19. // vite intrecciate in un ricordo

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Ottobre bussava alle loro porte, così come il cambio climatico che li costringeva a cambiare già vestiti. Londra era fredda, i maglioni lì uscivano molto in fretta dagli armadi.
Michael continuava a ricordare, non c'era verso di fermare quel fiume di ricordi e anche se venivano a strani intervalli – a volte tre ricordi in un giorno, a volte uno in tutta la settimana – pian piano qualcosa tornava.
Non sempre riguardavano Federico, erano tornati molti ricordi con la sua famiglia, dei suoi concerti e lì Michael non ci pensò neanche a nascondere la sua felicità. Ricordava i fan, i loro sorrisi, alcune stelle nei concerti, poi ricordò Luca. Una sera si era messo a leggere Il Piccolo Principe e si era ricordato del suo Piccolo Principe. Anche lì i ricordi erano sfocati ma una voce la ricordò. Subito dopo seguì il ricordo di un certo Leonardo. All'inizio pensò fosse qualcosa che avesse a che fare con Federico, dato che Leonardo era il suo secondo nome, ma poi si ricordò un viso tenero e qualcosa gli tornò in mente.
Di Federico si era ricordato ancora di piccole cose, di alcune litigate. Ancora niente di tremendamente romantico o importante, ma quello bastava a fargli tornare un po' di quei sentimenti provati. Ci provava davvero a ricordare il loro primo bacio, ma quello proprio non voleva ritornare.
Con Andy andava come doveva andare, da quando aveva ripreso a ricordare aveva notato quanto si stesse distaccando da lui e non ci provava neanche a fermarlo, forse perché entrambi sapevano dove stavano andando. Forse alla fine Michael non avrebbe avuto né Andy né Federico, ma non era quello l'importante. Non doveva avere per forza qualcuno accanto, doveva avere principalmente sé stesso.

Quel giorno era particolarmente freddo e Michael si era messo a cercare un maglione nel suo armadio. Ne trovò uno rosso e caldo e quando se lo mise addosso, pensò a come ne stesse cercando un altro.
Era rosso ma aveva un fiocco di neve in mezzo, aveva pensato. Forse lo aveva perso.
La sua mente si bloccò e con essa le sue gambe. Successe un po' a rallentatore, nella sua mente non passò più niente e fu come se qualcuno avesse acceso un proiettore interno. Immagini sfocate presero vita nella sua testa e un colore rosso catturò la sua attenzione. Con gli occhi si sforzò di mettere a fuoco il soggetto, la sua mente lo accontentò e per una volta non fu difficile.

Federico era davanti a lui, maglione rosso addosso e stava guardando proprio quel fiocco di neve al centro del maglione.
"È ridicolo!" esclamò il rapper con una risata.
"Allora toglilo, è mio!". Provò ad avvicinarsi a Federico per prenderlo ma il ragazzo fece un passo indietro.
"Ma lo sai che mi piace mettere le tue cose".
Federico sorrise nascondendo il naso sotto il colletto che con le mani stava alzando. Echeggiò una risata nel ricordo, la sua risata, e le sue mani andarono a prendere i fianchi di Federico. Lo avvicinò a sé e sentì il suo cuore battere forte nel petto.
"Devo ammettere che ti sta proprio bene" disse sussurrando. Poi si si abbassò quanto bastasse per baciare il sorriso di Federico e il suo cuore cominciò a ballare felice.

Michael sgranò gli occhi diverse volte prima di tornare a funzionare. Sentiva il respiro mozzarsi in gola, aveva caldo, si sentiva pronto a svenire, e la mano sul suo petto gli stava solo confermando l'emozione appena provata.
Non era mai successo prima. Aveva sempre e solo ricordato Federico, qualche quotidiano gesto, alcune sensazioni, qualche volta tutto insieme ma mai tutto così chiaramente.
Non si era mai ricordato un vero e proprio bacio col ragazzo. C'erano stati ricordi di abbracci, baci su guance, baci vicino alla bocca ma mai le loro labbra così unite.
Era un ricordo senza etichetta, neanche questo sapeva dove collocarlo, ma era talmente reale che Michael si sentì bene.
Il suo cuore batteva ancora forte per quel bacio e per un attimo ebbe paura che fosse un ricordo passeggero. Così provò a riviverlo, subito, immediatamente, perché doveva assicurarsi che fosse ancora lì, nella sua mente. Sorrise tra sé e sé quando ricordò la sensazione di benessere provata al tocco delle sue labbra, la felicità che lo scosse nel ricordare quel bacio, e il fatto che fosse tutto ancora lì, che riuscisse ancora a ricordare nitidamente quelle immagini, lo rese felice.
Si ritrovò la mano bagnata dalle sue stesse lacrime e si dovette sedere sul letto, perché le sue gambe non erano più abituate a tenere su così tanta felicità.
Era ancora confuso, quello non poteva metterlo da parte, ma aveva una felicità in più, un'emozione che era ritornata e per una volta, andava bene così.

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