Capitolo 26 || Sophie

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Non lo nascondo, ho pianto mentre stavo scrivendo questo capitolo. Forse perchè Bronte è speciale per me e l'ho creata io, o forse perchè mi immedesimo in lei e nei suoi sentimenti (non mi è mai successo niente del genere). Voi potreste non piangere, forse sono solo io, quindi non aspettatevi di emozionarmi come me lol. Ascoltate 'Perfect' di Hedley mentre leggete.

Le cose che Bronte dice in questo capitolo vi mostra come i suoi valori e il modo in cui pensa si sono formati. Se vi troverete mai a rileggere questo libro e vedrete com'era all'inizio del romanzo rispetto a com'è ora, scoprirete come il suo passato la condizioni, sapete?

Non so ancora se sono felice di questo capitolo, ma credo che lo scopriró presto. So che voi ragazzi non vedevate l'ora di leggere di Sophie, che è una cosa molto carina ma allo stesso tempo molto spaventosa perchè ho pausa di deludervi.

Inoltre, leggete questo capitolo quando siete in un tempo e in uno spazio in cui potete davvero connettervi con il libro, perchè non mi fido delle mie abilità di scrittrice tanto da essere sicura di emozionarvi hahahaha.

Okay. È abbastanza.

(Scritto dall'autrice originale)

***

*Attenzione: Menzione di suicidio.*
Nessuno sa delle mie tribulazioni durante le scuole medie oltre ai miei genitori e ad Elle. Avevo pianificato di tenere le cose cosí come sono perchè volevo che tutto questo rimanesse nel passato, ma penso che sia arrivato il momento di rompere il mio silenzio. So che non è sano tenersi tutto dentro come faccio io, e so che dico alle persone di tirare tutto fuori mentre io non lo faccio, quindi devo smetterla di essere ipocrita e finalmente usare le mie parole come consiglio per me stessa.

"Come sai, prima di vivere a Worthington vivevo a Jefferson," dico. Jefferson era una piccola città, poco piú di un'ora lontano da Worthington. Era la città vicina a Worthington, e lí ci ho vissuto tutta la mia vita fino all'ultimo anno delle medie. Poi, mi sono trasferita a Worthington in tempo per il liceo. "Ho sempre detto alle persone che ci siamo trasferiti per lavoro, ma non è vero.

"So che sembro una persona insistente, ma una volta non ero cosí. Avevo un bel caratterino e tutto ció che pensavo, lo dicevo. Alcune volte mi manca, in un certo senso, la vecchia me. Cioè, sembra che ora mi faccia mettere i piedi in testa da tutti, ma nel passato, il modo in cui trattavo gli altri e il modo in cui trattavo me stessa mi faceva sentire sicura e felice.

"Avevo un piccolo gruppo ristretto di cinque amici, e la mia amica piú cara era Sophie. Andavamo dappertutto insieme e facevamo tutto insieme," il mio respiro si interrompe a tratti e chiudo la mia mano in un pugno, muovendomi sul mio sedile nervosamente, "Alcune volte cambiava umore molto velocemente, di cui me ne sono sempre fregata. Non mi ha mai invitata a casa sua e, di nuovo, me ne sono sempre fregata. Alcune volte indossava maglioni nelle giornate piú calde..." continuo e respiro per un momento per calmarmi. La mia voce era rotta per l'emozione e potevo sentire il mio cuore accelerare. "Me ne fregavo di tutte le cose strane che diceva o faceva! Sono una completa idiota. Una stupida, stupida idiota," ingoio il boccone amaro.

Potevo sentire gli occhi di Blake su di me ma io non volevo guardare lui. La vergogna e la colpevolezza tenevano il mio sguardo fisso sul parabrezza. "Sono passati tre anni e ancora non me ne sono fatta una ragione. Pensavo di passarci sopra quando mi sono trasferita. Anche i miei genitori lo pensavano, ma invece ho scoperto che non è vero," esalo una risata amara, "Ho scoperto che non puoi dimenticare le cose che hai fatto solamente trasferendoti."

Guardo la macchina che sterza verso il lato della strada e Blake spegne l'auto, lasciandoci in completo silenzio.

"Ci faró fare molto tardi," dico dopo un lungo momento.

Living With The Bad Boy ~ Italian translation. Original story by @crazyclicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora