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«Noah mi ha detto che ti ha invitata a partecipare alla Duets Cup» mi dice Jenny deglutendo una bevanda energetica rosata. «Ora capisco tutte quelle domande sulla gara».

Vogliamo tralasciare il fatto che non sono stata invitata ma piuttosto costretta? Si, è la cosa migliore.

«Devo ammettere di essere un tantino agitata» rispondo sgranocchiando un grissino.

«Sei in buone mani» mi dice. «Noah è davvero un ottimo partner, te lo dico per esperienza». Si alza lasciandomi sola con i miei pensieri, almeno fin quando non si fa ora di raggiungerla per le prove con la squadra; Melanie ha deciso di fare una sorta di check dell'allenamento per poi mandare la lista completa dei nominativi alle Regionali.

Sono piena di adrenalina per quest'opportunità che mi si ripropone.

Il mio corpo è pronto a scatenarsi... spero che anche la mia mente reagisca  bene.

«Ehi, Claire» dice George comparendo alle mie spalle «complimenti per la Duets Cup! Ho saputo che sei in coppia con quel Noah di Contemporanea. Non sapevo fossero così tosti sotto la loro calzamaglia» dice ridendo ironico.

«Non fare l'antipatico! Se ti sentisse potrebbe rinfacciarci i nostri vestiti da disagiati patologici» rispondo piccata osservando i pantaloni esageratamente larghi e il top smanicato che indosso.

«Non penso riuscirei mai ad abbandonare felpa e...» prima che riesca a terminare la frase, gli sottraggo il copricapo dalla testa e lo indosso per poi proseguire io quello che stava dicendo: «... il tuo cappello?»

«Esatto. Avanti, ridammelo» George comincia ad inseguirmi per tutta l'Aula 8.

«Lasciala in pace, George!» esclama Chase visibilmente irritato quando ci vede.

«Calma, bro, ci stavamo solo divertendo un po'!»

Il comportamento di Chase mi pare assai strano e anche fuori luogo: non ricordo di averlo mai visto usare la sua autorità di capitano della squadra per rimproverare un altro ballerino anzi, il suo migliore amico, se non in quella precisa occasione.

«Il divertimento è finito: dobbiamo riprendere gli allenamenti adesso» prosegue.

Lo guardo negli occhi con una vena di incertezza prima di restituire il cappello a George. Faccio per allontanarmi dall'Aula quando lui mi richiama: «Ho incontrato Noah per il corridoio e mi ha chiesto di dirti che ti aspetta in Aula Backstage per iniziare a provare il duetto».

L'Aula Backstage è quella che preferisco in tutta la scuola: è una delle sale-prove ancora appartenente alla vecchia struttura dell'edificio. Adesso è stata completamente ridipinta e adibita a magazzino per i vecchi costumi di scena. Per questo poco utilizzata, è l'Aula riservata a coloro che hanno bisogno di un po' di spazio. Come noi.

Entro in quell'immensità di colori e vedo Noah che si sta scaldando.

«Benvenuta. Pronta per iniziare?» chiede gentilmente venendomi incontro.

«Com'è che si dice? Sono nata pronta».

«Bene allora passo ad illustrarti la mia idea. Come stili di danza siamo completamente diversi, è vero: ma penso che riusciremmo a sfruttare la cosa a nostro vantaggio, ideando un passo a due misto».

«Hai già in mente una canzone?» domando incuriosita.

«Ma certo. Si chiama Ex's & Oh's. Dimmi che te ne pare».

Inserisce un CD nella console audio e le note della canzone si disperdono invadendo l'aria circostante. Ha un bel ritmo, non c'è che dire, mi piace. Sarà sicuramente divertente unire i due stili in un miscuglio allegro e frizzante.

Le due ore successive passano talmente veloci che non me ne rendo conto: ballare con Noah è un immenso piacere e anche procedere con la nostra coreografia mi sta divertendo particolarmente. Non lo avrei mai immaginato.

Decidiamo di concederci una pausa, quando Jenny entra in Aula. «Come procede?»

«Alla grande!»

Nell'entusiasmo, mi alzo con troppa foga, mandando un goccio d'acqua nel canale sbagliato; comincio a tossire disperatamente cercando, nel contempo, di non sembrare imbarazzante.

«Ti senti bene?» domanda Noah. Prova a porgermi la bottiglietta d'acqua ma nego con la testa. «Penso abbia fatto abbastanza» dico con un filo di voce strappando una risata ai miei amici.

«Pensi di farcela a ballare o ti serve un esofago di ricambio?» continua Jenny prendendomi in giro.

«Il mio esofago è a posto e ti ringrazia per l'interessamento».

Mostriamo la nostra coreografia alla ballerina la quale, lì per lì, invece di esprimere un personale giudizio, ci osserva meditando. Poi esclama: «E' bella, ma penso manchi qualcosa. Che ne dite di aggiungere qualche sollevamento?»

«Perché no?» dice Noah entusiasmato dal nuovo piano. «Sarà sicuramente più scenografico».

Entrambi guardano nella mia direzione, aspettando una mia conferma.

«Certamente. La trovo una magnifica idea. Devo solo risfoderare le mie vecchie e limitate conoscenze di danza classica».

«Tu devi solo fidarti di me» dice Noah. Subito allarga le braccia verso di me invitandomi a provare il sollevamento scelto che, se la memoria non mi inganna, si chiama Cambrè Lift. Non provo un sollevamento con un ragazzo da quando... beh, da quando ho lasciato Dylan.

Comprendendo la mia tensione, Jenny si allontana. «Vi lascio tranquilli».

Noah si avvicina a me: sento il suo respiro caldo sfiorarmi il collo. Le sue mani mi accarezzano i fianchi poi, forte, mi stringe per sollevarmi in aria. Inarco la schiena guardando all'indietro e arrivando quasi a sfiorare i suoi capelli con i miei; allargo le braccia mentre prendo confidenza con le sue mani, con la sua fermezza che non mi fa percepire l'altezza. È come se fossi ancora a terra, perché provo nei suoi confronti una piena e completa fiducia.

Non mi lascerebbe mai cadere.

Non percepisco una titubanza né una debolezza da parte sua. Sono la farfalla che si è posata sul fiore.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, scopro un lato di me che non conoscevo: quello comunicativo con un'altra persona e cioè quando la chimica tra i due partner è più forte della fisica terrestre. Una sensazione che solo ora mi accorgo di non aver mai provato veramente.

Quando Noah mi riaccompagna a terra, tremo. Continuo a fissare la nostra immagine nello specchio. Lui, alto dietro di me che, nonostante abbia leggermente allentato la presa, mi continua a tenere per i fianchi.

«Stai bene?» sussurra. «Stai tremando».

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi giro per guardarlo.

Balla con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora