Non so che cosa dire. È troppo tempo ormai che non lo vedo più e trovarmelo lì davanti, poco prima della gara, mi fa uno strano effetto, non so quanto positivo.
Provo a parlare ma prima che possa dire qualsiasi cosa, lui mi ferma con un gesto della mano e dice: «Lo so, non ti aspettavi la mia presenza... ma da quando Alex mi ha informato della Duets Cup ho deciso che non sarei potuto mancare».
«Perché non mi hai detto che saresti venuto?»
Evidentemente traumatizzato dall'ultimo contatto diretto che aveva avuto con la mia famiglia, Noah si tiene lontano per permettermi di parlare con mio padre.
«Io ho tentato, ma non me lo hai permesso. Non hai mai risposto alle mie chiamate, ricordi?» Mi guarda con gli occhi lucidi. «Possibile che tu sia cambiata così tanto in meno di un anno?»
Per quanto non sopporti l'idea che nel rapporto con noi si sia arreso, smettendo di combattere per un bene più grande, devo ammettere a me stessa che mi è mancato. Mi è mancata la parte di lui che mi ama più di ogni cosa; quella parte che, comprandomi lo zucchero filato, mi spingeva sull'altalena. Ora che lo guardo materialmente negli occhi non ce la faccio a mostrarmi impassibile; e probabilmente l'unico modo che conosce per rientrare nelle mie grazie è venire direttamente di persona.
Ottima mossa! Di certo guadagna punti.
«Io...» provo a dire non sapendo bene come continuare. Sono ancora abbastanza scossa da quell'incontro imprevisto. Per fortuna non vuole sentire parole confuse ma piuttosto reagisce alla mia presenza tirandomi a sé e tenendomi stretta in un lungo abbraccio. Il mio primo istinto è quello di ritrarmi, ma alla fine cedo alla dolcezza di un padre pentito. E la corazza che indosso si scioglie.
«Perdonate l'interruzione» dice Noah schiarendosi la voce. «Temo che a breve tocchi a noi». E' chiaramente imbarazzato nel trovarsi di fronte all'uomo di cui tanto gli ho parlato.
«Oh, giusto! Hai una gara da vincere, bambina» dice mio padre staccandosi da me e porgendo la mano a Noah per presentarsi rapidamente. «Andate pure. Io raggiungo tuo fratello e la mamma. Ci vediamo dopo lo spettacolo».
Non spiccichiamo una parola a riguardo ma davanti alla porta del camerino scoppiamo a ridere: la situazione è assurda.
«A tra poco» dice Noah.
«Finalmente».
Trucco e parrucco sono pronti e non posso fare a meno di guardare la mia figura riflessa nello specchio. Mio padre ha ragione: non sono più la ragazzina tradita da un bad boy con manie di protagonismo.
Sono rinata dalle mie ceneri. Ora sono pronta.
«Tutto bene?» chiede Noah quando ci incontriamo dietro le quinte. È stupendo e sento che, come nella vita reale, siamo anche nella danza due opposti ingranaggi dello stesso meccanismo: funzioniamo per compatibilità.
«Come mai nella mia vita!» rispondo decisa «Sono carica, pronta a distruggerli!»
«Si va in scena, allora». Mi prende per mano accompagnandomi su quel palco, simbolo della mia ribalta sul passato. La luce ci illumina ma non è affatto minacciosa come nel mio incubo: mi permette di intravedere il pubblico e di confrontarmi con lui da pari a pari. Per non parlare della scossa di adrenalina che mi percorre la schiena quando parte la musica. Mi sento invincibile e finalmente padrona del mio elemento.
Ogni passo è una parte della nostra anima che esce allo scoperto e a ogni movimento ci esprimiamo, parliamo di noi.
Quando la musica termina veniamo accolti da un applauso che mi sembra tendere all'infinito e veniamo onorati da una spettacolare standing ovation. Dentro di me un numero enorme di emozioni si sta dando guerra: gioia, commozione, sorpresa. In ogni caso, a prescindere dalla gara e dal suo risultato, io ho vinto.
E giunge così il momento di dare spazio alle votazioni dei giudici e ai corrispettivi risultati finali. Saliamo sul podio al secondo posto.
Niente male, no?
Uscendo dalla struttura in cui si è svolta la competizione, ho modo di parlare ancora con mio padre e sono lieta di poter finalmente stabilire una tregua con, integrato nel pacchetto, anche un chiarimento esauriente di tutte le nostre incomprensioni.
«Sei una bellissima donna e una ballerina assolutamente piena di talento» asserisce lui. Poi fa un cenno a mia madre e ad Alex di avvicinarsi. Come sempre mia madre vorrebbe parlare per prima ma mio padre la interrompe: «Permettimi, Brittany». Lei accenna ad un sorriso e gli concede la parola. «Abbiamo fatto molti errori e tornare alla vita di prima è praticamente impossibile, ma siamo riusciti ad arrivare alla migliore delle conclusioni per tutti noi: faremo in modo di garantirvi il più bel futuro possibile, come meritate...»
«...e cercheremo di essere meno egoisti nell'adempiere al nostro compito di genitori: la vostra vita ha più importanza di qualsiasi problema ci possa essere tra di noi» aggiunge mia madre che comunque non sopporta di essere messa da parte.
«Ci avete reso molto fieri entrambi e sappiamo che sarà sempre così, qualsiasi cosa decidiate di fare» conclude mio padre.
Il lampo di incertezza che percorre i nostri volti fa sorridere quell'uomo e quella donna che, da oggi in poi, hanno finalmente deciso di riporre l'ascia di guerra a nostro favore; e possiamo sancire a vita la promessa di un futuro migliore per tutti noi.
Dopodiché Alexander e mio padre si allontanano da noi per tornare a San Diego.
***
Il giorno dopo, tornati all'Accademia, siamo tutti presi da un allenamento frenetico. Ora che l'ansia per la Duets Cup è terminata, devo inevitabilmente fare i conti con quella per le Regionali.
«Un momento di attenzione, prego» dice la squillante voce di Melanie, richiamandoci. «Le gare sono vicine ormai e, dopo il successo ottenuto nella Duets Cup, ritengo che per l'assolo femminile della squadra di Street Dance la ballerina più indicata sia Claire».
Noah, interrotti i suoi allenamenti, si affaccia all'Aula 8 in tempo per battere le mani insieme ai miei compagni di squadra, celebrando quel titolo per me assolutamente onorario.
Fine primo episodio
✍✍✍
N/A: Spero che il primo episodio sia stato di vostro gradimento! Vi lascio il video di come immagino il duetto di Claire e Noah alla Duet's Cup :)
Un abbraccio,
Chiara
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Balla con me
RomanceSe la tua vita si sta smembrando, formando un puzzle incompleto, la cosa migliore che puoi fare è comprarne un altro e ricominciare daccapo. È quello che fa Claire che, accompagnata da sua madre, lascia San Diego per trasferirsi in una nuova città...