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«Sei pronta!» esclama Noah prendendomi per un braccio nel tentativo di impedirmi di uscire dalla Hall of Shame.

«No, non è vero! Smettiamola di convincerci di qualcosa che non è possibile. Melanie mi aveva concesso tre giorni e questo è l'ultimo che mi rimane per tornare come ero prima. Ma lo hai visto anche tu, non ci riesco!» Sono spazientita e frustrata e sento di non voler più combattere una guerra persa. «Se continuiamo è solo una perdita di tempo».

I secondi successivi sono di assoluto silenzio e Noah persevera nel fissarmi senza sbattere ciglio. Poi esplode: «Ma ti senti quando parli? Non sei in te! La botta che hai preso in testa deve essere stata più forte di quanto mi sarei mai potuto immaginare! Sei completamente pazza se decidi di mollare a pochi metri dal traguardo! Claire, tu ci sei! Ti manca tanto così per essere di nuovo perfetta e l'unica cosa che ti passa per la testa è mollare?»

Continua a tenermi per il braccio come se avesse paura che io possa scappare per non tornare più.

E se fosse quello che voglio veramente?

«Non ci pensare nemmeno!» mi legge nel pensiero. «Puoi anche mollare la Tiptoes, se lo vuoi, ma lo farai solo ed esclusivamente quando avrai dimostrato di essere una ballerina a tutti gli effetti, senza timori e con la ferma volontà di prendere la danza seriamente! Sono stato chiaro?»

La situazione sta volgendo dall'incredibile al pazzesco ad una velocità lampo: quegli occhioni azzurri, timidi e riservati sono sempre lì a fissarmi, ma il ragazzo a cui appartengono è deciso a non arrendersi e soprattutto a non fare arrendere me.

«Ok» asserisco. «Hai ragione, sono fuori di me».

«Proviamo ancora una volta la coreografia dell'Amour Tojours» mi porge la mano per accompagnarmi  al suo seguito in mezzo alla pista. «E questa volta salti».

Salto. Salto. Salto. Sì, devo saltare.

La canzone è perfetta per una coreografia mista: una ricetta buona sia per me che per lui.

«Sai, è colpa tua» dico a Noah mentre balliamo. «Te lo devo proprio dire: è stata fin da subito colpa tua».

«Tu dici?» risponde accompagnandomi in una piroetta.

«Se non mi avessi allontanata da te senza motivo, non sarebbe successo nulla di spiacevole quest'anno».

Salto in spaccata con atterraggio frontale.

«Non ti ho allontanata».

«Ah, no? Però sei sparito».

«Mi sembra ovvio! Da quando Chase si è dichiarato mi sono fatto da parte».

«Non dire stupidaggini. Eri strano fin da prima, più o meno da quando sei caduto alle audizioni».

Noah esita per un secondo, ma poi mi prende per i fianchi facendomi eseguire un Cambré Lift. Poi prosegue: «Ti ho solo lasciato spazio, dal momento che saresti stata impegnata con la tua squadra».

«E chi te lo ha chiesto! Stavo bene così come ero». La musica prosegue. «Io penso invece che non sopportassi di essere stato eliminato e credo che vedere me e Jenny riuscirci ti abbia dato fastidio».

«Come puoi pensare una cosa del genere?»

«Non lo so, ma è l'unica spiegazione plausibile».

«L'unica spiegazione qui è che Chase mi ha innervosito quando si è avvicinato a te. Era come se volesse prendere il mio posto» pronuncia questa frase all'atterraggio dallo stesso salto che aveva sbagliato alle audizioni. Rimango teneramente colpita da quelle parole ma proseguo nel mio discorso: «Ad ogni modo, almeno spiegami perché non sei venuto al Festival della Danza e dello Spettacolo».

«Sai benissimo che c'ero» ribatte sollevandomi in aria.

«Perché ti ha invitato Jenny, non certo per me!»

«Jenny è la mia migliore amica! È ovvio che sarei andato a vederla». Quelle parole mi scuotono: ho sempre pensato che Noah fosse il mio migliore amico e provo, per la prima volta, un leggero senso di sana gelosia nei confronti di Jenny. «Dovevi aspettartelo, come avresti dovuto immaginare che sarei venuto anche per te».

«Allora perché Jenny mi ha detto che non c'eri?»

È inutile trattenere la verità: io tengo a Noah in maniera particolare e oramai è tempo per entrambi di venire allo scoperto.

«Santo cielo, quanto sei ingenua! Gliel'ho chiesto io, va bene? Non volevo che ti preoccupassi. Pensavo che preferissi non avermi intorno».

«Jenny lo sapeva? Ma vi siete coalizzati contro di me?»

Mi viene quasi da ridere.

«Sapevo che quell'idiota avrebbe fatto un passo falso... Sono venuto anche per tenerlo d'occhio e meno male che l'ho fatto».

«Ehi» dico risentita, «è mio amico, chiaro?»

«Begli amici che hai. Ti ha scaraventata a terra!»

«Non è vero, è stato un maledettissimo incidente. Potrebbe capitare anche a te!»

Non ho idea del perché io stia proteggendo Chase; forse mi accorgo che errare è umano.

«Non se ho tra le mani qualcosa di estremamente importante!» ribatte Noah.

So di essere diventata rossa; sto andando a fuoco, davvero.

«Alla fine si è comportato bene, però: ti ha lasciato il campo libero».

«Sì, per farmi incollare i pezzi che ha rotto lui. Ma hai ragione».

La musica è terminata. Con un Boat Lift.

«Dunque tutto quello che è successo è stato solo frutto di un incomprensione?» domando.

«Pensavo che ti fossi innamorata di Chase».

Scoppio a ridere di gusto e Noah mi guarda spaesato.

«Come potrei amare lui, quando amo già qualcun altro?»

Noah sgrana gli occhi.

Mi afferra per i fianchi e mi trascina a sè.

«Tu sai che la canzone è finita, vero?»

«Certo...»

«E non ti sei accorta di nulla?»

Noah sorride piano aspettando che il mio cervello realizzi che ho saltato. Ho compiuto tutti i lift in maniera perfetta e non me ne sono accorta. Il mio istinto di affidarmi completamente a lui ha avuto il sopravvento su qualunque altra paura.

Balla con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora