Dopo quel bacio le cose tra me e il mio Cavaliere erano rimaste piuttosto indefinite. D'altro canto sarebbe stato difficile riuscire a chiarire meglio la situazione: a causa dei suoi impegni da sostituto Direttore, non eravamo riusciti a trascorrere molto tempo insieme. Quelle poche volte che passava in infermeria a trovare me e suo padre avevamo il tempo così limitato che non volevo sprecare nemmeno un minuto in discorsi complicati.
Una sera Christian venne a trovarmi piuttosto tardi. Nonostante la stanchezza che gli leggevo addosso, non aveva perso la sua solita mania di fare domande strane e decisamente personali.
– Quando ti sei accorta di essere diversa dagli altri bambini?– mi chiese infatti.
Ci pensai un po' su – probabilmente intorno ai cinque anni, quando chiesi a mia – esitai – mia madre che cosa fosse quel filo rosso che pendeva dalla sua mano e da quelle di tutti quanti quelli che mi circondavano. Mi disse che era qualcosa di speciale e che ero fortunata a poterlo vedere. Non so perché lo fece, probabilmente pensò che le mie fossero solo fantasie ma quelle parole mi sono rimaste dentro e mi hanno dato coraggio nei periodi più difficili. –
Christian mi abbracciò forte. Gli sorrisi nella spalla – e questo per che cos'è?–
– Non è colpa tua – disse semplicemente.
Lo guardai molto confusa.
– Io so di tua madre – mi confessò – non è andata via per colpa tua – sostenne con forza.
Lui sapeva, conosceva la mia paura più grande.
– Mi dispiace, è un'altra cosa che sapevo ma di cui non ti ho parlato. Pensavo che me lo avresti detto tu. –
– Prima o poi lo avrei fatto – gli risposi – grazie. –
Chris parve rinvigorito da quella mia ultima ammissione.
– Ci sono miliardi di altre cose che non sai di me– mi disse tutto felice – chiedimi quello che vuoi. –
Ci pensai un attimo. Mi sentivo una stupida ma una domanda mi premeva sul cervello.
– Jena... tu hai detto che è come una sorella ma– arrossii vistosamente – beh... lei ti ha baciato. –
– Oh! Partiamo carichi – rise lui un pochino a disagio – quando sono arrivato alla base, non stavo bene. Lei mi ha aiutato molto e ci siamo legati tantissimo negli anni. Una volta cresciuti abbiamo provato a stare insieme ma non ha funzionato. Io l'ho sempre considerata una di famiglia così lei mi ha lasciato. È stata una parentesi molto particolare della mia vita – ammise lui imbarazzato – ti prego un'altra domanda. –
C'erano ancora un paio di cose che avrei voluto sapere sull'argomento ma lasciai stare, era già stato complicato così. Decisi di chiedergli qualcosa che probabilmente lo avrebbe divertito molto.
– Ok, allora voglio vedere le tue capacità da Cavaliere. Però qualcosa di più divertente rispetto a quella specie di barriera. –
Lui rise di gusto – sei una fanatica?– mi chiese ammiccando prima di mettersi all'opera.
Mi fissò poi congiunse le mani davanti al viso – preparati. –
Quando staccò i palmi vidi letteralmente uscire dalla sua mano sinistra l'elsa di una spada seguita da una lama enorme: il suo spadone bianco.
– Wow– commentai io presa alla sprovvista.
– Sono o non sono straordinario?–
– Forse un pochino. –
***
Dopo una settimana, finalmente Livia mi annunciò che potevano dimettermi dall'infermeria.
– Se non avessi le capacità di recupero tipiche dei Membri del Destino, saresti rimasta qui molto più a lungo – mi disse – comunque cerca di stare a riposo, hai consumato quasi tutte le tue energie per chiudere quella Breccia. Una persona normale non sarebbe sopravvissuta. –

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Filo Rosso
FantasyMolte leggende sostengono che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci collega con la nostra vera ed unica anima gemella. E se esistesse qualcuno in grado di vedere quel filo? E se ci fosse più...