03-angeli

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RAYGIN

Alla fine fummo tutti catturati a causa della mia impulsività. Ale e Christina rimasero senza conoscenza per una buona mezz'ora. Il primo a svegliarsi fu il mio compagno di unione.

-Dove mi trovo? Che è successo?- balbettò confuso. 

-Siamo al villaggio degli angeli che ci avevano attaccato prima. Siamo in una delle loro tende, hai dormito per una trentina di minuti- spiegai. 

-E lei come sta?- iniziò a riprendersi.

-Sta ancora dormendo in un'altra tenda- lo tranquillizzai.

Poi continuai: -Mi dispiace, a causa mia voi due siete stati colpiti con violenza, e alla fine siamo comunque finiti dove ci volevano portare gli angeli-. 

-Non preoccuparti Ray- mi rassicurò.

-Stiamo bene entrambi no?- terminò lui. 

-Si, ma...- non mi fece finire la frase e rispose -Niente ma, non è successo nulla. Se non fosse stato per te io e gli altri saremmo già stati uccisi dai demoni-. 

-Ti ringrazio- conclusi io.

Poco dopo, quando anche Christina fu sveglia, fummo tutti convocati in una tenda verde, enorme, al cui interno vi erano il capo villaggio, o almeno lo sembrava, e un altro più avanti con l'età. Seduti dallo stesso lato di un tavolo rettangolare in legno su cui vi era una mappa del mondo, così ci invitarono a sedere proprio di fronte a loro. Ci presentammo tutti.

-Salve sommo sacerdote- dicemmo io e Rianna all'anziano, seguiti poi dagli altri. Era ritenuto il più saggio tra tutti noi; nessuno sapeva il suo nome, ma aveva sempre partecipato ai consigli di guerra, nonostante sia a tutti gli effetti il pontefice. Aveva barba e capelli bianchi, estremamente lunghi, un fisico minuto e occhi neri. Indossava una tunica bianca che lo copriva da capo a piedi.  L'altro era molto alto, con capelli bianchi corti e a spazzola. Aveva un'armatura molto leggera, dello stesso colore, adornata con motivi in oro. E infine due occhi verdi particolarmente sospettosi. Io e i miei amici ci sedemmo e iniziai a raccontare ad Ale e Christina degli avvenimenti più importanti del nostro mondo.

-Il nostro popolo fu riunito sotto un'unica bandiera, quella del regno di Aremial. Lui governava con giustizia e fermezza, ma non era né un imperatore assolutista né un dittatore. Qualunque scelta riguardo il regno doveva essere approvata da un consiglio di sei ministri. I membri del consiglio eravamo: io, Rianna, Clock, Zadkiel, Idra e Gavriel. Se eravamo tutti d'accordo la decisione era presa, ma se anche uno solo non lo era organizzavamo delle elezioni a cui poteva partecipare qualunque cittadino avente diritto al voto. Qualche tempo prima rispetto all'attacco dei demoni l'imperatore scomparve misteriosamente, così il regno fu diviso in sei parti, ognuna governata da un ex-membro del consiglio, ma poi attaccarono quei mostri, e con loro c'erano anche degli spiriti. Nessuno di noi riuscì a fronteggiare la minaccia, perciò lasciammo dei sostituti ad occuparsi del regno, mentre noi sei andammo all'Albero della Vita per chiamare degli umani ad aiutarci. L'albero ci diede delle sfere magiche e disse che se le avessimo caricate abbastanza con la nostra magia il nostro obiettivo sarebbe stato raggiunto, però nessuno fu abbastanza forte da riempire la propria solo in una volta, così tornammo nei nostri rispettivi regni, e come degli stupidi, ognuno combatté per sé, così continuammo a perdere finché non venimmo destituiti. Solo di recente io e gli altri siamo riusciti a far funzionare quelle sfere di energia, anche se con qualche giorno di differenza-.

-E dopo che loro vennero destituiti rimasi io al comando, almeno di questa tribù- disse Alekas, l'angelo che sedeva nella tenda con l'anziano.

-Come mai allora ci troviamo in un accampamento?- aggiunse Ale.

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