiedo niente, non dico niente, e lei uguale. Ma sembra calmarsi.
Mi viene da sorridere, è così indifesa, e appena chiudo la porta la riprendo tra le braccia, e le sue mani sotto il cappotto si infilano tra questo e le spalle, e stringono, come se si aggrappasse a me. La lascio fare, ne ho bisogno anche io, e la stringo a mia volta. La sua testa è all'altezza del mio cuore, anche in astratto. La di bacio sulla testa, senza dirci una parola.
La spoglio dalla felpa massiccia che ha, mentre lei senza forze mi lascia fare. Ogni tanto vedo che mi guarda col broncio e ho paura che ricominci a piangere, mi si frammenta il cuore. Ma quando vedo che non vuole farsi vedere il viso mi fa incazzare.
Con una mano sotto il mento le faccio alzare la testa, ma lei con uno scatto veloce rigira la testa.
<<Per favore..>>
Ha quel poco trucco che ha sbavato, ma Dio quanto è bella, non la cambierei per niente al mondo.
I suoi occhi si piantano sui miei, e il vuoto si inoltra nel mio stomaco. Si mette a sedere, senza dire una parola, mai vista così.
Siamo entrambe consapevoli che ora è davvero l'ultima volta.
Frugo nella sua borsa, senza che lei mi fermi, e trovo una tuta comoda.
La alzo in piedi e le sgancio il bottone dei jeans, tiro giù la cerniera, mentre col suo sguardo assente guarda fuori dalla finestra.
Scorro le dita sulla sua pelle, tirando giù i suoi pantaloni stretti <<Faccio da sola>> fa lei con un filo di voce fermandomi le mani.
<<Piace farlo a me>> sfiorò il suo viso con una mano <<Lasciami fare>>
Lei tira indietro le labbra e se le morde, e sospira, i suoi occhi si stanno per riempire di nuovo di lacrime. Sfilo i suoi pantaloni veloce e la aiuto ad infilarsi la tuta.
La prendo per la mano e la porto in bagno, le lego i capelli, e non ho paura di farle male, lei chiude gli occhi e mi lascia fare, e quando le bacio il collo piano le si accascia su di me, appoggiandosi con la testa sulla mia spalla.
Si lava il viso, togliendosi quella merda dal viso che non le rende giustizia, è più bella senza quel cazzo di trucco. Senza trucco è mia, è mia come posso vederla solo io.
Da dietro la bacio sulla guancia <<Faccio portare qualcosa da mangiare>> mentre continuo a baciarle il viso.
Mi guarda nello specchio mentre le bacio la tempia, e la circondo col braccio fino a toccarle l'altra spalla.
La lascio lì, imprecando perché anche per un minuto, che non mi ridarà nessuno sto lontana da lei. E lo sento, non sento il suo respiro.
Chiamo la hall e faccio portare qualcosa, dopo poco bussano alla porta.

Ha mangiato il giusto, io mi sono divorato il resto.
Mi appoggio al muro alla testata del letto e la prendo per i fianchi tirandola a me.
Accendo la tv, con le mie braccia sotto il suo seno e la sua testa appoggiata alla mia spalla.
È tutto così naturale, e così buio che sembra già notte.
<<Rialassati>> la bacio di nuovo sulla guancia.
A cosa servirà tutto questo dolore?
Si accoccola a me, mettendo le sue mani sulle mie braccia. Ad ogni mio bacio sulla tempia chiude gli occhi, vederla così mi strazia.
La televisione parla a dritto, dopo quel che penso sia passata un'ora senza che io non me ne accorga sento il suo respiro più regolare, si è addormentata.

La metto sotto le coperte, non riesco a dormire, neanche a guardarla, soprattutto se la guardo. I suoi capelli profumano di pulito, la sua pelle è morbidissima.
Mi strofino il viso, e decido di andare a farmi una doccia.
Mi rinfrescherà le idee.
L'acqua mi scorre sulla schiena incessante, sul viso, mi punge le spalle.

Mi guardo allo specchio, e vedo un altro Mattia. Ho gli occhi scuri, troppo per essere quello che si divertiva con niente, prima di conoscere lei. Prima di picchiarci la testa forte, prima di non riuscire a togliermela dalla testa.
Ne vale la pena?
Mi asciugo la testa con il cappuccio dell'accappatoio, quando la porta si apre.
Ha un'altra espressione, dolcissima, più serena, anche se con gli occhi non può mentire. In silenzio si avvicina, mente senza parole mi accorgo di essermi fermato immobile con l'asciugamano a mezz'aria.
<<Possiamo dimenticarci tutto stanotte no?>> mi sgancia l'accappatoio senza riuscire a ribattere, deglutisco. Che cambiamento.
Proprio mentre sto per parlare si alza in punta di piedi e mi bacia. Lo sento dalle mani con cui stringe la mia pelle che sta cercando di dimenticarsi che tutto finirà. Risale sul mio collo con le mani, mentre con un nodo in gola cerco di ribaciarla.
Ma perché deve finire?
Mi è mancata così tanto.
Le tolgo veloce la maglia e ancora con l'accappatoio la prendo in collo uscendo dal bagno.
L'aria più fresca della stanza mi punge la pelle, ancora tiepida dalla doccia.
Le sue gambe sui miei fianchi mi fanno dimenticare i brividi di freddo, e me ne creano di nuovi.
Con le mani mi tira i capelli indietro e la bacio forte.
Stringe le gambe, e l'appoggio sul letto, mentre passo le mie mani sopra il suo reggiseno.
Non mi basta mai, mi completa sempre.
Con una mano dietro al collo la bacio ancora più forte, mentre lei mugola qualcosa di incomprensibile.
Nel buio vedo il riflesso della luce che entra dalla finestra sui suoi capelli, e anche i suoi occhi sono diversi.
Mi toglie l'accappatoio, si toglie i pantaloni veloce, e in un secondo che mi sembra di non aver vissuto sono appoggiato al muro della testata del letto, con lei a cavalcioni sopra di me, che con le mani ai lati delle mie guance mi bacia forte.
Ne vale la pena.

Al sorgere del giorno, nel giro di un istante. [[Mattia e Emma]]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora