04-paure e incertezze

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ALESSANDRO

Arrivarono correndo diversi angeli, chiedendosi cosa fosse successo, compreso il mio e quello della mia amica.

-Cos'è successo a Christina?- sbraitò agitata Rianna, preoccupata.

-Uno spirito l'ha catturata- soffocai un urlo di rabbia, lasciandomi cadere in ginocchio. Ero impegnato ad odiare me stesso per non aver nemmeno provato a fare qualcosa.

-Adesso cosa facciamo?- aggiunse Ray, tenendo stretta la compagna. Tutti i presenti si guardarono in volto aspettando che arrivasse la risposta di qualcuno.

Mi alzai infuriato e mentre mi allontanai parlai: -Conquistiamo Arem-.

Agli occhi di molti sembrai sicuramente un pazzo, ma mai dubitare delle parole di un folle, specialmente se iraconde e cariche di determinazione.

Prima che potessi fare qualunque cosa il mio angelo mi raggiunse e mi chiese il da farsi, ma mi limitai ad ordinargli di seguirmi, così in compagnia anche di Rianna andammo nella stessa tenda dove gli angeli ci portarono il primo giorno, per parlare con l'anziano e con Alekas.

-Ho a disposizione i vostri angeli per conquistare Arem?- queste furono le prime parole, sbattendo le mani sul tavolo per l'agitazione.

-Non avrai il permesso di mandare il mio esercito al massacro- alzò la voce il comandante.

-Perché sei convinto che i tuoi angeli moriranno?- continuai con il medesimo tono dell'altro.

-Perché siamo in inferiorità numerica, e nolti dei nostri soldati non sono abbastanza...- non ebbe il tempo di finire la frase che lo interruppi.

-Allora facciamoci uccidere tutti!- esclamai su tutte le furie.

-Sei impazzito?- ribatté ancora.

-Non puoi continuare a proteggere il tuo popolo come se vivesse in una campana di vetro! Se vuoi che la tua gente viva per sempre relegata in una foresta, con la paura che arrivi uno spirito e faccia una strage, allora tanto vale farlo catturare dai demoni e vivere in gabbia!- lui tacque, così continuai.

-Questo pianeta non è dei demoni e se vuoi che lo sia allora alleati con loro- conclusi.

-Non gli permetterò mai di avere questo mondo!- commentò poi lui.

-Allora combatti!- lo spronai.

L'anziano fece apparire un bastone, probabilmente la sua arma angelica, con una gemma simile a un diamante in cima e lo frappose tra me e Alekas, entrambi in piedi.

-Calmiamoci tutti quanti- sospirò il vecchio, fulminando con uno sguardo l'angelo davanti a me, il quale, come impaurito, si sedette.

-Hai una strategia umano?- si intromise il saggio.

Iniziai subito: -Non potendo volare senza correre il rischio di essere abbattuti l'unico modo per entrare ad Arem è attraversare il ponte, per questo sarà stracolmo di demoni. Tutti gli angeli in grado di colpire dalla lunga distanza verranno con me e si posizioneranno il più lontano possibile. In prima linea ci sarò io e proteggerò i tiratori da qualunque cosa gli si avvicini, cercando di evitare qualunque perdita. Dopo poco tempo dovrei riuscire ad entrare in città, con l'obiettivo di uccidere lo spirito. Quando i demoni rimarranno senza leader, attaccheranno tutti gli angeli facenti parte del nostro esercito, approfittando dell'incertezza sul da farsi dei nostri nemici-.

-Questo non è un piano! Questo solo un banale attacco frontale con te in prima linea! Cosa accadrebbe se tu non riuscissi a proteggere i tiratori? E cosa accadrebbe se perdessi contro lo spirito?- protestò il comandante.

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