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CHRISTINA

L'ascensore, composto di una semplice piattaforma dorata in un tunnel del medesimo colore saliva ad altezze sempre più vertiginose, lasciando spazio ad un panorama magnifico, monti, valli, colline, deserti, sembravano così piccoli da poter essere stretti nel pugno di una mano, eppure, in fondo, in corrispondenza della linea d'orizzonte si notava il terreno bruciato, nero come la pece, causato dai demoni.

-Non preoccuparti, ce la faremo- mi rassicurò Ale, evidentemente aveva notato il mio cambio di espressione -Piuttosto goditi Olairon- continuò indicando una piattaforma enorme sopra le nostre teste.

In men che non si dica mi trovai avvolta da una luce abbagliante, tanto che fui costretta a coprirmi gli occhi, ma una volta riaperti ebbi l'impressione di essere tornata sulla Terra. L'ascensore aveva lasciato me e gli altri in una piazza, circolare, intorno alla quale vi erano eternal di tutte le età che chiacchieravano e giocavano tra loro, precisamente intorno ad una fontana, che sembrava narrare un racconto tramite una successione di statue, e la quale racchiudeva l'intera piazza.

Le case intorno riprendevano lo stile terrestre in tutto e per tutto, a partire dalle tinte variopinte della vernice, e arrivando tetti coperti con tegole, finora mai visti su zenit.

-Smetti di sognare ad occhi aperti!- interruppe i miei pensieri Mattia con la sua solita irruenza, anche se in effetti mi ero addormentata in piedi; poiché mentre lui e il resto del gruppo erano su una scalinata immensa, che li stava portando a quello che sembrava un castello delle favole, bianco con le coperture in rosso, e con torri alte fino al cielo, io non avevo mosso ancora un passo, persino Rianna era con loro.

Fui costretta ad una corsa abbastanza faticosa, tant'è che arrivai di fronte al portone con il fiatone, senza avere neppure il tempo di osservare le ante poiché si spalancò; lasciando spazio ad un immensa sala con un tavolo in legno al centro della stanza, imbandito con ogni prelibatezza.

-Io sono Byron. Era ora che arrivaste, per un attimo ho temuto che potesse rovinarsi tutto questo cibo- entrò e ci accolse sorridente quello che doveva essere l'imperatore, il quale si praticamente si lanciò e si sedette, scomposto, su una sedia a capotavola. Onestamente non saprei come descriverlo, era simile alle guardie già incontrate, a variare era l'altezza, sul metro e novanta, il colore delle piume, sul dorato, e una corona del medesimo colore tempestata di gioielli, e per concludere un piccolo scettro coperto di pietre preziose.

-Non vorrei essere scortese, ma non siamo qui per divertirci, bensì per discutere di un'alleanza con contro i demoni- iniziò con determinazione Ale.

-Odio le persone che non sanno divertirsi come te, sempre così noiose- ribatté l'eternal con noncuranza e sospirando -Ma perché, io, Eternal, dovrei accettare un'alleanza con gli angeli? Sai sicuramente della rivolta scoppiata anni fa, la quale causò la separazione delle due razze- ridacchiò l'imperatore, prendendosi il gioco del suo interlocutore e passando ad un tono di superiorità. Era convinto di avere il coltello dalla parte del manico, e come dargli torto.

-Se vuoi metterla così, non mi lamento- sogghignò Ale, compiaciuto della reazione dell'altro e iniziando ad avvicinarsi a lui.

-Cosa hai intenzione di fare?- intimò l'eternal con tono agitato, dopo un sobbalzo che lo fece mettere composto

Non appena Alessandro fu abbastanza vicino diede un calcio alla spalliera della sedia dove era seduto il ascoltatore tenendola ancorata al pavimento con la suola della scarpa.

-Non ti conviene parlarmi così amico- aggiunse così il mio compagno. Non capivo la sua reazione, ma il suo sguardo era davvero spaventoso, sembrava quello di un folle, di qualcuno pronto ad ogni evenienza.

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