Capitolo 2 || Sembri Un Dio Greco

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Voglio ricordare che questa storia non è scritta da me, ma da crazycliche io la traduco e basta. Se volete leggerla originale andate sul suo profilo.

"E questa è la tua camera!" urla Marisa entusiasta, aprendo la porta e rivelando una stanza da letto piccola e accogliente.

I muri sono di un color crema soffice e c'è una grande finestra che lascia che i raggi solari del pomeriggio entrino dalla finestra illuminando tutta la stanza. Al centro un letto queen-size con un piumone color crema e decorato con centinaia di cuscini colorati, appunto, decorativi, e per entrambi i lati del letto, due comodini di legno su cui appoggiavano delle lampade vintage.

"È molto carina, Marisa," sorrido, trascinando la mia valigia vicino al letto mentre i miei occhi danzano per la stanza. Marisa porta l'altra valigia vicino all'altra che tengo in piedi sulle proprie ruote.

"C'è anche un bagno privato," mi informa, aprendo la porta di legno e accendendo la luce. "Hai bisogno di qualcosa?" Ritorna da me, "Qualche cosa per il bagno, cibo...?" alza le sopracciglia chiedendo.

"No, sto bene, grazie," sorrido.

Soddisfatta, esce dalla stanza, concedendomi del tempo per sistemarmi. Salto sul letto e affondo nel materasso; respirando l'odore fresco di cocco delle lenzuola appena lavate.

Stare in questa casa sarà un gioco da ragazzi. Beh, con una monumentale eccezione, che è - Blake. Comunque sia, potrebbe anche non essere un grosso problema se riesco, in qualche modo, a farlo aprire con me. Sarà un duro lavoro, immagino.

Per i seguenti dieci minuti, disfo le valigie; sistemo i miei vestiti nei cassetti di legno del comó. Poi metto la mia trousse e le mie cose da bagno nel bagno privato, il computer su un comodino, un orologio e un album di foto sul comó, e una stanca me sul letto.

Una volta che il mio battito cardiaco è rallentato ad una normale velocità e non mi sento di morire da un momento all'altro, mi siedo e prendo il mio computer. Non ho fatto molto lavoro durante la settimana, il che significa che ho un mucchio di compiti da completare - specialmente dal momento in cui mancano quattro settimane alla fine della scuola e i nostri insegnanti hanno deciso cosí generosamente di assegnarci i compiti da consegnare tutti nella stessa settimana.

Sento delle voci soffocate e mi congelo quando cerco di capire che cosa dicono. Potevo vedere due ombre sotto alla porta.

"Ma che diavolo ci fa lei nella sua camera?" Riconosco la voce di Blake, e suonava molto, molto arrabbiato, "Non ha il permesso di stare lí. Nessuno lo ha, lo sai."

'Non cominciare," lo zittisce Marisa, "Andiamo. Lo so, Blake, ma-"

"No. Non provare a trovare delle scuse. Lei semplicemente irrompe qui come se il posto fosse maledettamente suo e prende la sua dannata camera!" La voce di Blake si alza di un ottavo e poi lo sento esalare un respiro tremante.

"Abbassa la voce," lo zittisce Marisa.

"Incredibile," deride lui, "Fottutamente incredibile. Non ti interessa, vero? Lei è solo un rimpiazzo. Hai sempre voluto una femmina, huh mamma?"

"Smettila."

Entrambi cadono nel silenzio e dopo pochi lunghi momenti sento un sospiro, e poi passi che camminano via; un'ombra sotto la porta sparisce mentre l'altra sta al suo posto per pochi momenti piú lunghi prima di andare via anche lei.

Living With The Bad Boy ~ Italian translation. Original story by @crazyclicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora