Capitolo 33 || Detective Bronte

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"Cosa vuoi Max?" sospiro esasperata mentre mi giro verso di lui. Mi ha perseguitata per gli ultimi cinque minuti - sempre calciando la mia sedia e ridendo con i suoi amici come se fosse un maledetto comico.

Idiota infantile.

Ignora la mia domanda e ritorna a calciarmi la sedia.

"Calcia di nuovo la mia seduta e ti faccio pentire del giorno in cui sei nato." Sto lavorando sulle mie minacce.

Max alza la testa divertito e si protende, improvvisamente intrigato dalla mia minaccia. "Davvero?"

".. Sí." Rispondi. Per essere completamente onesta, sono tutto fumo e niente arrosto. Ma Max non deve saperlo.

"Penso di no," risponde, prima di lasciarsi andare di nuovo sulla sedia, "Perchè sei debole."

Serro i pugni e lo guardo, "Stai prendendo in giro una ragazza perchè non voleva entrare nei tuoi pantaloni e di conseguenza ti ha imbarazzato di fronte ai tuoi amichetti," dico, muovendo la testa e facendo un sorriso di presa in giro. "Se qualcuno è debole qui, quello sei tu."

I suoi amici ridono e lo prendono in giro, ed io gli mando uno sguardo compiaciuto. Max si acciglia e si gira. "Chiudete il becco," dice loro.

Dopo pranzo con Louise e il gruppo, ero fin troppo triste ed esasperata per continuare con la scuola. Non c'era nulla che avessi voluto fare oltre a ranicchiarmi nel letto e piangere. Blake non parla ancora con me e sono fin troppo spaventata per parlargli perchè tira fuori il suo caratteraccio ogni volta che viene affrontato per qualcosa di cui non vuole parlare.

Quindi eccomi qui in classe, bloccata con Max che continua a tormentarmi mentre la professoressa di Matematica ci fa la predica. Stavo fissando l'orologio, aspettando con entusiasmo per la lancetta piccola che segnasse le dodici cosí che potessimo finalmente andarcene.

Non era quello che volevo, comunque. Volevo investigare di piú su Blake - e si spera scoprire perchè le cose sono strane tra lui e Reece recentemente. Ero stufa dei segreti e dei litigi senza senso. Di solito non mi importerebbe, ma ero chiaro che coinvolgeva me e ció che c'è stato con Blake.

Calcio calcio.

Frustrata, Elle vicino a me si gira per affrontare Max e lo guarda, "Ti taglio," dice pacificamente.

"Certo," risponde a presa in giro, insicuro della sua minaccia.

Metto la mano sulla spalla di Elle e la giro per farmi guardare, "Va tutto bene. Non perdere tempo con quell'idiota infantile," la assicuro, assicurandomi che la mia voce sia abbastanza alta cosí che Max potesse sentirmi, "Non ne vale la pena."

Calcio, "Chiudi quella cazzo di bocca," dice ad alta voce. L'intera classe si gira verso di lui e Ms. Patterson lo guarda meravigliata.

"Come ti permetti di parlarmi in quel modo!" esclama furiosa. Punta il dito alla porta, "Esci e vai dritto verso l'ufficio della Preside. Ti darà una bella strigliata."

"Merda. No, Miss," risponde, "Non stavo parlando con lei. Stavo parlando con-"

"Fuori," insiste lei, "Il tuo comportamento è stato disgustoso di recente. Prima, litighi e riempi di parolacce ad una innocente donna anziana mentre sei in pubblico, e ora questo?"

"Non sono stato io!" esclama ed io devo coprire la mia risata tossendo. Quindi la vecchia signorina ha fatto quello che ha detto. Devo dirlo a Blake appena finisce di ignorarmi.

Max si alza e prende la borsa dal pavimento, uscendo furioso dalla classe. Guardo Elle, che sta lottando per contenere le risate. Mi sentivo in colpa per la soddisfazione e la gioia che provavo in quella situazione. Comunque sia, Max era un completo idiota, quindi non mi sentivo troppo in colpa.

Living With The Bad Boy ~ Italian translation. Original story by @crazyclicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora