Quella notte dormii malissimo, di nuovo. Mi svegliai molto presto. Almeno non sarei arrivata tardi a scuola. Mi preparai con calma riepilogando i mille pensieri che affollavano assurdamente il mio cervello. Specchiandomi osservai a lungo il mio riflesso: avevo gli occhi contornati da profonde occhiaie e i capelli corvini svettavano nettamente contro la mia carnagione chiara. Li legai in una coda alta e uscii dal bagno. Finalmente feci un'abbondante colazione sotto lo sguardo soddisfatto di mio padre, gli diedi un bacio e uscii. Venti minuti dopo arrivai a scuola con largo anticipo, ancora immersa fino alle orecchie nei miei pensieri.
Entrai in classe con le cuffie infilate nelle orecchie e la musica a tutto volume, isolata da tutto il resto grazie a una canzone di cui non ricordavo il titolo. Il mio banco era in seconda fila vicino alla finestra che dava sul giardino interno della scuola.
Ci misi un po' di tempo per accorgermi che sulla lavagna c'era scritto a caratteri cubitali "giornata dello sport" e che il rappresentante di classe, un ragazzetto viscido con grossi occhiali neri, stava parlando a tutti.
Mi tolsi una cuffia per uscire dal mio mondo e sentire che cosa diceva.
–... le sezioni A, B e C di ogni anno formeranno la squadra rossa mentre le sezioni D, E ed F formeranno la squadra blu – pronunciava ogni singola parola in modo pomposo e così lentamente da essere quasi insopportabile – domenica 27 settembre, tra circa una settimana, le due squadre gareggeranno in varie discipline e ogni studente deve iscriversi e partecipare ad almeno una. Tutta la giornata di oggi sarà dedicata alla riunione delle squadre e alla formazione dei gruppi di allenamento a seconda dello sport scelto. Da lunedì fino al giorno delle gare ci saranno gli allenamenti. Oggi la nostra squadra, quella rossa, si riunisce nel teatro alle 8.15– detto questo si mise a scrutare con aria assorta il suo costosissimo orologio da polso annunciando poi che era ora di andare alla riunione.
Tutti gli studenti della classe si alzarono in modo caotico e si diressero chiacchierando verso il teatro che si trovava al pian terreno.
Io rimasi un po' spiazzata e non mi alzai subito, mi ero proprio dimenticata della giornata dello sport. Era un tipo di attività che la nostra scuola promuoveva molto, una manifestazione aperta al pubblico e molto amata nella nostra città. Ovviamente rappresentava anche il mio incubo personale: ero negata per lo sport e non potevo nemmeno bigiare visto che mio padre veniva puntualmente ogni anno a vedere i disastri che combinavo. A completare questo bel quadretto mi aspettava una settimana intera di allenamenti. Fantastico!
Il teatro della scuola, allestito prontamente per le riunioni della giornata dello sport, era un'enorme sala con un grande palco di fronte al quale stavano ben allineate in file ordinate almeno un centinaio di sedie di legno.
Un tavolo bianco di plastica coperto da una tovaglietta di carta blu era stato piazzato al centro del palco insieme a tre sgabelli dall'aria decisamente scomoda.
La mia classe era arrivata per prima occupando le file davanti. I miei compagni chiacchieravano animatamente aspettando le altre due sezioni che avrebbero composto la squadra rossa del quarto anno. Io mi sedetti nell'ultima fila, quella più lontano in assoluto dal palco, in un angolo nascosto.
Dopo pochi minuti, circa cinquanta studenti entrarono e presero posto. La mia fila era completamente vuota e molte altre sedie qua e là non furono occupate. I rappresentanti di ogni classe presero posto sui piccoli sgabelli consultando i loro fogli e parlando tra di loro.
Passarono pochi istanti e una dei rappresentanti, una ragazza alta e slanciata con un caschetto di capelli rossi, si alzò in piedi con un microfono in mano. Non fece in tempo a dire nemmeno una parola che le porte del teatro si aprirono con uno schianto. Tutte le teste della sala si girarono per vedere un Chris alquanto affaticato entrare correndo. – Scusate il ritardo. Mi ero perso – urlò facendo ridere parecchie persone.

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Filo Rosso
FantasyMolte leggende sostengono che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci collega con la nostra vera ed unica anima gemella. E se esistesse qualcuno in grado di vedere quel filo? E se ci fosse più...