9.

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«Che fai? Tenti di scappare?» mi chiede Noah sorridendo imbarazzato.

Sì, vorrei, ma non posso evidentemente. Sono in trappola. E mi ci sono infilata da sola.

«Facciamo che ti offro un gelato?» aggiunge per sciogliere la tensione.

«Al parco, questo pomeriggio. Passami a prendere alle quattro, ok? Penso tu sappia dove abito» gli dico fingendo una tranquillità estremamente inautentica.

Quando torno a casa non posso non notare che in cielo è finalmente spuntato un raggio di sole, nel tentativo di sovrastare i nuvoloni carichi d'acqua.

Una speranza di tranquillità dopo tutto questo trambusto?

«Mamma sono a casa» l'avverto appendendo la giacca all'appendiabiti. «Mamma?»
Nessuna risposta.

Possibile che sia uscita?

«SORPRESA!» dice sbucando dalla cucina non appena vi provo a mettere piede.

Lancio uno strillo acuto: «Ma sei impazzita?! Mi hai fatto prendere un colpo!»

«Oh, suvvia, non essere esagerata».

Tra le mani tiene una piccola torta al cioccolato bianco e cocco, rigorosamente fatta in casa.

«Se non ti piace, non dirmelo: ci ho messo tutto il giorno per fartela perfetta» mi ammonisce dolcemente.

«Ma il mio compleanno è fra un mese».

«Non dobbiamo festeggiare nient'altro, tesoro mio?» chiede maliziosa.

«C-come facevi a sapere... che ho vinto la gara?» Nel frattempo taglio la torta in tante piccole fettine.

«Ora lo so». La guardo talmente sorpresa che deve per forza aggiungere: «Chiamalo sesto senso o semplicemente istinto materno».

«È... dahero stuhenda...» dico con la bocca piena, «... hrazie hille».

***

Per il pomeriggio indosso un paio di jeans scuri e il mio paio preferito di stivali e mi avvio verso il salotto per il check materno. La trovo appollaiata sul divano intenta a leggere una rivista di cucina.

«Vai da qualche parte?» domanda senza staccare gli occhi dalla sua lettura.

«Presto arriverà Noah: andiamo a prenderci un gelato qui vicino». Prendo la sciarpa blu notte e il basco abbinato. «Dici che questi ci stanno bene?» domando mentre analizzo la mia immagine riflessa nello specchio d'ingresso.

«Sembri una rubacuori».

Mi giro di scatto tirandole un'occhiataccia ma lei alza le mani innocente e poi torna a leggere ridendo.

Nel frattempo qualcuno suona al citofono.

Ok, ex-vita sto venendo a trovarti.

Balla con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora