Fara bussò con delicatezza alla porta dell'infermeria. Gerta, la donna che stava in guardiola, la salutò con cortesia. Le faceva piacere godere del trambusto del via vai di persone che andavano a far visita ai malati ad ogni ora del giorno e della notte, le teneva compagnia. Kyle e Harry erano nella stanza di Jan, come sempre negli ultimi cinque giorni. La stanza di Alexi invece era chiusa. Sulla maniglia, un cartello con scritto "Non disturbare" indicava che i medici la stavano visitando. A volte si fermavano pochi minuti, altre diverse ore. La conclusione però era sempre la stessa: bisogna avere pazienza e fiducia. Una frase che, ormai, non riuscivano più ad ascoltare. Fara si infilò senza disturbare gli altri pazienti nella stanza di Jan. Le piaceva l'infermeria, era luminosa, bianca, sapeva di pulito. Le infermiere stavano sempre attente che i letti fossero ben fatti, le lenzuola linde, i cuscini morbidi. Ogni stanza aveva una piccola libreria di legno grezzo, nel caso al paziente venisse voglia di leggere qualcosa, e un comodino con qualche oggetto personale. Kyle, Jan e Harry la salutarono non appena fece capolino dalla porta.
"Ho portato da mangiare!" sorrise.
Jan si mise a saltellare nel letto, ormai intollerante ai brodini che gli venivano costantemente propinati da giorni.
Diede un panino a ciascuno e si misero silenziosamente a mangiare. Con un tacito accordo avevano stabilito di non parlare nè della salute di Alexi, nè della scomparsa di Ileene, a meno che non ci fossero delle novità rivelanti da poter condividere. Fara però quel giorno era nervosa, continuava a tamburellare con le dita sulla gamba e faceva vibrare il piede tenendolo leggermente sospeso in aria. Non aveva quasi mangiato il suo panino, lo teneva in mano distrattamente. Ad un certo punto, Jan fece una pallina con il suo tovagliolo e glielo lanciò, colpendola in piena faccia. "Si può sapere cos'hai? Ci stai innervosendo tutti!"
Fara arrossì leggermente. "Le ho promesso di non dirvi nulla, prima che aveste finito il vostro panino. Era così preoccupata che saltaste il pasto, date le condizioni di Jan... E poi mi ha detto che avreste comunque dovuto aspettare..."
I tre si impietrirono all'istante. "Cos'è successo?" chiese Harry con un filo di voce.
Fara mandò giù velocemente il boccone che aveva trangugiato pur di avere una scusa per smettere di parlare, agitando la mano. "No, no è una cosa bella! Ma sapete com'è terribilmente assillante... Mi avrebbe tirato le orecchie se... o insomma: ragazzi, sono tornati i vostri genitori! Ho appena incontrato vostra madre, stava salutando tua madre, Kyle. Non vede l'ora di abbracciarvi, ma ha detto che ci sono alcune cose da risolvere prima. Passerà con vostro padre tra un'ora, più o meno. Mi aveva chiesto di mantenere il segreto, ma... oh, sono così felice per voi! Una buona notizia, per una volta!"
Jan saltò giù dal letto euforico, abbracciando suo fratello e saltellando come un bambino intorno alla stanza. Anche Kyle e Fara li abbracciarono, poi lei scoppiò a piangere e Harry la prese in giro, ma a quel punto anche Jan scoppiò a piangere e l'abbraccio si trasformò in un misto di pianti e risate, fino a che Jan rise talmente forte da strapparsi quasi i punti e furono costretti a rimetterlo a letto con la forza, impedendogli di saltare giù di nuovo con la minaccia di legarlo con le loro cinture alle sponde del letto. Quel momento di gioia li colse talmente impreparati da far loro dimenticare, per qualche minuto, tutta la sofferenza di quei giorni.
Quando i genitori dei gemelli entrarono con il loro fratellino minore in braccio e la sorella tenuta per mano, nemmeno il più forte degli uomini avrebbe potuto impedire a Jan di saltare in piedi per abbracciarli. La madre, una donna bassa e robusta, sebbene fosse molto deperita negli ultimi mesi, li strinse con tutta la forza che aveva. Teneva i capelli arancioni sciolti in onde disordinate e piene di polvere e non staccava i suoi occhi verdissimi dai due figli, fino a pochi giorni prima dati per perduti. Il padre invece era un uomo mediamente alto, con i capelli grigi un po' troppo lunghi e gli occhi azzurri, con un caldo sorriso. Aveva i denti leggermente storti, una caratteristica che si poteva trovare anche nella figlia, che attribuivano loro grande carattere. Le mani, lunghe, ma robuste, afferrarono i volti dei figli uno alla volta, con un gesto tanto familiare quanto naturale. Li baciò in fronte e poi li strinse a sè, piangendo. Harry lanciò in aria il suo fratellino e spettinò i capelli castani di sua sorella. Lei era identica al padre, seria e timida, mentre loro avevano ereditato i tratti e il carattere della madre.
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Rebel - Risorta dalle ceneri
Fantasy*Secondo capitolo della saga Rebel* Alexi, Kyle e i loro amici sono riusciti ad infiltrarsi nel Castello di CrownCity. La loro missione è rubare un codice segretissimo che permetterà agli hacker rimasti nella Tana di prendere il controllo della stru...