11-scontro nell'arena

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ALESSANDRO

Sono immerso nell'oscurità; l'arena è davanti a me; aspetto solo l'apertura dei cancelli.

-Hai paura, non è vero?- ruppe il silenzio Ray.

-Lo sai benissimo, sai che in realtà non sono la persona temeraria che qualche milione di angeli crede. Sono solo un debole ed egoista umano- sospirai con un sorriso per me del tutto nuovo, che nascondeva un po' di pazzia e uno po' rassegnazione.

-Vorresti farmi credere che la persona che ha ucciso migliaia di demoni e conquistato Arem solo per salvare Christina non esiste?-alzò la voce irritato.

-c'eri tu con me, o lo hai dimenticato?- sorrisi stupidamente.

Raygin uscì da me, si girò e mi tirò un pugno sul volto che mi fece cadere a terra.

-Sei...- non riuscii nemmeno ad iniziare la frase che venni interrotto. -Non so cosa ti sia preso, e non voglio nemmeno saperlo, ma non permetto a nessuno di negare il valore della persona con effettuo l'unione spirituale ogni giorno! Neppure a te! Non ho mai saputo neanche della tua esistenza al di fuori di questo mondo, ma sappi che da quando ti conosco hai sempre combattuto per gli altri e ciò che ritenevi importante! È cambiato qualcosa?- continuò ad urlarmi contro.

-Innanzi tutto con questo siamo pari- ridacchiai dando un pugno al mio amico in tutta risposta -Mi fa piacere sentire che mi consideri una persona così nobile, ma ho tutto il diritto di pensare qualunque cosa di me, e poi chi ha detto che mi arrenderò?- iniziò a scorrere verso l'alto la porta per l'arena     -In questo mondo mi stata offerta la forza necessaria per aiutare la tua razza, per proteggere i miei amici, e ho intenzione di utilizzarla al massimo, finché riuscirò a muovermi, ma ciò non significa che sono il guerriero senza macchia e senza paura che credi- mi unii di nuovo a lui, pronto ad affrontare la mia battaglia.

CHRISTINA

Mi trovavo sugli spalti, in prima fila, in un'arena più simile ad uno stadio che ad altro, ovviamente al coperto e in cristallo. Trascorsero un paio di minuti, quando entrarono Ale, alla mia destra e il suo avversario dall'altro lato.

-Gente! Pubblico! Spero di farvi divertire! Spero vi piaccia vedere le viscere di un miserabile spargersi nell'arena- annunciò Dhome, riscuotendo un enorme successo.

La folla iniziò ad intonare il suo nome così forte da risuonare in tutto l'ambiente.

ALESSANDRO

Stavo lì, di fronte al mio avversario, senza dire nulla, mentre lui continuava ad incitare i suoi cittadini. Di punto in bianco il mio avversario richiamò tutti coloro che lo stavano acclamando e calò un silenzio tombale. L'atmosfera si fece pesante. Nessuno dei due faceva la prima mossa -Non vincerai!- tentò di intimorirmi Dhome.

-Visto che sei in grado di manovrare la materia circostante...-venni interrotto come al solito.

-Non modificherò il terreno a mio vantaggio- concluse la frase per me.

-Hai cambiato materiale, sei passato al diamante, non avrai paura di me?- lo provocai cercando di irritarlo.

Lui mi si scagliò contro all'improvviso con un enorme mazza, generata dalle mani pochi istanti prima. Tentò ti colpirmi diverse volte, ma non riuscì a neppure a toccarmi, ma gli sarebbe bastato un fendente, mentre le ferite che gli procurai le sentiva a malapena.

Quando tornò all'attacco un'ultima volta provai a schivare, tuttavia mi bloccò i piedi con il cristallo dell'arena. La sua arma era a pochi centimetri da me, così cercai di pararmi con le spade che avevo tra le mani, e appena mi colpì riuscii a sentire il rumore delle ossa mie fratturarsi.

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