46- Sola

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#Martina
Quell'insinuazione mi rimbomba in testa come un cavallo impazzito:
"Non ci pensi a tuo fratello o a tua sorella come stanno senza genitori? Tu che non hai bisogno di nessuno te ne freghi degli altri e li fai anche soffrire, magari tuo fratello è solo no? O tua sorella sarà più fragile di te, ma non te ne importa niente, sei solo una menefreghista viziata del cazzo, magari anche autolesionista che non pensa che a se stessa!"
Non capisco come può aver pensato una roba simile! Ed averla anche detta con tanta cattiveria! Mi ha trattato malissimo e capisco che anche lui mi voleva solo prendere per il culo, quindi meglio così, non mi si deve più avvicinare.
Adesso posso andare a trovare Bea, che è da una pò che non la vedo. Prendo le chiavi del motorino e mi avvio all'ospedale, che raggiungo in 10 minuti.
Vado verso la stanza 148, che è quella di Bea, e busso per avvisare che sto entrando. Apro la porta e il mio sorriso svanisce: sulla sedia vicino al letto c'è Christian che tiene la mano a mia sorella e non si è ancora accorto di me
"È troppo tardi coglione, potevi pensarci prima di drogarla" gli urlo e lui si gira verso di me, ha gli occhi rossi e gonfi, dire che ha pianto è poco
"Lo so, sono stato un coglione a fargliela provare, non avrei mai dovuto farlo" dice mettendosi le mani davanti la faccia come per nascondersi
"Ci sei arrivato, ma tanto d'ora in poi, se si risveglierà come spero, mia sorella vivrà con me e Luca, e tu dimenticala, non ti frequenterà più" spiego sprezzante guardandolo negli occhi e vedo che ha paura
"Non la fumo più quella roba da quando è andata in coma, e mi sono ripromesso di non farlo più, non voglio perderla, la amo più della mia stessa vita, non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa per colpa mia" spiega riprendendo la mano di mia sorella e sento le mani formicolarmi
"Senti, ti dico solo questo, se non si risveglia..." dico con fare minaccioso e scrocchio le dita "... Puoi dire addio al tuo bel faccino, chiaro?" continuo avvicinandomi
"Chiaro" afferma lui deglutendo
"Adesso devo andare, ciao" dico e dò un bacio sulla fronte a mia sorella "tu non toccare neanche con un dito una parte che non sia la sua mano" continuo con fare minaccioso riferendomi a lui.
Sono le 12:32, vola il tempo quando minacci di picchiare le persone...
Decido di fare un salto al McDonald, così salto in sella al motorino e mi dirigo alla meta.
"Salve sono Michela, cosa desidera ordinare?" mi chiede la voce all'interfono del McDrive
"Ciao Michela, volevo i McChicken da nove, le patatine grandi e un aranciata piccola, grazie" chiedo cordialmente
"Ok, fanno 9 euro e 20 all'ultimo sportello, grazie" e così dicendo prendo dal portafoglio una banconota da dieci e mi avvio al punto indicato.
"Tieni" dico e gli dò i soldi, poi lei mi da lo scontrino e il resto
"Arrivo subito" dice e va un attimo in cucina, poi ritorna con il mio ordine
"Ecco a te, ciao" continua consegnandolo, io lo prendo e sfreccio in spiaggia, nella mia spiaggia.
Una volta arrivati in stazione entro nel tunnel segreto con il mio pranzo e sbuco a destinazione.
Mangio con calma le prelibatezze (che alcuni definiscono schifezze, ma se non gli piacciono, contenti loro...) che ho comprato e poi decido di fare una passeggiata sul mare. Mi levo calze e scarpe e le tengo in mano, e inizio a camminare sulla sabbia bagnata.
È una sensazione magnifica: la brezza che mi scuote piano i capelli, le piccole ondine che mi bagnano i piedi, il suono delle onde e il canto dei gabbiani in lontananza, il silenzio e la solitudine di questo posto mi rispecchiano tantissimo, mi sento libera.
Non ho mai provato veramente cosa significhi amare o fidarsi totalmente di una persona e penso che non lo scoprirò mai. Non è così brutta la solitudine, una volta che ti ci abitui, mi fa pensare e riflettere su molte cose, infatti io a 12 anni ragionavo come una ventenne, cosa che faccio tutt'ora.
Decido di tornare indietro, visto che il sole sta calando, ma non voglio andarmene via, voglio godermi il tramonto. Torno indietro ad occhi chiusi, tanto mi ci sono volte due ore per arrivare qua e altre due ne serviranno per tornare indietro. L'ora la so grazie all'orologio che avevo comprato ieri e che non tolgo mai.
...
...
Dopo un'ora e mezza di cammino, immersa nei miei pensieri sempre ad occhi chiusi, sento di non essere sola, avverto un'altra presenza sulla spiaggia, ma non apro gli occhi.
Decido di continuare a camminare per un'ultima mezz'ora poi li aprirò.
...
Sento delle voci maschili poco lontano da qui... Decido di andare a vedere chi sia e appena apro gli occhi non riesco a credere a ciò che vedo...

Diversa[Conclusa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora