capitolo 15

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Sono immersa nella vasca da bagno e lascio che l'acqua mi sommerga.
Vorrei affondare come l'ancora ma la vasca ha un fondo troppo basso.
Resterei in ammollo ore ed ore fino a quando l'acqua fumante intiepedisce e la pelle raggrinzisce.
Vorrei che l'acqua lavasse tutti questi pensieri che non mi abbandonano e che non mi abbandoneranno mai.
Indosso una tuta nera, ed è ironico considerando come mi sento interiormente.
Mancano solo due giorni prima della partenza e continuo a non sentirmi pronta per lasciare questa Terra.
Sento il cuore diventare sempre più nero, come di pietra.
Lo sento che si indebolisce e che piano piano muore.
Una morte dolorosa e pieno di sensi di colpa.

‹‹Pensavo che non venissi più. ›› -esclama Matt.

Alzo gli occhi al cielo.

‹‹Siamo di cattivo umore? ››

‹‹Credi di sapere tutto? ›› -chiedo brusca.

‹‹Ok Miss-oggi-odio-tutti, iniziamo? ››

Non odio tutti.
Odio lui.
Corro in un vuoto. O forse dovrei metterla in un altro modo: corro in modo da acquistare un vuoto. Ma ogni tanto un pensiero scivola dentro questo vuoto. La mente non può essere completamente assente.
Le emozioni degli esseri umani non sono abbastanza forti e costanti da sostenere il vuoto.

‹‹Fermati! ›› -urla.

Obbedisco e lo guardo in cagnesco.

‹‹C'è qualcosa che non va? Sei assente! ›› -domanda.

Tutto non va.

‹‹Non lo sono. ›› -dico.

Continua ad osservarmi.

‹‹Smettila di fissarmi! ›› -sbotto.

‹‹E tu concentrati sull'allenamento. Non pensare a nulla. ››

Come se fosse una cosa automatica e facile da gestire.
I pensieri sono forze gigantesce e plasmano il nostro carattere e determinano il nostro destino.

‹‹Mettiti nella stessa posizione di ieri, e attacca. ›› -ordina.

Il mio essere animalesco prevale e inizio a sferrare svariati pugni.
Scatto in avanti e cerco di colpirlo con tutta la mia forza, ma il violento movimento colpisce il vuoto e finisco per cadere a terra.
Rimango immobile.

‹‹Concentrati. ››

Lo guardo con occhi pieni di rabbia e disprezzo.
Lo colpisco alla tibia.

‹‹Vuoi riprovarci? ›› -domanda.

Mi massaggio le nocche doloranti.
Trattengo il respiro, più per non permettere al mio corpo di far uscire tutta la rabbia.

‹‹Quale tensione stai trattenendo? ›› -domanda.

Rabbia.
E' l'unico sentimento che riesce a sopraffare tutte le altri.
Un emozione umana naturale.
Una condizione psicologica in cui mostro un eccessiva ansia: lasciare la propria Terra e separarmi da persone a cui sono particolarmente attaccata.

‹‹Non sono affari tuoi. ›› -dico.

Scatto nella sua direzione con il pugno ben stretto, ma prima che il mio gancio giunge a segno, riesce a bloccarmi e a gettarmi a terra.
Mi dimeno compulsivamente, ma le mie mani vengono bloccate ai lati del mio viso.

‹‹Ti odio. ›› -dico.

Non ho mai veramente odiato così tanto.

‹‹Sei insopportabile e fastidioso. Avrei preferito non essermi mai iscritta››. -continuo.

Matt non sembra scomporsi, si diverte.

‹‹Non c'è niente di divertente. Spostati! ›› -urlo.

‹‹La cosa buffa è che tu sei qui, nonostante confermi ripetutamente di odiarmi.››

Mi ritrovo imprigionata tra le sue braccia con il suo petto a pochi millimetri dal mio.

‹‹Hai intensione di rimanere così ancora per molto?›› -chiedo confusa e rossa in viso per l'eccessiva vicinanza.

Matt mi fissa con quei suoi occhi verdi, le sue labbra sono vicinissime alle mie, e come al solito sento un gran caldo.

‹‹Spostati.›› -urlo.

Ubbidisce al mio ordine e si allontana di qualche passo.

‹‹Abbiamo finito?›› -chiedo.

Ritorna con due rami in mano.
Cose vuole fare?

‹‹No!›› - risponde duramente.

Mi lancia uno dei rami e lo prendo al volo.
Dimentico ogni parvenza di disciplina.

‹‹A cosa dovrebbe servirmi?›› -chiedo.

‹‹Non sei affatto sveglia.››

Gli schiocco un'occhiata feroce.
Impugno con forza il ramo e la tengo tesa nella sua direzione.

‹‹E io che per un attimo avevo scorto un pò di gentilezza.››

Mi concentro sul palmo attaccato contro il leggero strato di corteccia e lascio che il calore arrivi fino ai polpastrelli.
Non lascerò che vinca di nuovo.
E' il mio turno.

‹‹Immagino che ,alla fine, tu sei solo un placabile bisogno di attenzioni.›› -preciso sfacciata.

Lascia che la furia abbia il sopravvento e mi attacca. Mi sposto lateralmente, e con un movimento del braccio lo colpisco al mento, facendolo vacillare all'indietro.
Sorrido soddisfatta.
Riprova lo stesso movimento, ma questa volta riesco a fargli perdere l'equilibrio.
Lo costringo prono al suolo e lo immobilizzo premendo un ginocchio sulla schiena.
Cerca di divincolarsi e il suo profumo è un nettare che mi accende i sensi, sento il suo corpo vibrare esattamente come il mio.
Alzo lievemente il ginocchio così riesce a girarsi e tentare una difesa.
Appena muove la testa i nostri sguardi si incrociano, pochi centimetri separano le nostre bocce.

‹‹Sarei io quella poco sveglia?› -domando con un sorriso di vittoria.

Mi scosto e raccolgo la mia felpa.

‹‹Domani non ci sarà nessun allenamento.>››

Oh..

‹‹Ma non sono pronta.›› -dico.

Non sono in grato di affrontare nessun tipo di essere.
Sono debole e inesperta.

‹‹Lo sei.››

Si allontana senza ombra di rispetto.
Direi che è ottimo.
L'odio non si placa e nè si trasforma.
Rimane semplicemente invariato.

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora