capitolo 6

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Sono passati due anni quando i miei genitori sono morti.
Era Novembre quando abbiamo perso ogni loro contatto.
Sono spariti per mesi.
Nessuna notizia, nessuna lettera, nessun ritorno.
All'inizio avevo paura di dimenticarli, di non ricordarli.
Ricercavo continuamente le loro fotografie. Adesso non più, ma è dura lo stesso.

"In questa dolorosa circostanza ogni parola suona superflua.
Ma con doverosa commozione dichiariamo conclusa la nostra ricerca verso i due coniugi: Paul Rodrich e Hanna Young.
Il ritrovamento dei due copri è avvenuto a Nord della Terra di Mezzo. Le preghiamo cortesemente di recuperare i due corpi per ogni procedura funebre.

Sentite condoglianze

-La Corte Reale"

Dopo questa lettera il mio cuore è andato completamente in frantumi.
Avevo solo 16 anni, e a nessuno è permesso di perdere così presto i propri cari.

‹‹Anche a me mancano molto.›› -Borbotta la zia ancora assonnata.

Era il giorno del mio sedicesimo compleanno quando hanno avuto una richiesta di soccorso nel territorio regale.
Ero sempre abituata ai loro spostamenti, in fondo erano i migliori medici che si potessero richiedere.
Erano infallibili, audaci, leali e donatori di salvezza.
Ma proprio quest'ultima me li ha portati via.
Scomparsi e ritrovati dopo tre lunghi ed interminabili mesi.

‹‹Non so perché continuo a conservare la lettera.›› -mormoro.

‹‹Li volevi bene. Non è facile superare una perdita così dolorosa. Ma in qualche modo dobbiamo pur riuscirci.››

Qui non sono l'unica ad aver perso parte della mia famiglia, anche la zia ha perso sua sorella.

‹‹Come ci riesci?›› -Domando.

‹‹A fare cosa?›› -Chiede.

Si mette seduta accanto a me coi piedi penzoloni.

‹‹A non soffrire.›› -dico.

La sua mano si posa sulla mia nuca e mi accarezza dolcemente i capelli.

‹‹Semplicemente nascondo il dolore. Ma devi pensare che se anche non ci sono più, tu hai sempre qualcuno accanto che ti vuole bene. E nonostante tutto sono contenta che abbiamo stabilito un bel contatto.››

Ripiego la lettera e la ripongo nel cassetto del comodino.

‹‹Sbaglio o è lo stesso pigiama dell'altra volta?›› -faccio notare.

Si guarda e infine scoppia a ridere.

‹‹E quelli sono i tuoi capelli?›› -Indica la massa informe sulla mia testa.

‹‹Colpita.›› -rido.

La zia piega la testa di lato e cambia improvvisamente espressione.
Mi fissa.

‹‹Cosa c'è?›› -Chiedo.

‹‹Credo che cucineró dei puncake, ne vuoi?››

Scoppio a ridere.

‹‹Credevo di risentire un'altra delle tue romanzine. Ma si, ovvio che ne voglio.››

Aspetto che si allontani dalla camera per lasciarmi andare.
L'idea della morte è un fattore che influenza in maniera sensibile la qualità della vita e quindi è giusto che abbia un posto rilevante nella strategia dell'esistenza.
L'angoscia, i ricordi tristi e le domande senza risposta possono perseguitarti senza darti pace. Puoi anche sentire che non sarai più la stessa persona, che non potrai più ridere o tornare com'eri.
Ma bisogna avere forza perché se rimani avvinghiato nel dolore per troppo tempo rischi però di restare bloccato nel sentimento della perdita, paralizzato dall'autocommiserazione e incapace di affrontare il futuro.

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora