28-l'inizio della fine

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DANTON

Arem. In viaggio verso la quinta città angelica. 19:00.

-Sei eccitato per la battaglia?- stuzzico Colbert. Ci troviamo tra i corridoi del castello a passare il tempo.

-Solo un ottuso come te può gioire di fronte a quella che sarà una distesa di morte- mi fulmina con lo sguardo. Indossa un vestito a mio parere da maggiordomo: guanti in pelle neri, come scarpe e smoking, con con bordi e camicia sottostante bianchi, senza dimenticare la cravatta rossa.

-Ma di cosa parli! Vinceremo sicuramente!- alzo la voce.

-E quindi ti sembra il caso di rallegrarti per la morte altrui? Certo sono nostri avversari e cercano solo distruzione per indole, ma non hai il diritto di ridere di loro- continua calmo.

-A volte sembri uno di loro- sbuffo.

-Non osare straccione!- mi afferra per il collo della maglia rossa che indosso, rigorosamente a mezze maniche. Inoltre indosso un paio di jeans troppo stretti che evidentemente si sono ritirati durante il lavaggio.

-Come osi...- vengo distratto da un gruppo di soldati che stanno confabulando qualcosa -Guarda là- indico gli angeli al mio collega.

Ci avviciniamo.

-Quando va attuato il piano?- sussurra uno, bassetto, sulla ventina.

-L'inizio dell'attacco alla prossima città sarà il momento decisivo- urla un secondo entusiasta.

-Abbiamo compagnia...- balbetta una ragazza, notando me e Colbert.

-E voi cosa ci fate qui? Non ci impedirete di attuare questa rivolta!- grida ancora quello più alto del trio.

-Taci- gli tappa la bocca con la mano l'amico, con capelli neri, viso tondo, naso schiacciato e occhi marroni.

-Cosa avete intenzione di fare?- il mio compagno si massaggia la fronte con la mano sinistra, dopo essersi sfilato il guanto.

-Fareste meglio a rispondergli, questo gesto lo fa solo quando si arrabbia, e con lui non finisce mai bene- consiglio agli sventurati.

-Non parleremo mai- si vanta il più presuntuoso, biondo, occhi verdi e un sorriso smagliante.

-Come ti chiami ragazzo? E i tuoi seguaci?- il mio collega prende per il collo l'ultimo di loro ad aver parlato.

-Io Jonathan, la ragazza Aira e l'ultimo Pablo-

-Volete tradire l'imperatore?-

-Vi consiglio di essere sinceri- mi intrometto.

-Siete stati così impegnati a combattere che non vi siete resi conto che ormai vogliono tutti la pace! Finirete anche voi vittime di questo complotto- insiste il biondino.

-Sta calmo- stringo il braccio all'infuriato, il quale molla la presa sul chiacchierone.

-Perché avete accettato di unirvi a questo movimento?- mi siedo di fronte ad Aira, la quale invito a fare lo stesso.

-Molte persone non sanno neppure il perché dell'adesione a questo gruppo, è stato proposto un programma molto populista e gli angeli hanno seguito a testa bassa solo i loro interessi, ignorando l'imperatore. Io stessa stavo cercando di far ragione questi idioti- termina indicando i due tizi accanto a lei.

-Ho capito, ma sarà un problema convincere tutti senza la presenza di Ale- mi accarezzo lo scalpo.

-Prima di iniziare l'assalto affronteremo la situazione con un dialogo in piazza tra me e il rappresentante di questa follia come si faceva ai buoni vecchi tempi di Aremial, quando vi erano incertezze in ambito amministrativo- propone di nuovo calmo Colbert, infilandosi nuovamente il guanto.

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