Capitolo 11

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Alexi trascorse l'intera mattinata a letto, come le era stato ordinato dall'infermiera che era venuta ad occuparsi di lei. Non era la stessa donna scorbutica che l'aveva accolta la notte precedente, ma una ragazza giovane, non bella ma dai modi cordiali e premurosa. Quando le portarono il pranzo a letto fu troppo. Decise che, dal momento che non era in pericolo di vita, nessuno le avrebbe potuto imporre di rimanere sdraiata un minuto di più. Si alzò, indossó il suo vestito da meringa rosa e si sistemò i capelli in un morbido chignon. Si era imposta di non contattare Fara fino all'ora di cena, ma chiusa tra quelle quattro mura il tempo sembrava non passare mai e Alexi non era mai stata una persona particolarmente paziente.

Erano da poco passate le due quando premette tre volte il pulsante dell'auricolare.

"Alexi! Come va la situazione?"

"Tranquilla, anche troppo. Qui mi sembra di impazzire quindi ti prego dammi qualcosa a cui pensare! Se non tengo la mente impegnata andró completamente fuori di testa!"

Sentì Fara ridacchiare nel microfono. "Molto bene, credo di aver pane per i tuoi denti in questo caso! Ho personalmente eseguito un assai accurato interrogatorio del prigioniero e ne sono uscite cose davvero interessanti. Oh Lexi, non sai quanto mi mancava un po' di azione, mi sono divertita da matti a far la voce grossa! Comunque... Cole sostiene che i miserabili non c'entrino affatto con quella storia. Anzi, ha detto che i capi all'epoca si erano non poco adirati per quell'accusa infamante! Ovviamente non parla per esperienza diretta, non era ancora nato, ma sembra sia una cosa che ancora viene tirata fuori di tanto in tanto. Insomma, le voci che circolavano accusavano il Governo di questa ignobile azione, ma perché mai dovrebbero andare a colpire il cuore della propria potenza? Questa storia ha iniziato ad insospettirmi e ho fatto qualche ricerca frugando nei loro computer..."

"Aspetta," la interruppe Alexi "vuoi dire che sei penetrata nei loro computer e hai letto i loro file?!"

"Certamente! É questo il mio lavoro. Inoltre dovrebbero aggiornare i sistemi di sicurezza dei vecchi archivi, ci saprebbe entrare anche un bambino!"

Alexi ne dubitò fortemente, ma la lasciò continuare.

"La cosa che mi è immediatamente saltata all'occhio é che effettivamente esiste un fascicolo di circa quarant'anni fa su un certo Thomas Yura. Yura é il cognome di una delle più influenti famiglie di Crown City, il che mi è sembrato davvero strano. Dal file si può vedere che l'omicidio sia effettivamente stato commissionato dal Governo per eliminare quello che era ritenuto essere uno dei più pericolosi elementi in combutta con i ribelli."

"Thomas era un ribelle?!" Alexi portò istintivamente una mano davanti al viso per la sorpresa.

"Qui la cosa si fà ancora più interessante! Il suo fascicolo è comparso solamente pochi giorni prima dell'omicidio ed è stato classificato come super segreto, da giustiziare entro cinque giorni. É una cosa rarissima! Nemmeno con i capi dei ribelli si usa questo tipo di procedura, a meno che non si sappia per certo che stanno architettando qualcosa di davvero molto pericoloso. Ho controllato nel passato di quel ragazzo e non ho trovato assolutamente nulla che faccia pensare che appartenesse ai ribelli. Non aveva nemmeno mai fatto a pugni con qualcuno! Nessuno alla Tana ne ha mai sentito parlare e di certo non passava i fine settimana nel nascondiglio dietro la cascata. Sto provando a mettermi in contatto con il piccolo gruppo di ribelli di cui ha parlato tuo padre una volta, ma ho la sensazione che nemmeno loro avranno idea di chi sia questo Thomas. Avevi ragione, c'è qualcosa di veramente strano in tutto ciò e non intendo fermarmi prima di aver capito cosa sia successo, ora che esiste la possibilità che si sia trattato di un oppositore del Governo sono più motivata che mai!"

Alexi cercó di assimilare tutte le informazioni. Fara le aveva indubbiamente dato qualcosa a cui pensare, ma l'aveva anche spinta a cercare ulteriori informazioni su quella faccenda e c'era una sola persona in grado di rispondere alle sue domande.

"Disturbo?"
Alexi si fece avanti con cautela. Nel salotto entrava una timida luce invernale. Il temporale della notte precedente aveva lasciato posto ad un sole tenue avvolto da spesse nubi grigio-bianche. Madama Wislow, sola al centro della stanza, era intenta a scrivere qualcosa che richiedeva tutta la sua attenzione su uno splendido quaderno con bordature d'oro e pietre preziose incastonate nella spessa copertina di pelle. Sobbalzò appena, come se le parole di Alexi l'avessero bruscamente riportata alla realtà. Chiuse con calma il quaderno e lo ripose, insieme all'elegante penna, in un cassetto.
"Non stavo facendo nulla che non possa aspettare qualche minuto. Vedo con piacere che non hai ubbidito ai miei ordini."
Alexi abbassò il capo. "Non sono abituata a rimanere troppo a lungo senza far nulla e l'infermiera ha detto che fare due passi mi avrebbe fatto bene. A meno che io non svenga, nel qual caso dovrò tornare immediatamente a letto."
La signora Wislow scosse la testa esasperata. "E le pagano anche, per elargire queste perle di saggezza! Lasciamo perdere, la rimanderò in infermeria, dove potrà dire ovvietà a qualcuno che sia talmente mal ridotto da stare anche ad ascoltarla. Vieni avanti."
Alexi si accomodò sulla sedia che si trovava accanto alla donna.
"Gli avvenimenti di ieri sera mi hanno davvero scossa" cominciò a dire con titubanza, sperando di sembrare sinceramente sconvolta "e le sue parole mi sono state di grande conforto. Mi hanno fatta sentire meno sola. Questa notte però devo confessarle di aver fatto un sogno. Ero in un cimitero ed era pieno di lapidi. Io cercavo quella di Thomas, ma quando provavo a togliere le erbacce queste ricrescevano veloci, impedendomi di leggere il nome inciso nella pietra."
Fece una breve pausa, augurandosi di non essersi spinta troppo oltre il limite di tolleranza della donna, che però la fissava con acuto interesse. Sperava che la loro conversazione della sera precedente fosse sintomo di qualcosa che la donna teneva dentro da tanto, troppo tempo e che aveva voglia di condividere con qualcuno. Le dame d'altro canto servivano proprio a questo, dovevano fungere da valvola di sfogo per donne annoiate e frustrate.
Non cogliendo alcuna traccia di ira o fastidio nei suoi occhi, proseguì.
"Credo che ciò dipenda dalle sue parole di ieri. Ha detto che la sua tomba è stata dimenticata e mi chiedevo se per caso avesse voglia di... raccontarmi qualcosa di più."
Trattenne il fiato alcuni istanti, temendo uno scoppio di rabbia, ma la donna si sistemò con delicatezza le pieghe dell'abito che indossava senza mostrare turbamento. Alexi riconobbe in quei piccoli gesti un autocontrollo quasi inquietante.
"No, non ne ho voglia naturalmente. Ma sono stata io a coinvolgerti in questa storia in un momento tanto difficile, è stata una mia debolezza e credo sia giusto che sia sempre io ad affrontarne le conseguenze. La tomba di Thomas è in un cimitero abbandonato fuori da Crown City. Nessuno se ne è più preso cura da... beh, anni ormai. Per lungo tempo me ne sono occupata personalmente, ma poi i mesi passavano, io mi costruivo una nuova vita scintillante fatta di finzione e apparenza, e ho lasciato che questo mondo mi trascinasse giù con sè. Ho smesso di andare a trovarlo ogni settimana, poi ogni mese e alla fine, quando ho capito, era troppo tardi. Non merito più di andare da lui. Ho smesso di lottare perché gli venisse fatta giustizia, l'ho semplicemente dimenticato."
Alexi provò una gran pena per la donna. "Non mi sembra che lo abbia dimenticato, anzi credo che lo porti sempre con sè. E la sua famiglia? Non aveva nessuno?"
La donna si alzò con un leggerlo lamento.
"Aveva genitori, zii, due fratelli e una sorella, ma nessuno ha voluto saperne nulla, dopo la morte. Lo hanno abbandonato, ma non ho mai saputo il perché. Hanno lasciato la società, chiudendosi in un silenzio che non ha più avuto fine. È stato allora che ho conosciuto mio marito. Quando ero più sola, lui mi è venuto in contro."
Alexi riflettè qualche istante. Era evidente che la donna non sapesse nulla delle accuse che pendevano su di lui. Dubitava fortemente che si trattasse di una complice scampata al massacro.
"Suo marito non è mai riuscito a scoprire nulla su quel... miserabile? Ho sentito dire nel Castello che è un uomo molto importante e che attualmente si trova nella residenza dei Magnifici."
"Hai sentito molte cose, eh?! Sì é vero, mio marito è un uomo importante, ma a quanto pare nemmeno il Governo è mai venuto a capo di questa faccenda. Credo sia arrivato il momento di metterci una pietra sopra."
Alexi sobbalzò. Aveva avuto un'idea, ma le occorreva la collaborazione della donna per poter mettere in atto il suo piano e di certo non poteva permetterle di metterci davvero una pietra sopra. Si sentì in colpa, ma per i suoi scopi era necessario riaprire quella vecchia ferita come probabilmente non era mai stato fatto prima d'allora.
"Forse per dirgli definitivamente addio dovrebbe andare da lui un'ultima volta, per poi continuare la sua vita senza più questo peso sulla coscienza."
Madama Wislow aggrottò la fronte. "Forse non sei sciocca come sembri, Dorotha. Potrebbe essere giunto il momento di tornare da Thomas e lasciarlo andare in pace. Il mistero della sua morte ha tormentato molto più i vivi che la sua povera anima."
Alexi sorrise compiaciuta. Forse si era appena aperto un piccolo varco di speranza.
"Domani mattina all'alba partiremo da qui."

Non appena Alexi fu rientrata nella sua stanza si mise in contatto con Fara.
"Ho bisogno di un favore. Subito."

Rebel - Risorta dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora