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Sono rimasta due settimane a San Diego, nella mia vecchia casa con Alexander e mio padre. Ma ora che sono tornata nella mia attuale sistemazione, devo fare i conti  con una madre terribilmente preoccupata, che non mi fa fare nemmeno un passo senza la sua supervisione o quella di Alex che la suddetta madre ha costretto ad accompagnarmi da San Diego a qui e a rimanere con me.

«Sei sicura di sentirti bene?» mi chiede controllando il bernoccolo vicino alla tempia sinistra. «Sai che puoi prenderti ancora qualche giorno se ne hai bisogno. Non devi avere fretta di ricominciare. Potresti tornare domani!»

«Non posso prendermi ancora tempo. La squadra ha bisogno di me e, sinceramente, sento che se rimanessi ancora chiusa qui dentro potrei morire». Indico i muri di camera mia non perché non sia una stanza accogliente, ma perché l'astinenza forzata dalla mia vita quotidiana mi sta consumando.

«Va bene, ma fa attenzione. Ho chiesto ad Alex di accompagnarti».

«Non mi dire?» dico ironica sbuffando appena.

In un certo senso sono davvero emozionata, quel tipo di emozione che ti prende quando torni a scuola dopo tre mesi di vacanza. È proprio così: sto tornando a casa, sto tornando a ballare.

«È stato così terribile?» domando ad Alex mentre percorriamo la strada verso l'Accademia. Non abbiamo parlato più dell'incidente da quando siamo tornati a casa.

«Di che parli?»

«Della brutta figura che ho fatto al Festival» sussurro portandomi le mani sulla faccia, quasi fosse una bestemmia impronunciabile.

«Frena un attimo!» Alex inchioda in mezzo alla strada e si passa una mano tra i capelli. «Sei caduta da un'altezza a dir poco rilevante, ammaccandoti quella tua bella testolina, e ti stai preoccupando di quello che ha pensato il pubblico? Hai sbattuto davvero forte!»

Mi viene da ridere perché l'ironia di mio fratello arriva sempre nel momento in cui ne ho bisogno.

«Hai ragione. Sono viva e vegeta, relativamente sana e assolutamente pronta a ricominciare. Non importa quel che è stato».

«Wow» dice rimanendo scioccato. «Ora non diventarmi troppo sicura di te stessa però, altrimenti il mio ruolo di saggio fratello maggiore non avrà più la sua utilità». Mi circonda con un braccio e continuiamo per la nostra strada.

«Buona fortuna, cuccioletta»

«Non entri? Pensavo che mamma ti avesse costretto a seguirmi ovunque» asserisco ironica.

«Sai che sono allergico a questi commoventi momenti da telenovela; se mi reggi il gioco non verrà mai a saperlo, a patto che tu mi assicuri di non svenire».

Gli faccio una linguaccia e poi varco la soglia.

Non appena entro nella Comfort Hall, ho subito l'impulso di uscire: Chase sta prendendo una bevanda energetica dal distributore. Faccio per andarmene ma evidentemente i miei riflessi si devono essere danneggiati nell'incidente, tanto che non riesco ad allontanarmi da quel posto prima che mi veda.

Ma chi voglio prendere in giro? Prima o poi lo dovrò affrontare.

«Claire!» mi chiama venendomi incontro. Io mi giro di malavoglia per guardarlo negli occhi.

«Cosa vuoi, Chase?».

Tenta di abbracciarmi ma lo respingo posandogli una mano sul petto. Dopotutto non sembra sorpreso della mia reazione; e perché dovrebbe?

«Senti, mi... mi dispiace tantissimo. Davvero non so cos'altro dirti» si passa una mano dietro il collo. «Sono davvero mortificato...»

«Sì, ho capito» lo interrompo glaciale. «Ti dispiace. Ma in fondo è stato un puro caso che la mia carriera non sia stata compromessa permanentemente. Tu sapevi che quel passo era precario perché lo è sempre stato, fin dall'inizio delle prove; eppure non ci hai messo l'attenzione richiesta!»

Prova a dire qualcosa ma non glielo permetto: «Io non so cosa ti sia successo quella sera, ma non posso credere che tu sia riuscito a mancare tanto di professionalità da farti coinvolgere così dal nostro rapporto» lo rimprovero indicando prima lui e poi me. «Mi fidavo di te, Chase. Quando una coppia danza, la ballerina mette tutta se stessa nelle mani del partner. Tu mi hai lasciata cadere e non penso che avrò la capacità di ballare ancora con te. Mi dispiace».

Lo supero con una freddezza che non mi appartiene e mi dirigo verso l'Aula 8, ma sul mio cammino incontro Hailey.

«Come stai? Come ti senti? Posso fare qualcosa? Oh, quanto ci sei mancata!» dice soffocandomi con il suo abbraccio.

«George, vieni! Claire è tornata!» urla poi la ragazza attirando la sua attenzione.

«Ecco la mia B-girl preferita!» esclama lui sollevandomi da terra.

«Che mi sono persa in questi giorni?»

«Niente di che, le solite cose. Anzi, a proposito, spero non ti dispiaccia se io ed Hailey ti abbandoniamo per qualche minuto: abbiamo una piccola cosa da finire».

«Certo» rispondo sorpresa dal suo atteggiamento vago, «fate pure».

Per fortuna la stranezza di quell'incontro viene placata dalla musica che sento diffondersi dalla Hall of Shame o, come l'ho ribattezzata io, l'Aula delle Seconde Chance.

Troppo lungo?

Noah è lì. Per un puro caso i nostri sguardi si incrociano e mi ritorna in mente la sua audizione mancata, momento in cui tutto ha cominciato a prendere una strana piega disastrosa. Mi tratta con sufficienza da quel momento, più o meno, finché non sono diventata praticamente invisibile. Resta immobile a guardarmi e solo in quel frangente mi rendo conto degli aloni neri che gli circondano gli occhi. Ma stringo i denti e me ne vado.

«Sei tornata giusto in tempo» mi dice Hank comparendo alle mie spalle.

«In tempo per cosa?»

«Vieni!»

Mi trascina fino all'Aula 8. La porta si apre e un coro di voci esultanti urla: 'Bentornata!'

Gran parte dei ballerini di tutte le squadre di danza della Tiptoes sono schierati di fronte a me, sinceramente contenti nel vedermi.

Sento gli occhi umidi e il calore affettuoso di quel saluto scaldarmi le guance. Jenny mi salta al collo e riconosco subito la sua impronta nell'organizzazione della festa di benvenuto.

Sono ancora accerchiata da alcuni ballerini quando nella stanza fanno il loro ingresso sontuoso Chase e Noah. Quest'ultimo prende il primo per una spalla e gli intima di seguirlo fuori. Ho la terribile fortuna o disgrazia di vedere tutto e capisco che la cosa potrebbe avere un fine tragico. La musica parte ma, senza tener conto della festa che sta cominciando, seguo quei due prima che si facciano del male.

Balla con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora