capitolo 30

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‹‹Buonasera, posso aiutarti in qualche modo?›› -erchieggia una signora, tenendo in mano ancora il mestolo.

‹‹Mi chiedevo se posso mangiare qualcosa.›› -mormoro in imbarazzo.

Non sapevo dove altro andare, ma chiaramente lo stomaco aveva ben altro in mente. Magari un buon pasto può aiutarmi a stabilizzarmi e a farmi smettere di tremare.

Una ragazza viene verso la mia direzione e mi si sistema sotto il mento diverse pietanze. Si, il cibo sta decisamente aiutando l'organismo a riprendersi.

‹‹Sei una delle guardiane, giusto? Ops, scusa...non volevo sembrarti impertinente. Mi dispiace.›› -si accorge del mio sguardo attonito.

La vedo che si tocca il naso e lo arriccia di poco. Sorrido cordiale e poso il cucchiaio nella ciotola.

‹‹Si nota così tanto?›› -la mia voce sembra averla fatta rilassare un po'.

Infatti le spalle sono scese alla loro altezza e il respiro sembra essersi normalizzato. Anche se continua a maltrattarsi la pelle intorno l'unghia.

‹‹Le uniche presenze femminile nel castello si racchiudono nelle cucine e nella zona infermieristica. Ovviamente anche madame Fille. Tu, beh...salti all'occhio.›› -si gratta nuovamente la pelle arricciata sopra il naso.

Non c'è niente di più innocente di quel gesto. È così naturale, ingenuo. Che fa apparire innocente anche una ragazza come lei. Le propongo di sedersi accanto a me, ma ella rifiuta garbatamente. Si sistema il grembiule intorno alla vita e va alla ricerca di parole. L'aiuto nell'intento.

‹‹È davvero...›› -ma la voce viene interrotta dalla sua confessione.

‹‹Sono contenta che tu ce l'abbia fatta, sai...dopo che i rappresentanti hanno deciso di apportare delle regole eccezionali per la prova selettiva.››

Aggrotto subito la fronte e premo con un po' troppa forza il palmo sul tavolo. Ho le nocche bianche e il sangue non scorre come deve.

‹‹Eccezionalmente?›› -spero di aver ascoltato nel modo giusto.

Mi sta dicendo che hanno tentato un approccio diverso, e quindi porre fine a dei giovani ragazzi solo per vedere quale conseguenza catastrofica avrebbero creato?

Ma in che razza di mostruosità sono finita?

‹‹Jo!›› -qualcuno la chiama.

Vedo il suo viso ruotare appena e socchiudere le labbra. Fa un breve cenno con la mano e riporta l'espressione accigliata verso me. È risentita, sicuro con se stessa. Immagino che non le volesse dire, quelle parole. Eppure lo ha fatto, attivando in me delle emozioni contrastanti.

‹‹Devo andare.›› -sussurra.

Fa per andarsene, ma subito circondo il suo polso con due dita e supplico una risposta. Non possono davvero aver approvato una gara simile. Hanno corso il rischio di avere sulla coscienza il ricordo di quelle vite andate, e senza ripensamenti.

‹‹Ti puoi fidare di me.›› -imploro

Si guarda intorno impaurita. Temo di averle fatta troppa pressione, ma devo saperlo.

‹‹Io... non ne sono certa. A volte mi capita di avere una spiacevole sensazione, non una di quelle normali. Insomma, non sono sicura. Ma quando hanno iniziato a convocare concili su concili, avevo proprio un bruciore al petto. Lo so che non c'entra nulla con quello che vuoi sapere. Ma...›› -non ha la forza di continuare.

Le prendo la mano e la invito a continuare. Dopotutto perché dovrei essere io a dover giudicare, nonostante si tratta di semplice supposizione.

‹‹Hai presente quando percepisci che qualcosa non va? Ecco, io la sento proprio nel petto. Brucia, ma non tanto da lasciarmi senza fiato.›› -continua.

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora