Capitolo 6 || Ora Di Iniziare a Organizzare Il Mio Funerale

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20 minuti dopo aver lasciato la Worthington High, arrivo a casa di Blake; bagnata fradicia e tremante per il freddo.

Tirando su con il naso a causa del mio naso gocciolante, vado in cucina, lasciando andare la cartella sul tavolo.

La rabbia che sentivo passionatamente per Blake era stata sostituita dalla confusione e dalla curiosità. Quali esperienze passate lo hanno reso cosí crudele e cosí amareggiato con il mondo? Le persone non diventano cattive senza motivo, o almeno non credo lo facciano.

I suoi scherzi non erano traumatizzanti e lo sapevo. Non ero turbata per gli scherzi, comunque. Potevo sopportarli. Ero turbata dal fatto che lui voleva farmeli e dal fatto che è sempre cosí crudele con me.

Voglio dire, non gli ho fatto nulla di male a parte quasi accecarlo.

Forse si stava allontanando da me e stava cercando di rendermi triste perchè non voleva che io provassi a conoscerlo e sapere chi lui fosse? - O forse sto solo cercando delle scuse.

Entrambe le opzioni sono possibili, ma la vera domanda è se sono disposta a sopportare le sue crudeltà per conoscerlo.

"Sai, è un minuto buono che stai avendo un monologo interno e stai cominciando a inquietarmi."
Una voce roca rompe il mio treno di pensieri e alzo lo sguardo per vedere Blake seduto sul divano con un sorrisetto presuntuoso sul viso.

Lo avrei rimproverato per il suo comportamento e per quello che mi aveva fatto se ora non lo stessi guardando sotto una luce diversa. Non lo vedó piú come il meschino, tenace Blake Parker che domina la Worthington High, ma lo vedo invece come il misterioso, complesso Blake Parker. Potrei aver torto su di lui, potrei aver ragione, ma la cosa sicura era che lo avrei scoperta.

Scuotendo via i pensieri dalla mia testa, mi ricompongo e sorrido, "Hey, Blake."

L'espressione vittoriosa di Blake cade e mi guarda con un'espressione infastidita e irritata. Un gemito infastidito scappa dalla sua bocca e si alza in piedi, precipitandosi fuori dalla stanza.

Io, essendo la ragazza curiosa che sono, lo seguo, "Blake, cosa c'è che non va?" Mi ignora e cammina verso la sua stanza. Lo seguo, "Cosa ti ho fatto? Perchè sei cosí-"

"Puoi chiudere quella dannata bocca!" La sua voce rimbomba per tutta la casa e mi congelo sul posto, guardandolo con gli occhi sgranati. Il suo petto si alza e si abbassa mentre mi guarda con puro odio, "Non hai percepito il suggerimento?" dice? "Io. Ti. Odio. Perchè non riesci ad infilarti in quella testa dura che non voglio avere niente a che fare con te?"

Quando non rispondo, ride amaramente e fa un passo verso di me. Lascio andare un respiro a disagio per la poca distanza tra di noi. "Voglio che tu te ne vada da questa casa. Non me ne frega un emerito cazzo di come lo farai, non voglio piú vederti qui."

La mia mascella cade e la mia bocca si socchiude al suo comando e alla rabbia nella sua voce. Sapevo mi odiasse, ma questo? Questo era molto di piú di quello che mi aspettavo.

Non potevo andarmene. Non avevo alcun posto dove dormire! Voglio dire, potrei stare da Elle, ma questo porterebbe a Marisa e Jay che vogliono scoprire perchè me ne sono andata, il che porterebbe a Blake che mi odia ancora di piú quando lo rimproverano, il che porterebbe alla rovina della mia vita.

"E se non lo farai..." mormora lui, la sua faccia ormai a pochi centrimetri dalla mia, "Beh sai come semplicemente potrei rendere un inferno vivente la tua vita, giusto?" commenta, alzando le sopracciglia aspettandosi una risposta. Annuisco vigorosamente in risposta. "Bene." Fa un sorrisetto. Blake poi mi da due piccoli buffetti sulla testa con superiorità e in modo condiscente e mi fa l'occhiolino, il suo comportamento cambia completamente mentre cammina via da me con leggeri salti nei suoi passi.

"Siamo a casa!" Sento qualcuno dire quando qualcuno apre la porta d'ingresso e Marisa entra. Nota il mio viso pallido e corruga le sopracciglia, "Tesoro, c'è qualcosa che non va?"

"No," rispondo, forzando un sorriso sulla mia faccia, "Va tutto alla grande!"

Penso sia ora di organizzare il mio funerale.

Marisa mi osserva esitante per un lungo momento prima che un sorriso si stiracchi sulla sua faccia, "Hey, ho comprato Thai per cena. Aiutami ad impiattare."

***

"Lui ha fatto questo?" sussulta Elle dall'altra parte del telefono.

"Sí," rispondo tristemente.

"Oh dolcezza..." sospira lei, "Vedi, questo è quello che succede quando cerchi di essere amica con il cattivo ragazzo della scuola. Non è un ragazzo gentile. Onestamente, non hai pensato che non sarebbe stato facile?"

"Sapevo che non sarebbe stato facile," rispondo, "Ma non pensavo che sarebbe stato impossibile," cambio orecchio, portandomi il telefono all'altro, "Sai, tutto quello che volevo fare era dargli un'amica" mi acciglio, "Pensavo che avrebbe voluto avere un'amica e qualcuno con cui parlare, sai? Poi non si sentirà cosí solo."

"Non hai bisogno di aiutare nessuno, Bronte," constata Elle in una voce tranquilla.

"Ma mi sento così in colp-"

"Non è stata colpa tua," mi interrompe Elle con voce ferma.

"Lo era, invece. Avrei potuto-"

"Non sei responsabile per nessuno. Non sei una sorta di Dio la quale ha bisogno di prendersi cura di tutti. Sei solo umana, Bront. Smettila di incolparti di una cosa della quale non avevi nessun controllo."

Ma lo avevo. Avrei potuto salvarla.

Divarico le labbra ed espiro un respiro tremolante. Non ero dell'umore di discutere questa questione, quindi le diedi ragione. "Sí, okay."

Sentendo la riluttanza con cui parlavo dell'argomento, Elle cambia discorso, "Hey, hai parlato con i tuoi?"

"Sí!" mi tiro su di morale, "Apparentemente sta andando tutto bene per loro, il che è fantastico. Mi chiamano ogni giorno."

"È grandioso," risponde entusiasta Elle, "Senti, devo andare ora, ma Bronte - hai bisogno di metterti in forze e tirare fuori le palle, okay? Per essere gentile non bisogna rinunciare alla propria dignità. Non lasciarti mettere i piedi in testa da lui. Ti dice di lasciare la casa? Digli di andare a fanculo!"

"Sí..." rispondo nostalgicamente. Sapevo che aveva ragione. Non potevo lasciarmi mettere i piedi in testa da Blake. A parte tutte le scuse, non aveva alcun diritto si trattarmi cosí. "Hai ragione", dico, "Um. Perchè devi andare? Va tutto bene?"

"Cena," dice lei.

"Okay."

"Non ti nasconderó nulla, Bronte, se sei preoccupata per questo. Non ti faró passare quel che hai passato di nuovo. Non sono come lei," mi assicura lei, e non riesco a fare a meno di sentirmi grata per avere un'amica così comprensiva.

"Grazie."

Living With The Bad Boy ~ Italian translation. Original story by @crazyclicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora