Dimenticare fu facile, forse anche troppo. Era diventato normale dimenticare qualcosa che avesse a che fare con quei quattro anni perduti, perché i ricordi di tutta la sua vita erano lì, nella sua mente, davanti ai suoi occhi che gli ricordavano che era ancora vivo e che poteva essere felice. Così Michael non ebbe problemi a dimenticare quella penna e quella sensazione provata quella mattina, e davvero, non lo fece neanche apposta, gli venne naturale. Poi però arrivò un altro ricordo a fargli visita, e il tempismo fu prevedibilmente sbagliato.
Era sera tardi, entrambi erano seduti comodi sul divano, Michael con il computer sulle gambe, Andy con il telecomando in mano. Mentre uno scriveva, l'altro cercava un qualcosa di interessante da guardare. Il zapping passivo di Andy si fermò sulla BBC1 dove stava andando in onda un vecchio episodio di Doctor Who. Istintivamente Michael alzò lo sguardo e sorrise nel vedere quel programma. Andy lo guardava spesso e aveva preso questa abitudine anche lui.
"Che episodio è?" chiese Michael. Andy prese il telecomando e con un paio di tasti trovò le info del programma.
"È il finale della decima stagione" rispose Andy.
"Oh, me lo ricordo. Ho pianto così tanto quando il Dottore si è rigenerato, adoravo Capaldi in quel ruolo" disse Michael e improvvisamente scoppiò a ridere. Andy si girò a guardarlo, confuso.
"Perché ridi?".
"Mi è venuta in mente quella sera, ti ricordi? Dio, mi hai preso in giro così tanto quando è finito l'episodio. Io piangevo e tu continuavi a ridere di me, dicevi che era solo una serie televisiva, che ero ridicolo".
Michael continuò a ridere e dovette addirittura asciugarsi una lacrime a quel ricordo. Le immagini erano confuse, ma solo perché lui continuava a ridere e sentiva quella sensazione di benessere che accompagnava quel ricordo. Si sentiva bene, in quel momento.
"Non l'ho mai fatto" rispose Andy e la sua voce bassa e cupa fece morire la risata di Michael. Il suo eco rimase fermo nell'aria per poco, perché poi si sentì solo il rumore dell'episodio di sottofondo.
"Cosa?" chiese Michael.
"Non ti ho mai preso in giro per questo episodio perché non lo abbiamo mai visto insieme. Ci eravamo già lasciati quando è uscito".
Il respiro di Michael si fece irregolare, perché non aveva minimamente pensato che non potesse essere Andy quello del ricordo. Poi si rese conto di quanto confuse e fuori fuoco fossero quelle nuove immagini, di come fosse di nuovo un insieme di sensazioni e di come non avesse notato i grandi tatuaggi sul braccio della persona che gli tirava un cuscino. Si morse il labbro e Andy spense la televisione.
Ci fu un momento di silenzio dove Michael rimase a fissare il suo compagno che fissava il vuoto.
"Eri con Federico, vero?" chiese Andy e quando Michael non rispose, si alzò dal divano. "Quindi adesso ti ricordi di lui?".
"Non lo so. Io...io pensavo fossi tu" rispose Michael, la sua voce tremolante come un ramo scosso dal vento d'inverno.
"Beh, non ero io ovviamente, era lui".
Ci fu ancora un momento di silenzio e Andy si fece coraggio e fece quelle domande che da qualche giorno teneva per sé.
"È stato lui a regalarti quella penna?" chiese. "Quella che pensavi ti avessi dato io. Era da parte sua?".
Michael rimase a fissare il suo ragazzo per diversi minuti perché non sapeva come rispondere. Se avesse detto la verità avrebbe perso Andy, perché era ancora così dannatamente insicuro e aveva paura di perderlo ancora una volta. Ma mentire non avrebbe aiutato la loro situazione e se voleva ricostruire una storia con lui, doveva essere sincero.
"Sì, era da parte sua".
"Quindi ti sei ricordato il suo viso?".
"No, all'inizio non ricordavo niente. Ho parlato con il mio dottore, Spinoza, e mi ha detto di chiamare Federico e di chiedergli della penna".
"Lo hai chiamato?". Era più sorpreso che ferito.
"Io-sì, l'ho chiamato".
"E?".
"E me l'ha confermato. Era lui".
"Quindi qualcosa adesso te lo ricordi".
"Sì, piccole cose".
"Gli hai detto che ti è tornato un ricordo?".
"No, no. Ho inventato una scusa, volevo solo avere una conferma".
Andy sotterrò il viso tra le mani e fece tre profondi respiri. Michael chiuse il computer e si strinse le ginocchia al petto, come per proteggersi, come per dirsi che ormai doveva cominciare a contare solo su sé stesso. Nessuno rimaneva veramente, in quella vita.
"Credo che dovresti trovare uno psicologo, qualcuno che possa aiutarti con questi ricordi" disse Andy rompendo quell'ennesimo silenzio. "Dobbiamo capire se la tua memoria sta tornando o se sono solo dei flash".
Michael un po' si rincuorò quando sentì Andy parlare al plurale.
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Amnesia
FanfictionIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...