"Fede, devi dargli tempo".
Appena tornato dall'ospedale Federico si era chiuso in bagno e per tre ore non aveva aperto la porta a nessuno. Si era buttato a terra e aveva cominciato a piangere. Sua madre era arrivata poco dopo ma non c'era stato verso di farlo uscire e neanche di calmare quei suoi singhiozzi.
"È ovvio che voglia Andy, era il suo ragazzo in quel periodo, si ricorda di lui".
Sapeva che sua madre voleva convincerlo che quella situazione era normale, che non era colpa sua se ricordava Andy, ma tutto quello gli ricordava sempre di più che Michael non sapeva di amarlo.
"Fede, ti prego. Lo so che è difficile ma così è solo peggio".
Federico non rispose e nascose il volto tra le sue ginocchia. Il freddo pavimento stava diventando scomodo per le sue gambe così si lasciò scivolare a terra, i suoi lamenti quasi silenti che rimbalzavano nell'aria. Stare in quel bagno rendeva il tutto solo peggio, perché c'era Michael anche lì dentro. Tra i profumi, tra gli spazzolini, tra gli asciugamani, in quella doccia. C'era un po' di Michael ovunque ma almeno lì i loro profumi erano mischiati, non come in camera, dove il suo naso poteva solo sentire Michael.
"Porto fuori i cani, Fede".
Sua madre era una roccia, la sua roccia, perché dalla sera dell'incidente non lo aveva mai lasciato solo e un po' si sentiva male a tenerla fuori in quel momento, ma aveva bisogno di stare solo.
Sentì la porta di casa chiudersi e Federico rilasciò un sospiro pesante, come se lo avesse trattenuto fino a quel momento per non far sentire alla madre quanto veramente stesse male.
Il silenzio rimbombò attorno alle sue orecchie e si spaventò quando sentì il cellulare vibrare.
Non voleva sentire nessuno, eppure quando lesse il nome di Giulia sullo schermo non ci mise molto a premere il tasto verde. Forse era stata sua madre a dirle di chiamarlo, ma a lui non importava.
"Pronto?".
"Fede! Ciao. Non pensavo avresti risposto".
"Ti ha detto mia mamma di chiamarmi?".
"Io...sì, mi ha appena chiamato. Spera che io abbia ancora un po' di potere su di te. In fondo siamo ancora amici. No?".
"Sì, certo".
Ci fu un attimo di silenzio perché lui non sapeva cosa dire e la sua voce era stanca, e forse Giulia stava cambiando idea su quella chiacchierata che voleva fare.
"Come ti senti?" chiese infine la ragazza.
"A terra". E il fatto che ci fosse anche letteralmente non lo aiutò, anzi, quasi sentì di aver enfatizzato la sua situazione.
"Posso immaginare. È normale in situazioni come queste".
"Me lo ripetete tutti. Sentirselo dire non aiuta".
"Lo so Fede ma cosa possiamo fare? Dirti che fai bene a chiuderti in te stesso e che distruggerti sarà la risposta ai tuoi problemi? Sono tutte cazzate e tu lo sai".
"Mika non si ricorda di me, Giulia. Al momento non vedo alternative".
"So come sei fatto, so che preferisci chiuderti in te stesso in situazioni così ma stai sbagliando e tu lo sai e non fai niente".
"Cosa posso fare, Giulia? Quando gli ho detto che stavamo insieme ci è rimasto di merda, non ha la più pallida idea di chi io sia. Mi conviene allontanarmi già adesso, no?".
"Fede, ma ti stai ascoltando? Dovresti stargli accanto, continuare a provarci. Non mollare già adesso, per quanto sei rimasto in quella stanza a ricordargli chi era, cinque minuti? Non basta questo. Magari ci vorranno anni o magari mesi, o forse non si ricorderà mai di te, ma se molli adesso non lo saprai mai".
Quella parole echeggiarono nella sua mente e qualcosa scattò.
Michael era in ospedale e non ricordava chi fosse. C'era la possibilità che non si sarebbe più ricordato di lui. Avrebbe avuto un'intera vita per rimanere solo.
"Ho ragione, vero?" chiese Giulia e a Federico scappò una leggera risata.
"Sì, cazzo" rispose. Rimase un attimo in silenzio, poi la sua voce parlò. "Ho paura".
"Lo so. Dovrai affrontarla, non ignorarla e tu lo sai fare. L'hai sempre fatto".
Federico sospirò e andò a coprirsi il volto con una mano. "Scusa, Giulia. Non dovrei parlare con te di questo".
"Ehi, ho chiamato io! Sono passati due anni, Fede. Non sono più arrabbiata. Sono ancora un po' ferita che tu mi abbia lasciato per Mika ma ehi, non potevi più stare con me, lo capisco. Saresti stato infelice e non avrebbe giovato a nessuno dei due una relazione così, no?".
Federico sorrise e si ricordò del grande peso che si era sciolto dalla sua anima quando Giulia era tornata a scrivergli dicendo che lo aveva perdonato. Averla persa come amica sarebbe stato troppo, perché comunque le voleva sempre bene, anche se non l'amava più.
"Grazie, Giulia".
"Figurati. Ora esci da quel bagno, tua mamma aveva cominciato a parlarmi del suo piano per buttare giù la porta se non fossi uscito al suo ritorno. Ce la puoi fare, Fede".
Giulia aveva ragione, ma lui volle comunque prendersi il suo tempo. Chiusa la chiamata andò a sprofondare nel divano. Sarebbe tornato da Michael, ma non quel giorno. Per quel giorno aveva già dato.
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Amnesia
FanfictionIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...