Non appena entriamo nel parco, Noah indica qualcosa in fondo al vialetto. «Quello è una delle cose più belle che ti possa capitare di incontrare in questa città».
«Un carretto di gelati?» domando scioccata seguendolo per il viale alberato.
«No, il carretto dei gelati, Claire! È in tutto e per tutto il migliore».
È estremamente adorabile vedere un ragazzo grande e grosso come lui emozionarsi ancora come un bimbo con in mano le caramelle appena comprate.
«Due coni, per favore. Uno Caffè e Nutella e l'altro...» mi guarda curioso.
«Variegato all'Amarena e Stracciatella». Poi aggiungo: «Con una spruzzata di panna, per favore».
Raggiungiamo una vecchia altalena e ci accomodiamo sui seggiolini disastrati dal tempo e dalla furia dei bambini.
«Pensi di potermi svelare il motivo per cui eri così titubante riguardo la gara?»
Mi sento come quando bisogna levare il cerotto: se lo fai velocemente non te ne accorgi e più cerchi di rimandare l'inevitabile più diventa difficile superare la cosa. D'altronde è il mio passato e mi seguirà per sempre.
«Naturalmente tutto ebbe inizio a San Diego...»
Per la prima volta dopo tempo riesco a permettere ai miei vecchi ricordi di tingersi nuovamente, riassumendo un colore ben definito nella mia mente.
«L'Accademia di Ballo Superiority era sicuramente la migliore scuola di danza della città, a detta di mio padre; e quale padre non vuole il meglio per la propria figlia? Era affascinante poter far parte di una scuola così prestigiosa e mi sentivo lusingata di poter partecipare alle lezioni di grandi e talentuosi ballerini.
«Poi conobbi Dylan, il B-boy* più bravo che avessi mai incontrato, nonché famoso veterano della scuola, invidiato e idolatrato da tutti e soprattutto da tutte...»«Una specie di Maya in versione maschile?» domanda Noah.
«Sì, ma molto più affascinante e muscoloso». Assaporo ancora il mio gelato e proseguo la narrazione: «Ci conoscemmo alla festa di Primavera indetta dall'Accademia. Era un ragazzo sveglio e divertente e, in poco tempo, cominciò a provare interesse per me. Così iniziammo a frequentarci e a passare la maggior parte del tempo insieme. Ero felice e pensavo di avere tutto quello che si potesse desiderare alla mia età.
«Sapeva rendere semplice ogni cosa: io e lui, uniti contro il mondo. Essendo partners anche nella danza, presto ci permettemmo di conoscere i punti di forza e di debolezza l'una dell'altro. Frequentare quel ragazzo mi aveva portato letteralmente ad essere venerata da tutte le ballerine dell'Accademia...»«Che mira perfetta» dice Noah interrompendo la linea di pensieri che uso per raccontare la mia storia. «Tieni, ragazzino». Poi rilancia la palla che lo ha colpito in pieno volto nella direzione di un bambino con le mani aperte davanti a sè.
«Dunque, parliamo della tua anima gemella» ricostruisce lui.
«Se c'era qualcosa di gemello, non era certo la nostra anima. La situazione cambiò: per me concentrarmi sulla danza era tutto e poterlo fare con lui al mio fianco rappresentava una bella fortuna. Ma evidentemente non la pensava come me. Sparì per alcuni giorni, perdendosi gli allenamenti e non rispondendo alle mie telefonate. Per un certo periodo pensai anche che fosse colpa mia... ma poi un giorno tornò. E quel giorno si sarebbero svolte le selezioni per la squadra che avrebbe partecipato al Campionato Regionale di danza; una di quelle competizioni che, prima di tutto, mette in contrapposizione i membri della stessa scuola».
«Una gara di ballo...» sussurra Noah.
«Proprio così e, per essere chiari, la gara di ballo in assoluto più importante che dovessi affrontare. Dylan mi aveva convinta che nulla si sarebbe potuto frapporre tra noi due, nemmeno questo. Ma il mio ottimismo a riguardo scemò quando un paio di ragazzi, suoi rivali, fecero in modo che come ultimi sfidanti rimanessimo solo io e lui, per vendicarsi di qualche torto probabilmente. Dovevamo per forza affrontarci, se almeno uno di noi avesse voluto far parte della squadra per il Campionato. Il mio primo pensiero fu quello di rinunciare entrambi alla competizione: amavo alla follia quel ragazzo e immaginavo che anche per lui fosse la stessa cosa» termino di sgranocchiare il cono che rimane e mi preparo per la fine del racconto.
«Mi disse che non aveva la certezza di vincere contro di me perché non si era potuto allenare come avrebbe dovuto in quei giorni. Ci tenne a precisare che non poteva buttare all'aria il lavoro di una vita e che avrebbe subito delle gravi conseguenze a casa se non fosse riuscito ad entrare in squadra. Sai, mi aveva parlato spesso di un padre particolarmente violento».
«Deduco che tutto ciò non fosse vero» scommette Noah, anticipandomi.
Scuoto la testa, abbassando lo sguardo.
«Ero talmente accecata dall'amore che provavo per lui...»
Ripenso per qualche secondo alle scelte che ho fatto nel mio passato e mi chiedo se tornando indietro non rifarei la stessa cosa. Dopotutto è solo grazie a quegli eventi che ora mi trovo seduta su questa altalena.
«Beh, rinunciai direttamente alla gara, così avrebbe ottenuto il posto senza ripercussioni. Fu così che il mio sogno di partecipare ad una competizione regionale volò via insieme a tutte le occasioni collegate. Qualche giorno dopo scoprii che tutto il tempo in cui era stato assente dalla scuola e dalla mia vita lo aveva trascorso in dolce compagnia di un'altra ballerina dell'Accademia: Vicky, la mia migliore amica».
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Balla con me
RomanceSe la tua vita si sta smembrando, formando un puzzle incompleto, la cosa migliore che puoi fare è comprarne un altro e ricominciare daccapo. È quello che fa Claire che, accompagnata da sua madre, lascia San Diego per trasferirsi in una nuova città...