Rimasi seduta per terra per diversi minuti, conscia che di lì a poco avrei dovuto trovare la forza di alzarmi e reagire. Da quell'angolazione riuscivo ad intravedere gli oggetti che avevo preparato prima della festa. Damian aveva insistito per farmi sistemare i bagagli in anticipo, dicendomi di portare meno cose possibile visto che avremmo dovuto viaggiare leggeri e in latitanza per non essere scoperti o rintracciati.
La mia borsa era lì, piena e pronta per venire con me in quel viaggio folle. Non mi ero portata molto: alcuni cambi di vestiti, le cose che avevo preso a Londra e una foto di me e mio padre. Tutto quello che avrebbe potuto costituire un rallentamento o un peso inutile sarebbe dovuto restare lì, in quella camera che mi aveva accolta solo poco tempo prima e che non era mai stata veramente mia.
Anche se lo desideravo sapevo che Christian non sarebbe venuto a cercarmi prima del giorno successivo. Era sicuramente tornato alla festa, d'altronde era ancora il Direttore e certo non immaginava che avevo intenzione di andare via a breve. Infondo se mi avesse seguita probabilmente non avrei nemmeno potuto aprirgli la porta senza rischiare qualche minaccia da parte di Mildred. Odiavo il modo in cui quell'uomo invadeva la mia testa senza che potessi fare nulla, odiavo lui. Quel viaggio mi avrebbe aiutato, doveva farlo, poi forse un giorno sarei anche potuta tornare.
Mi asciugai le lacrime, ancora una volta, chiedendomi quante volta ancora mi sarei ritrovata sul pavimento a piangere. Mi alzai con la giacca di Christian ancora tra le braccia, la appoggiai sulla sedia della scrivania stirando con cura le pieghe. Presi forza per cambiarmi e poi mi sedetti sul letto incapace di fare altro, rigirandomi la tessera magnetica tra le dita. Mi mancavano così tanto le energie che avrei potuto dormire per il resto della vita. Ma avevo preso una decisione, no?
– Sei stata brava– disse Damian alle mie spalle facendomi sussultare. La finestra della mia camera era spalancata.
– Usare la porta no?– chiesi scocciata nascondendo le lacrime.
– Così è più divertente – rispose – non pensavo ci saresti riuscita così facilmente – aggiunse senza riuscire a staccare gli occhi dalla tessera che avevo tra le mani. Era veramente entusiasta che il suo piano fosse riuscito.
– Andiamo – ordinò.
– Adesso?– non ero pronta, per niente.
– Sono tutti alla festa, nessuno ci scoprirà se andiamo via ora. –
– Ma...–
L'Oscuratore mi afferrò un braccio con insistenza – adesso! non ci vorrà molto prima che Christian Loi si accorga di non avere con sé la tessera – mi soffiò con rabbia in faccia – adesso muoviti! –
Odiavo dover seguire una persona con un carattere così instabile ma era la mia unica speranza. L'unico che mi avrebbe aiutato a capire, l'unico che non mi aveva giudicato, l'unico che aveva provato a mostrarmi chi ero.
Era anche l'unica anima gemella alla mia, tanto per aggiungerne una in più.
Staccai con calma la sua mano dal mio braccio, presi le mie cose e mi diressi verso la porta della mia camera in silenzio.
Toc - toc
Mi voltai pietrificata verso Damian. Possibile che Chris avesse lasciato la festa per recuperare la sua giacca?
L'Oscuratore, senza emettere un singolo suono, mi indicò di aprire e mandare via chiunque fosse, poi si nascose nel bagno.
Mollai la borsa e aprii un piccolo spiraglio in modo che chiunque fosse non potesse vedere altro che me.
– Manu – dissi guardando il piccolo bambino dal volto serio che mi fissava dal basso – che fai qui?–
Mi strattonò il lembo della maglietta per farmi abbassare e potermi guardare meglio. I suoi occhi erano neri come una notte senza luna, profondi e vivi. Avvicinò le labbra al mio orecchio e fece qualcosa che non mi sarei mai immaginata: parlò.

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Filo Rosso
FantasyMolte leggende sostengono che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci collega con la nostra vera ed unica anima gemella. E se esistesse qualcuno in grado di vedere quel filo? E se ci fosse più...