Eren (11)

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Sono davanti al portone del mio palazzo e il cuore mi sta martellando il petto.
Perché non sono rimasto da Armin? Dio che ansia!
Faccio tutto molto velocemente, prendo l'ascensore, mi preparo le chiavi e appena metto piede sul mio pianerottolo entro nell'appartamento come un razzo. Tiro un sospiro di sollievo ma... il mio cuore non ne vuole sapere di calmarsi.
Guardo l'orologio e mi accorgo che sono già le nove. Mi preparo la cena con il cuore che continua a palpitare, di questo passo mi sfonderà il petto, ma non ci faccio caso e cerco di liberare la mente.
"Prima o poi dovrai vederlo"
Stupida coscienza!
Mi accendo la tv ma sono in continua agitazione, a ogni rumore che sento perdo un battito. Continuo a cucinare ma quasi faccio bruciare la pentola per la distrazione e l'agitazione.
Una volta poi spento tutto guardo il mio piatto e provo un enorme disgusto per il cibo che in genere mangio molto volentieri. Mi si è chiuso anche lo stomaco!
Quando poi per l'ennesimo momento di distrazione mi cade un bicchiere di vetro da mano, sento il campanello suonare e mi cade anche il piatto facendo rompere anche quello.
Prendo velocemente la scopa e pulisco tutto mentre il campanello suona altre sei volte.
-S-Si...- quando apro la porta per poco no svengo.
-Possiamo parlare moccioso?-
Non mi sta guardando, ha le braccia incrociate, la sigaretta in bocca e lo sguardo rivolto alle scale del palazzo, è poggiato alla porta e ha un aria incazzata. Appena si gira noto delle profonde occhiaie e il colore della sua pelle più pallido del solito.
-Ehm... S-si certo-
Faccio segno il divano e lui entra senza degnarmi di uno sguardo.
Ha evitato tutto il tempo i miei occhi, questo dovrebbe significare che non sono l'unico a sentirsi a disagio?
-Sei arrivato da tanto?-
Non è il momento di notare una cosa del genere, ma non mi piace che fumi in casa mia -No, venti minuti più o meno- balbetto.
Finalmente spegne il mozzicone e si alza venendomi in contro.
Sto lottando con tutte le mie forze per scappare via ma i miei piedi non ne vogliono sapere di muoversi da qui, sembrano incollati al pavimento, la mia bocca è secca, la mia gola stretta come un nodo e il mio cuore minaccia davvero di uscire, gli occhi chiusi e la testa gira.
-Dove sei stato moccioso- mi chiede con voce sensuale alzandomi il mento.
Continuo a tenere gli occhi chiusi e il mio respiro accellera quando lo sento troppo vicino.
-Guardami!- mi intima con la solita voce gelida.
Apro lentamente gli occhi e lo guardo, ha il solito sguardo freddo, impassibile, ma la sua mano è gentile e morbida, il suo pollice massaggia il mio labbro inferiore e... il mio stomaco si sta contorcendo dall'emozione.
Ora che lo guardo meglio la sua faccia ispira molto stress, mancanza di sonno. Sembra così delicato e vulnerabile in questo momento.
-Dovevi parlarmi?- sussurro appena, ma la risposta non sono parole.
Mi bacia, prima premendo solo le labbra, poi passa la lingua lungo le mie succhiandomele delicatamente. Il mio corpo trema ma allo stesso tempo si abbandona completamente a lui.
Dopo aver lasciato le labbra le nostre lingue cominciano a danzare man mano sempre più fameliche, sempre più desiderose e urgenti, ci stringiamo di più, i nostri respiri si mischiano le nostre mani accarezzano l'uno il corpo dell'altro.
In questo momento mi sento in balia di mille sensazioni, non sento niente se non i suoi tocchi, dolci, delicati ma allo stesso tempo sbrigativi, come se tutto questo potesse finire da un momento all'altro.
Si stacca dalle mie labbra senza fiato ma ricomincia a baciare la mia pelle partendo dal mento e scendendo pian piano fino alla spalla, una tortura che mi fa gemere e stringere a lui ad ogni centimetro più giu.
-Moccioso, voglio sentire il mio nome- dice ritornando ai miei occhi.
Mi guarda per dei minuti che mi sembrano infiniti con una nota di malizia nello sguardo che mi fa partire una scarica lungo la schiena.
Riprende a baciarmi, ma stavolta scende fino al petto e appena la sua bocca si posa su i miei capezzoli gemo il suo nome come mi ha chiesto -L-levi!-
Mi fa scivolare lentamente la camicia di dosso mentre continua il suo giro perlustrativo del mio petto.
-L-levi... non-non posso, più...- mi porto il polso a coprirmi la bocca per evitare che escano altri suoni fino a quando non si stacca da me e mi carica in spalla.
Mi da una pacca sul culo -Dov'è la tua stanza moccioso?-
-Ultima a sinistra- ansimo.
Non poteva prendermi in un altro modo? Così sono praticamente esposto a questo magnifico culo, è un pensiero che mi fa arrossire subito ma lo morderei volentieri.
-Tsk! Che macello questa stanza! L'ordine non è il tuo forte- mi butta sul letto per poi stendersi velocemente su di me.
Mi porto le mani sul volto per coprirlo e sento il calore salirmi fino alle orecchie
-Oi moccioso, che hai?-
Il mio corpo ha reagito quasi subito e per me è una cosa nuova, per questo non riesco nemmeno a guardarlo.
-Se è per quello, a me fa molto piacere- sento sussurrare al mio orecchio. Mi partono dei brividi dall'orecchio fino a scendere sulle cosce.
Riprende a stuzzicarmi, poi lentamente continua a scendere fino ad arrivare alla zip dei miei pantaloni.
Quando però armeggia vicino a questi mi irrigidisco e inquieto un po'.
Lo sento sospirare, e ritorna su per guardarmi -Preferisci che ci fermiamo qui?-
Arrossisco ancora e evito il suo sguardo -Non mi sento pronto, perdonami- sussurro. Non credevo avesse notato la mia agitazione.
Devo essere sincero ho davvero molta paura, non lo conosco affatto ed è la mia prima volta, non so come comportarmi, non so come funziona, non so che rischi corro, non so assolutamente nulla!
Si stende dietro di me e mi abbraccia.
-L-levi?- deglutisco più volte sentendo qualcosa dietro premere.
-Tch! Guarda che è colpa tua- dice allontanandosi un po'.
Da una parte è imbarazzante sentirlo, dall'altra fa piacere, vuol dire che anche io gli faccio questo effetto.
-Non hai risposto alla mia domanda- mi giro e lo guardo sorridendo per prenderlo in giro. Dovrei essere incazzato, dovrei chiedergli perché tutto questo, ma sono troppo felice in questo momento.
-Tsk! Zitto moccioso, ora dormi!-
Appena lo dice mi stringe vicino a lui, poggia la testa sul mio petto e mi rendo conto che è proprio basso.   



Spazio doppia bomboletta d'ossigeno!
Odio scrivere queste scene.
NON È VERO AMO SCRIVERE QUESTE SCENE. In realtà amo leggere queste scene. Ahahaha insomma mi ha fatto piacere scrivere una scena di queste ma preferisco leggerle, anche perché quando le scrivi non fanno lo stesso effetto di quando le leggi e non sono tue. Però insomma...
Spero vi piacciano :3
Sono troppo piccipacci (piccipacci?)
Gna gna gna gna gna *allunga le mani e apre e chiude i pugni come una neonata*
Forse ha ragione la mia migliore amica "quali problemi ti affliggono?"
Non lo so, non lo so!
Un grazie immenso a chi ha aggiunto la mia storia ai propri elenchi di lettura, sono felicissima e vi sono grata.
Al prossimo capitol!
Chu~💙

Il mio primo amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora