Noah si sta scaldando in un angolo, lontano da me. Non mi guarda, non mi parla. Varco la porta della stanza e il pavimento passa da fredde mattonelle bianche ad un leggero strato di linoleum. Mi trovo sul palco di un teatro e i riflettori puntano su di me, accecandomi. Porto una mano davanti alla fronte e scorgo una sagoma nera avanzare nella mia direzione.
«Noah?»
La sagoma mi raggiunge. Non è Noah.
«Tu che ci fai qui?» domando turbata.
«Non penserai davvero di farcela, giusto Claire?» mi chiede quella gelida voce.
Ho le corde vocali bloccate, incastonate nella gola secca che non reagisce alle mie volontà.
«Sei troppo ingenua. Chiunque riuscirebbe a prendere i tuoi fili e a manovrarli come un bravo burattinaio».
«Smettila» dice la mia testa. Ma Dylan non può sentirlo. Mi sorride malevolo aprendosi ad un pubblico comparso improvvisamente alle sue spalle. Qualcosa mi colpisce in pieno petto: è una coppa di bronzo senza un manico con sopra una targa che cita 'Debole'.
«Fallita!» urla qualcuno tra la folla. E poi tutti gli altri fanno lo stesso. Provo a coprirmi le orecchie, mentre Dylan li incita a proseguire.
«Te ne devi andare!»
«Te ne devi andare... are... are ...lzare... lzare!»
«Claire, ti devi alzare!» Apro gli occhi di colpo. «Oggi è un giorno importante o sbaglio?» prosegue mia madre aprendo le finestre.
Ancora non distinguo bene la realtà da quello che deve essere stato per forza un orripilante incubo pre-competizione: poi realizzo che sono ufficialmente entrata nel giorno della Duets Cup.
Ho appena terminato di riempire la borsa quando sobbalzo. Alex bussa ripetutamente alla porta.
«Si può?» chiede sbucando solo con la testa. Gli faccio cenno di entrare e di aspettare. Corro in bagno cercando il braccialetto che mi ha regalato Chase al mio compleanno e me lo faccio legare al polso come un portafortuna.
«Posso farti una domanda?» chiede mio fratello seguendomi in tutti i miei frenetici spostamenti.
«Ma certo». Poi lo guardo mentre aggancio la farfallina degli orecchini. «Devo preoccuparmi?»
«Perché non hai risposto a papà?»
«Non esiste un filtro per le notizie in questa casa?»
«Andiamo, cuccioletta, è solo curiosità personale» mi sorride.
«Ero... impegnata» improvviso. Però non vale. Ora deve rispondere lui. «Tu piuttosto, come sai che lo sto evitando?»
«Mi ha mandato un infinità di messaggi chiedendomi perché non rispondessi. Scommetterei che fosse preoccupato».
«Perderesti» e anche questa volta la mia ironia è incontenibile. Indosso la divisa della Tiptoes che mamma mi ha fatto trovare al mio compleanno e poi mi siedo accanto ad Alexander.
«Oggi è un giorno molto importante per me e ho realmente bisogno di tutto il supporto possibile per superarlo illesa. Quindi, te lo chiedo per favore, lasciamoci tutto alle spalle: nostro padre, nostra madre, i loro problemi con noi e i nostri con loro».
Lui abbassa lo sguardo annuendo. «Hai ragione, non penso sia il momento giusto per parlarne».
Poco prima di uscire dalla stanza, però, si volta. «Sembri quasi una ballerina vestita così».
Fa in tempo a richiudere la porta dietro di sé prima che io possa raggiungerlo minacciosa.
Alexander si offre di accompagnarmi in teatro al posto di mia madre.
«Non graffiarla» dice lei lanciandogli le chiavi della macchina.
«Quando mai?» esclama lui di rimando.
«Ed eccola qui!» esclama Jenny nel vedermi arrivare. «Sei pronta?»
E' quasi più eccitata di me ma tutta questa carica mi da l'energia giusta per dare il massimo.
Il tabellone con gli orari di esibizione ci informa che io e Noah balleremo nel secondo turno, nel primo pomeriggio. Nel tempo che ci distanzia dall'entrata in scena ci soffermiamo a vedere gli altri concorrenti; ma, distratta come sono, non posso fare a meno di essere facilmente catturata dal discorso di Alex e Chase. Il secondo sta chiedendo al primo, per l'ennesima volta, chi è stato il vero inventore del CD-Spin e non riesco a contenere una risata silenziosa.
«Sta per arrivare il vostro momento» ci avverte Melanie a pochi minuti dall'inizio del secondo turno. Io e Noah ci dirigiamo verso i camerini dietro le quinte ma una voce mi chiama: «Claire?»
Mi giro sconvolta.
«Papà...?»
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Balla con me
RomanceSe la tua vita si sta smembrando, formando un puzzle incompleto, la cosa migliore che puoi fare è comprarne un altro e ricominciare daccapo. È quello che fa Claire che, accompagnata da sua madre, lascia San Diego per trasferirsi in una nuova città...