Roma capoccia M.

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Sembra piccola piccola fra le mie braccia, non mi aspetto niente di niente dopo il discorso che le ho fatto, anche se "discorso" non è definibile. Quello è più che altro cuore, a cui neanche io sono abituato. Proprio per niente, ma quelle parole sono uscite da sole, e ormai non posso più tornare indietro.
I cappotti sarebbero da eliminare dalla faccia della terra. Mi separano dalla sua pelle.
Il suo braccio piccolo a malapena arriva al mio fianco, e anche io l'abbraccio poggiandole il mio sulle spalle.
Da quanto non venivo qui di notte? Forse troppo, o forse è così perché c'è lei al mio fianco, lei che forse non avrò mai al mio fianco per davvero.
Chissà quando finirà, i problemi e lo stress che ci causerà tutto ciò ci faranno ammattire, litigare. Il pensiero che fra qualche anno, in giro per una strada di Roma, lei con suo marito, ed io con mia moglie mi strazia, ore e ore a dimenticarci, che poi, come se potessimo davvero.
Sarà solo un ricordo, nostro e anche della gente, ma forse noi con qualche dettaglio in più. Molti di più.
E allora il nodo in gola si stringe, e d'istinto stringo anche lei sotto il mio braccio, posandole le labbra sulla tempia, un bacio amaro, un futuro che non voglio.
Poi mi guarda e spazza via tutto.

Non so come ci siamo potuti ritrovare così, a rincorrersi nel buio di questa città.
C'è un lampione che ticchetta, e si spegne e si riaccende. Come noi, che anche rincorrendoci non stiamo mai fermi nello stesso momento, mai.
Non mi fermo ad aspettarla, non è da me, non è da noi.
..E ti vedo ancora, ancora lì ad urlare
che non c'è niente, niente, grande, grande, grande
come questo amore..

Ormai ci conosciamo troppo, i pregi i difetti, sarebbe impossibile lasciarsi andare senza stare male.
Sarebbe impossibile dimenticarci, se continueremmo a cercarci.

-Tu per me sei sempre l'unica
straordinaria, normalissima
vicina e irraggiungibile, inafferrabile, incomprensibile
e' una tortura da vivere
ma stasera non lasciarmi..
Le sussurro nell'orecchio, mentre lei nel panico arrossisce, e mette il suo viso sul mio petto.
Giuro che fa così solo con me. Non per vantarmi, ma perché è un fatto indiscutibile.
-Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi e poi ritornano
La sento dire sul mio petto, mentre la stringo di più.
<<Dio quanto siamo sdolcinati>>
<<Si la dobbiamo smettere>> mi bacia una spalla mentre ride.

Sono passato due giorni, pieni, instancabili, realistici, normalissimi, irripetibili.
Se penso che domani finirà tutto, tornerà Sara e ci sarà da metter in chiaro le cose mi sbatto le palle nel comodino.
E se per me ed Emma fosse davvero l'ultima volta? Se mentre siamo divisi ci accorgiamo che non è la nostra vita e dobbiamo restarcene staccati? Insomma se dovessimo non farcela, per molte cause, e decidessimo di smetterla, per sempre, per davvero?
Questo tavolo sta diventando stretto, e la foga con cui i miei pensieri si annidiamo mi fa un po' paura, paura di trasmetterla anche a lei, di rovinare tutto, di sbagliare scelta, di non giocarmi le carte giuste. Ma con Emma non si gioca a carte, ci si gioca il cuore.

<<Tocca a te>> mi sfida Francesca
<<Sto aspettando>> faccio sfidandola anche io
<<Desiderio>>
<<Essere innamorato per tutta la vita>> dico serio
Francesca rimane a bocca aperta ma la ignoro, ho paura di voltarmi verso Emma, e faccio subito la domanda dopo.
<<Tina>> socchiudo gli occhi puntandoglieli contro <<Nome>>
<<Claudia>>
Emma batte la mano sul tavolo iniziando ad urlare e Francesca si alza e la segue facendo il trenino <<pepepepepeppe pe pepeepepepee pe peeeee uhhhh>>
Tina si mette le mani davanti al viso, forse l'alcol l'ha fatta parlare troppo, o forse perché davvero loro prendono questo gioco sul serio, e non se la sentono di dire una bugia.
<<Poco baccano>> fa Antonino ridendo, e io di seguito a lui. Non è poi così male, c'è un rapporto di reciproca stima.
Tina punta gli occhi su di me me la paghi mi mima con la bocca.
Faccio spallucce alzando le braccia quasi ridendo.
Mi odiano tutte e due sia Tina che Francesca, Francesca molto di più, ma me ne faccio una ragione, insomma non devo piacere a lei, o a loro.
<<Una cosa che non sopporti>>
<<Essere sottovalutato>> rispondo senza emozioni, ma poi sento la mano di Emma sotto il tavolo, sulla mia coscia e mi tranquillizzo.
La guardo e mi sorride, la quotidianità che si è instaurata in questi giorni mi fa sentire libero, senza vincoli, eppure mi sono sempre sentito alle strette quando la cosa iniziava a farsi seria.

Al sorgere del giorno, nel giro di un istante. [[Mattia e Emma]]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora