37- Altre botte

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"Cosa cazzo hai fatto tu?!"
urlo avvicinandomi a Gabriele
"Eh...io... No..no... Niente...da-davvero..." dice alzando le mani balbettando e mi iniziano a formicolare le mani.
"Fratellone no, non picchiarlo. Quello spetta a me" dice Martina scrocchiandosi le mani "Andiamo" dice prendendo per il colletto della camicia Gabriele e caricandoselo in spalla e portandolo fuori. Li seguo fino in giardino, dove lo scaraventa a terra.
"Adesso brutto coglione figlio di puttana viziato di merda pagherai per avermi illusa e per le tue sporche intenzioni" e così dicendo gli si butta sopra picchiandolo a sangue, anche peggio della prima volta. Volano schiaffi, sberle e pugni, poi si alza in piedi e inizia a dargli calci ovunque. Lo stronzo sta a terra e subisce, poi toccherà a me. Dopo un pò inizia a sputare sangue, ma Martina non si ferma. Ha le mani sporche e gli occhi colmi d'odio e disprezzo. Dopo un ultimo calcio la smette e lei riprende fiato, ma lei lo prende per il collo e lo alza in aria
"Ma non ti vergogni cazzo? Cosa stai provando adesso, apparte dolore?" sputa incazzatissima mia sorella
"I-io... N-non... " prova a dire a corto di fiato così mia sorella lo lascia cadere per terra
"Perché non piangi invece di piacchiarmi?" sussurra senza voce lui
"Dovrei anche piangere? Tu non meriti un cazzo, figurati le mie lacrime, l'unica cosa che ti meriti sono i cazzotti che ti sto dando, nessuno apparte la mia famiglia può meritarsi le mie lacrime, e tu non ne fai parte! Tu sei solo uno stronzo che si diverte a fare scommesse cretine con i suoi amici coglioni come tanta altra gente senza palle e non provare mai più a cercarmi o a venire alla mia spiaggia, perché se ti avvicini non rispondo delle mie azioni" gli urla in faccia mia sorella
"Ora è tutto tuo" dice riferendosi a me
"Con grande piacere" dico e mi scrocchio le dita avvicinandomi.
Inizio a picchiarlo come se non ci fosse un domani.
Dopo venti minuti è conciato ancora peggio di come l'aveva ridotto mia sorella. Quest'ultima si avvicina e lo fa svenire, poi se lo carica in spalla
"Andiamo a riportarlo a suo cugino" dice riferendosi a me e facendomi cenno di andare con lei e fargli strada, così ci avviamo a casa di Daniele.
Dopo venti minuti stiamo suonando il campanello e ci vene ad aprire Daniele con addosso soltanto un paio di jeans
"Ce posta per te, allunga le braccia" dice mia sorella con un sorriso falso come le tette di nostra zia Tina. Daniele non capisce e allunga le mani, così Martina gli dà suo cugino
"Adesso è svenuto, ma se prova a riavvicinarsi a me non sarò così buona" spiega a Daniele con tono minaccioso e lui si intimorisce. A volte mi stupisco di come mia sorella faccia paura alla gente, ma so che dopo quest'episodio non si fiderà mai più di nessuno, apparte me, Bea e Dani.

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