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Non sono pronta. Come potrei esserlo? Continuo a controllarmi e ricontrollarmi il trucco milioni di volte, a farmi e rifarmi la coda ogni secondo. Non trovo il modo giusto per affrontare la situazione. Mi sento improvvisamente da sola e in preda al panico.

«Claire» mi chiama Hank. Ma non lo sento e non lo vedo. «Claire!» ripete. Mi giro di scatto e, come se avessi visto un fantasma vero, sgrano gli occhi.

«Jenny ti sta cercando».

Jenny? Jenny! Meno male, ho bisogno della mia migliore amica.

La guardo con occhi incerti, perplessi, e supplicanti: io devo sapere se è venuto.

Come se riuscisse a leggere i pensieri, mi risponde scuotendo la testa. Per la prima volta mi viene da piangere. Ma no, non posso: sono una professionista e lo rimarrò sempre, qualsiasi sia la circostanza.

«Sei una ballerina, vero?» domanda Jenny.

«Sono una ballerina».

«E cosa fanno le ballerine?»

Domanda trabocchetto?

«Ballano?»

«No, cantano!» mi guarda seria nel mio silenzio, poi aggiunge: «Certo che ballano, Claire! Quindi fallo e pensa solo a quello».

Scoppio a ridere, sollevata nel sentirla prendermi in giro, e le faccio credere di essere finalmente serena. Ma, una volta allontanatasi per raggiungere il suo partner, ecco che il dubbio riaffiora: dov'è Noah? E non scovando una vera e propria risposta a tale quesito, mi accorgo a malincuore di trovarmi per la prima volta a rifiutare la danza.

«Signore e signori benvenuti al XVIII Festival della Danza e dello Spettacolo!» Un fragoroso applauso si innalza dagli spettatori mentre la presentatrice apre la prima serata di esibizioni. «Questa sera vedremo le più grandi scuole di danza e di teatro d'America esibirsi su questo palco e conosceremo alcuni dei ragazzi più talentuosi del nostro paese». Un altro applauso.

«Pronta?» mi domanda Chase. Lo guardo con un'irrefrenabile aria omicida: è come chiedermi se sono pronta a buttarmi dalla finestra dell'ultimo piano di un grattacielo. Sospiro.

Devo dimostrare di essere una grande ballerina davanti a tutte quelle persone; devo rendere fiero mio fratello che è lì per vedere me; devo onorare il nome della Tiptoes e devo far vedere ai miei amici e colleghi ballerini quanto sia in grado di esibirmi in queste manifestazioni come nelle altre. Insomma, ho un peso sulle mie spalle che gli altri non possono immaginare. Ballare è divertente e spettacolare ma, talvolta, sa essere una bella sfida fisica e mentale.

«Fra trenta secondi in scena» ci informa il coordinatore dello spettacolo.

«... Ed è un vero onore e piacere chiamare sul palco il gruppo della Tiptoes Dance Academy, i cui membri hanno conseguito il titolo di campioni nell'ultimo Campionato di danza della loro regione» annuncia la presentatrice puntando una mano nella nostra direzione.

Avanziamo fieri al suo richiamo, disponendoci lungo il palco. Io e Jenny sfoggiamo dei costumi in parte fosforescenti, che creano un effetto spettrale davvero ben riuscito. Quando la musica parte, eseguo la prima figura dello spettacolo con sicurezza e determinazione, nonostante nei passi successivi continui a fissare il pubblico nella morbosa speranza di vedere quell'unica persona che so non esserci.

Passo dopo passo sento crescermi dentro una grande adrenalina, ma soprattutto una rabbia repressa che ho tenuta nascosta in queste ultime settimane: non ho idea del perché Noah abbia cominciato ad ignorarmi e perché all'improvviso sia sparito senza dirmi nulla e, pensando a questo, mi sento stranamente fiera di ballare con Chase, l'unico che non si è mai arreso con me, nonostante lo abbia rifiutato.

Lo spettacolo procede meglio di quanto mi sarei mai potuta aspettare e noi abbiamo trovato la giusta sintonia.

Ed ecco arrivare il momento del lift. Quel lift che abbiamo provato tantissime volte. Io, sicura di me, sono pronta a volare. Nello stesso momento in cui Hank afferra Jenny, Chase deve afferrare me. Ci prepariamo a saltare prendendo la rincorsa e aspettiamo il secondo giusto della canzone affinché il lift cada perfettamente a ritmo di musica. Guardo un'ultima volta verso la folla per prendere consapevolezza del fatto che Noah ha rinunciato a me per sempre. Corro. Ecco, le mie mani sono sulle spalle del mio partner, mi tiro su, sto volando, è andata. Improvvisamente qualcosa non quadra: dal punto più alto in cui mi trovo sento la mano di Chase, un attimo prima salda e sicura, scivolare via da me, lasciandomi andare. È questione di un attimo e vedo il suolo sempre più vicino. Sto cadendo, lo sento.

Penso di essere distesa a terra, con una tempia che mi pulsa come un altoparlante; la musica ha smesso di suonare e il pubblico è ammutolito.

Non riesco a parlare nemmeno a mio fratello che è piombato sul palco come un falco. Tutto sta cominciando a sfumare mentre tento inutilmente di mantenerlo nitido. Anche i suoni si fanno confusi e alcune delle ultime parole che riesco a comprendere sono: «Chiamate un ambulanza!»

«Fatemi passare!» mi sembra poi di sentire. Non sono sicura più di nulla ormai.

Le ombre di Jenny ed Hank che mi intimano di rimanere ferma sono sagome indefinite e, quando sento un torpore invadermi ogni parte del corpo, vedo i contorni di un'altra persona.

Muovo la bocca.

Penso di averlo riconosciuto.

Voglio dire il suo nome.

Ma svengo.

Balla con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora