Capitolo 20 (Parte 2)|| Fattene Una Ragione, Nonna

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"T-tu hai detto una parolaccia," Blake esclama nel bel mezzo della sua risata.

Rido di nuovo, ricordandomi quando ho urlato 'cazzo' prima che la terza onda arrivasse. "Non dovremmo parlarne ancora," ridacchio.

"Bronte!" Elle urla. Mi giro e rido quando trovo Elle in piedi su una tavola da surf, le sue braccia muoversi nell'aria furiosamente.

"Woo!" urlo nella sua direzione, alzando i pollici. La guardo con un grosso sorriso mentre cavalca le onde fino alla spiaggia. Mi giro verso Blake di nuovo, sorridendo ampiamente, "Ce l'ha fatta!"

Quando lo guardo, un sorriso leggero è sul suo viso e mi sta guardando. Sbatte gli occhi e sposta lo sguardo, un cipiglio si forma sulla sua faccia. Se ne va e prende la sua tavola da surf, "Andiamo," borbotta, "Ritorniamo in spiaggia."

Sguazza via, lasciandomi a fissarlo confusa. Che diavolo è successo? Stava bene due secondi fa. Cos'è cambiato?

Sospirando, nuoto dietro di lui, facendo il mio meglio per tenergli testa, "Stai bene?" gli chiedo una volta raggiunto. Scrolla le spalle. Qualcosa non andava. "Ho detto qualcosa che non va?"

"No," risponde troncamente.

"Quindi cosa non va?" chiedo. Mi stava allontanando di nuovo, tranne che questa volta non glielo avrei lasciato fare.

"Cazzo. Niente!" dice, sguazzando via. Smetto di seguirlo dato che so che non serve a niente. Ovviamente ha bisogno del tempo da solo per pensare, quindi forse gli parleró quando torneremo a casa. Si ferma dal nuotare e mi guarda aspettando, "Beh? Andiamo! Cosa stai aspettando?"

"Oh," rispondo con un cipiglio confuso. Voleva comunque che andassi con lui?

Nuoto dietro di lui e quando raggiungiamo la spiaggia continua a camminare davanti a me fino al sentiero che porta alla spiaggia, non prima di aver preso il suo portafoglio da dove ci eravamo accampati. Mi avvolgo in un asciugamano e prendo il mio portafoglio anche io, supponendo che si sta dirigendo al chiosco della spiaggia vicino al parcheggio. Respiro frustrata e corro dietro di lui, "Puoi smetterla di essere cosí dannatamente lunatico?" gli chiedo quando finalmente lo raggiungo, "Ora, non so il motivo per cui tu ti sia arrabbiato improvvisamente, ma non hai bisogno di essere cosí rude."

"Non sono arrabbiato," dice arrabbiato. Alzo un sopracciglio.

"Certo che non lo sei," rispondo sarcastica, "E anche tu non fossi arrabbiato, sei comunque molto rude e brusco, quindi smettila."

"Non ti sto costringendo a sopportarmi. Non hai bisogno di venire con me."

"Bene," rispondo ribelle, fermando i miei passi e girandomi.

Cambierà idea tra tre... due...

"Aspetta," sospira. Sorrido. Uno. Mi giro con espressione assente e lo guardo. "Sono infastidito, e non avevo intenzione di essere brusco con te. Sono fatto cosí. Scusa," borbotta. Le sue scuse sembrano sempre cosí forzate e questo mi fa chiedere quante volte si sia scusato per qualcosa.

"Vuoi parlarne?" mi offro.

"No."

"Okay, va bene," rispondo, camminando davanti a lui mentre mi osserva confuso. Lo guardo con un sorriso giocoso, "Beh? Andiamo! Che cosa stai aspettando?" chiedo, ripetendo ció che mi aveva detto prima.

Living With The Bad Boy ~ Italian translation. Original story by @crazyclicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora