capitolo 32

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Adoro questo abito, è adatto a me. Contorna le mie forme ma non lo fa diventare volgare.

È proprio mio.   

Continuo a guardarmi allo specchio e con l'indice tocco il labbro. È difficile capire quanto ogni palpitazione era vera. Interessarsi a qualcuno non implica urlarle contro, denigrarla e farla spazientire. Implica sguardi, emozioni, battiti. Il bacio è l'unità di misura dell'amore.

Nella coppia rappresenta un vero e proprio strumento. Il vero bacio non è una questione tecnica da saper padroneggiar, il bacio preliminare è la porta dell'anima, la strada di accesso al divino, per la sessualità sacra. Richiede presenza, intensità, creatività, coscienza, amore e intimità.

‹‹Sei davvero uno schianto, brunetta.››

Gli sorrido educata e mi avvicino al suo corpo, rimasto fermo accanto lo stipite della sua camera. Credo che mi stesse aspettando, o e quello che mi dice la mia testa confusa e piena di incomprensioni.

‹‹Anche tu stai molto bene.›› -Faccio notare.

Il blu si adatta perfettamente alla sua carnagione. Mi porge un braccio ed io infilo il mio nella sua apertura. L'accompagnatore non richiesto mi fa sostenere a lui quando scendiamo le scale. Mi guarda e mi chiede se sono pronta ad entrare.

‹‹No, tu?››

‹‹Mai stato così pronto.›› -mormora.

La sala è colma di gente, i tavoli sono finemente imbanditi e disposti lungo la parete per permettere la gente di muoversi liberamente al centro. Ci sono anziani, giovani, bambini. La musica è dolce e leggera.

‹‹Odio queste feste.›› -esclama con una smorfia buffa.

‹‹Hai già partecipato ad alcune simili?›› -chiedo.

Non conosco nulla di Alex, se non il nome e il suo umorismo fatiscente. Oltre le sue basi difensive e poco utili.

‹‹I miei mi portavano spesso a balli del genere, ma non fanno per me. Sono troppo spavaldo per queste cose.›› -indica la folla.

Improvvisamente, un bagliore attraversa tutta la sala. Per un momento, penso si tratti di un fulmine, ma subito mi rendo conto che non può trattarsi di un lampo, dato che non sparisce subito, ma continua a risplendere per di più con un'intensità sempre maggiore. Tutto è così delizioso che mi ritrovo a pensare quanto quei ragazzi hanno perduto. Potevano esserci loro al mio posto, e invece no. Mentre camminiamo assolti e divento beata alla vista di quella solita finestra laterale, divento rossa come il fuoco e la dolce melodia si precisa al mio udito come un coro di voci. Quando mi avvicino a quella luce, mi rendo conto che si tratta di nient'altro che di un candelabro.

‹‹Come ti sei ritrovato qui? Sei scappato?›› -voglio ritornare alla conversazione di prima.

Sono riuscita a scorgere la sua anima e la sua paura ancor prima di sapere chi stessi salvando. Gli ho confessato un qualcosa che nemmeno ad Albert ho avuto il coraggio. Ha visto in me dell'inspiegabile fiducia ed io ricambio, senza un vero motivo.

‹‹Mia madre è morta due anni fa, era molto malata. Abbiamo usato quasi tutti i nostri fondi per aiutarla a guarire, ma la malattia si è allargata troppo per poter far qualcosa. Non riuscivo a rimanere in quella casa con la consapevolezza che ogni cosa mi ricordava lei. Dovevo andarmene.››

Lo guardo fisso in faccia e mi piange il cuore. Dopotutto i nostri spiriti si sono riconosciuti ancora prima di tutto.

‹‹Vuoi qualcosa di forte?›› -chiede infine.

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora