Rebel - Risorta dalle ceneri

Capitolo 33 - Kyle, novembre

"Alexi! Alexi no!" 

Kyle corre verso Alexi. Il suo abito si sta velocemente macchiando di sangue. Troppo velocemente. E' successo tutto in un secondo e lui non è riuscito ad intervenire in tempo. La chiama, ma lei non riesce a sentirlo. Poi un nuovo sparo, Madama Wislow lo guarda con un sorriso benevolo per poi lasciarsi cadere a terra, priva di vita. Due soldato lo attaccano e lui, trascinato dall'ira accecante, li mette fuori gioco in pochi istanti. Controlla il polso di Madama Wislow, ma non c'è più niente da fare. Controlla quello di Alexi. E' debole, ma si sente ancora. La prende in braccio e inizia a sparare a chiunque gli si pari davanti. Deve salvarla. Deve. Corre. Corre lungo corridoi tutti uguali, attraversa campi di battaglia, schiva corpi abbandonati senza vita. Corre per un tempo che sembra infinito, fino a quando, sudato e stremato, arriva all'ingresso. Un medico lo aspetta, lui le affida Alexi.

"Deve curarla, deve salvarla!"

Il medico non la guarda nemmeno e questo lo fa infuriare. Lascia cadere il suo corpo a terra e gli appoggia una mano sulla spalla.

"E' troppo tardi. E' morta."

Kyle si svegliò di soprassalto, urlando con tutto il fiato che aveva in corpo. 

"Kyle! Kyle calma, è solo un altro dei tuoi incubi!" Harry gli appoggiò una mano sulla spalla per tranquillizzarlo, ma il gesto gli ricordò quello del medico del sogno e si scansò.

Aveva il fiato corto, i capelli e i vestiti erano completamente fradici di sudore. Decise di alzarsi per fare una doccia e cercare di scrollarsi di dosso quella terribile sensazione. Harry lo fissò preoccupato, ma, sapendo che in certi momenti era meglio lasciarlo solo con se stesso, finse di rimettersi a dormire. 

Kyle si spogliò e si buttò sotto al getto di acqua bollente. Le gocce gli scottavano la pelle, ma il dolore gli ricordava che era sveglio, che era vivo. Lasciò che qualche lacrima si confondesse con l'acqua della doccia. Era l'unico luogo in cui aveva deciso di concederselo. Erano tornati alla Tana da tre giorni. Il viaggio per arrivarci aveva richiesto più di un giorno. Il Paese era in tumulto, non appena si era sparsa la voce di quello che stava succedendo a CrownCity, ovunque la gente aveva cominciato a ribellarsi al potere del Governo, rendendo la loro fuga decisamente più facile. Kyle era salito su una specie di furgone ammaccato con un medico improvvisato, con Harry e con un paio di altre persone. Avevano disteso Alexi su un telo, cercando di bloccare l'emorragia. Lei era così pallida da far paura. Non rispondeva a nessuno stimolo, sembrava morta, ma il medico garantiva che era una ragazza forte, che avrebbe potuto farcela. Kyle era rimasto al suo fianco fino a quando non furono arrivati alla Tana. Le trentadue ore e quindici minuti più lunghe della sua vita.

Al loro arrivo, un gruppo di medici era pronto ad operarla d'urgenza. Avevano il sangue, la sala allestita, i medicinali, tutto. Kyle aveva aspettato per quasi altre dodici ore che l'operazione terminasse. Gli avevano lasciato gli oggetti personali di Alexi e non riusciva a staccarsi da quel vestito coperto del suo sangue. Harry nel frattempo si era ricongiunto con il fratello, che dopo esser stato medicato era stato dichiarato fuori pericolo. 

Kyle era seduto fuori dalla sala dell'operazione da ormai quattro ore, quando una donna gli sfiorò la spalla con dolcezza. "Mamma!"

Kyle la abbracciò con calore, sollevandola da terra. Lei prese il suo viso tra le mani ossute, scostando un ricciolo dal viso stanco. Era ancora troppo presto per avere i primi riscontri su chi fosse tornato sano e salvo e chi no, e su quali prigionieri fossero riusciti a fuggire. Kyle aveva domandato più volte, ma nessuno era riuscito a dirgli nulla sulla sua famiglia. Pensava fossero tutti morti, pensava di essere rimasto solo.