Apro lentamente gli occhi e mi scosto dal pesante corpo della zia.
Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo dormito insieme e goduto semplicemente della nostra presenza.
Faccio scorrere l'acqua nella vasca e attendo che essa si riempia fino ad un'altezza adeguata.
E' così inebriante, calma che non vorresti mai più uscirne.
Ti abbandoni e scivoli dentro, perchè è l'unico momento in cui tutto è svanito.
Nulla ti tormenta, nulla ti fa piangere o gridare a squarciagola. Sei solamente un composto unico che si omologa con l'infinito.
Abbandono la mano oltre il bordo della vasca, priva di vita.
Chiudo gli occhi e lascio fluttuare i capelli nell'acqua.
Un'improvvisa sensazione di soffocamento, mi risveglia.
Tento in tutti i modi di risalire a galla, ma è come avere un peso sull'addome che ti spinge verso il fondo.
Quando ci riesco mi precipito sul pavimento e respiro adeguatamente.
Affanno, terrore.
Giro la testa e la mia gola emette un forte grido."Ti ucciderò".
Sul vetro appannato dello specchio, risalta la minaccia.
‹‹Tesoro, tutto bene? Ti ho sentito gridare.›› -mormora la zia dall'altra parte della porta.
Con il palmo della mano cancello il messaggio e faccio scattare la serratura.
‹‹Mi sembrava di aver visto un ragno.›› -mento.
Mi sorride con un'aria ancora assonnata. Sbadiglia appena e va a specchiarsi nell'angolo dove un attimo prima vi era quella terribile provocazione. Fa alcune smorfie e mi guarda con la cosa dell'occhio.
‹‹Deve averti spaventato molto questo ragno.››
Allarmata, provo a non sgranare troppo gli occhi e borbotto un lieve: ‹‹Era abbastanza grosso. Dovevi assistere.››
La vedo sorride, ovviamente presa dalla mia finta battuta, e mi pizzica la guancia con due dita.
‹‹Hai bisogno di mangiare, tesoro. Sei troppo pallida. Sicura di sentirti bene?›› -mi chiede nuovamente.
Scendiamo le scale con molta calma ed io fingo che nulla sia mai successo. Cosa che grava pesantemente sulla pila di pensieri già esistenti. Sono abbastanza sicura di non aver visto nessun entrare.
Chi mai lo avrà scritto?‹‹Posso farti una domanda?›› -bisbiglio.
Non so perché lo faccio, ma parlare in quel modo mi fa sentire meno impaurita. Probabilmente il lieve suono si confonde con il terrore che emana ogni poro, cellula e la rigidità muscolare.
Attendo che annuisca prima di formulare il quesito.
‹‹Come ha fatto Dominic Nume a rinchiuderli?››
‹‹Grazie l'aiuto di uno sciamano.›› -alza brevemente le spalle e mi guarda con la fronte aggrottata. Scommetto che è in cerca di un presumibile e concreto problema.
‹‹Credevo fosse uno stregone.››
China la testa da un lato e mi sfiora il braccio con dolcezza. Sa quanto sono impertinente e fastidiosa a volte, ma è il suo solo compito. Fornirmi delle informazioni.
‹‹No, era un semplice umano. Lo sciamano lo ha aiutato nell'impresa, ma purtroppo ha dovuto usare tutta la sua magia, finendo poi per morire.››
Camminiamo nel verde, riscaldati dal sole. Ricordo che Albert mi ha detto una versione diversa da ciò che mi sta raccontando la zia, eppure non sono certa di quale sia la verità.
‹‹Ne sei sicura?››
‹‹Tesoro, studio queste cose. Ne sono abbastanza certa.››
Mentre lascio che l'erba alta mi solletichi i polpacci, la zia mi avverte di qualcosa di altrettanto sorprendente. Sposto veloce lo sguardo verso il fondo del giardino e mi scontro con l'arrivo anticipato del gruppo.
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Nashell: La Guardiana (#1)
Fantasy#1 libro della trilogia Nashell Esiste un albero le cui radici ergono in una storia più antica e contorta della verità. Un albero che ha creato tradizioni. Diventare suo protettore è un valore che si potrae da generazioni. Chiunque pagherebbe un p...