capitolo 17

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E' strano come nel mondo siano state costruite tanti oggetti, di come l'evoluzione sia migliorata e nonostante tutto non abbia raggiunto un apice maggiore.
Col tempo l'uomo ha creato nuovi appigli, nuovi giocattoli, e uno tra quelli è una specie di massa di attrezzi utilizzata per un trasposto numeroso di persone.
Viene chiamata "kone" e poche persone sono riuscite ad osservare tale magnificenza.
Constiste in un abitacolo aperto sostenuto su quattro ruote.
E' un peccato che sia utilizzato ad uso privato, ma non mi dispiace.
Continuo a preferire il movimento delle mie gambe o quelle del mio fedele compagno.
Mi stringo la mano sullo stomanco e cerco di placare la sensazione di vomito. E' terribile viaggiare con questi cosi.
E' scomodo e poco sicuro.
La massa di ferraglia si ferma e finalmente riesco a risentire il mio stomaco ritornare alla sua normalità.
Quando alzo lo sguardo noto che la parte superiore delle mura è adornata di fregi, archi, alveoli.
La mia mente vaga mentro lo sguardo è incantato dal paesaggio.
E' galante, affascinante, ha un aspetto esteriore che ti invoglia ad entrarci.
La mia anima in questo momento sta vedendo la grandiosità dell'opera di Dio.
Ben presto la realtà fa capolino con prepotenza, e una delle sentinelle ci spinge ad entrare.

‹‹Non hai paura che ti possa rovinare lo smalto durante qualche combattimento?›› -parla aspramente uno dei tanti ragazzi nella massa.

‹‹Ho più paura che ti possa fare male quando si asciugherà.››

Sghigna.

‹‹Alex Port.›› -viene chiamato un nome.

Mi fa l'occhiolino e sparisce dalla mia visuale.

‹‹Lissa Rodrich.››

Sobbalzo al suono del mio nome. L'uomo si volta e mi guarda, come il resto del gruppo.
Sembrano essersi accorti solo ora della mia presenza nel corridoio.
Mi passa una chiave e noto inciso un numero: 119.

‹‹A quanto pare potremmo diventare vicini, se mai riuscirai a superare le prove.›› -continua a parlarmi lo stesso ragazzo.

Roteo gli occhi e aspetto in silenzio che siano state consegnate tutte le chiavi.

‹‹Domani avrete la giornata libera, cercate di usufruirla al meglio. Passerete le ultime due settimane costruendo la vostra immagine ed è più soddisfacente rimanere razionali se volete tenervi questo accesso.››

Appena finisce di aggiornarci su regole che sembrano essere state create proprio in questo momento, infilo la chiave nella fessura e mi addentro in quella che deve essere la mia camera.

‹‹Wow›› -penso.

Al centro della stanza c'è un letto ampio e dall'aria comoda. Mentre mi guardo intorno noto ogni dettaglio, lo specchio dorato alla sinistra, l'ampia finestra oscurata da tende color menta, l'armadio enorme color panna e il bagno altrettanto pulito e invitante.
Lascio correre le dita sui mobili e mi sembra già di osservarmi, seduta sul letto a leggere un buon libro.
Mi getto sul soffice materasso e mi lascio cullare fino al mio prossimo risveglio.

Raggi di sole mi illuminano il viso e mi costringono a svegliarmi.
Noto che indosso ancora gli stessi vestiti di ieri.
Respiro profondamente e l'unico suono che sento è il cinguettio proveniente dall'albero più in basso della mia finestra.
Il giardino, in cui si scorge appena, è stato progettato fin nei minimi dettagli.
Ci sono aiuole, alberi di pesco, e un arco verde ad indicare il punto di inizio di un maestoso e contorto labirinto naturale.
Mi tolgo i vestiti, rimanendo solo in intimo.
Raggiungo il bagno e mi osservo all'enorme specchio con indifferenza come se l'immagine riflessa è sconosciuta e lontana.
Fisico asciutto, ma non troppo. Lunghi capelli lisci, occhi color grigio, seno che riempie perfettamente l'incavo di una mano, cosce leggermente tonde. Dimostro almeno due anni in meno. Forse perchè, in effetti, quegli anni non li ho mai vissuti.

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora