24. // una domanda lunga una vita

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Michael era nervoso, non poteva non definirsi nervoso. Federico gli aveva scritto la mattina stessa dicendo che sarebbe arrivato il giorno dopo, perché aveva bisogno di ventiquattro ore per prepararsi e sistemare tutto.
Era mattina, la luce della sole stava filtrando dalle tende accostate e Michael cercava di fare respiri profondi. Aveva fatto una lunga passeggiata di più di un'ora con i cani, per prendere aria, ma ad ogni boccata gli sembrava di soffocare ancora di più, così era tornato a casa e si era preparato un thè. Ora era freddo e dimenticato in cucina.
L'aereo di Federico era atterrato da mezz'ora e lui gli aveva detto che lo avrebbe aspettato nel suo appartamento. Non ce l'avrebbe fatta ad andare a prenderlo.
Era più che nervoso, aveva una lama che gli contorceva lo stomaco e le sue gambe non la smettevano di farlo muovere per il salotto. Ad un certo punto si sedette sul divano e sospirò pesantemente. Non pensava sarebbe mai arrivato quel momento, il confronto dopo l'intervista. Quando aveva scoperto che ne avevano anticipato l'uscita si era arrabbiato ma era durato poco, perché ormai le sue parole erano lì, stampate nero su bianco, erano online, e lui ancora non aveva trovato il coraggio di parlare con Federico. Ancora non gli andava giù che il ragazzo avesse scoperto tutto tramite l'intervista ma un po' ne fu sollevato, perché chiamarlo per dirgli che si era ricordato qualcosa sarebbe stato decisamente imbarazzante.
Un campanello lo risvegliò dall'ansia e Michael sentì il suo cuore battere all'impazzata. Scattò in piedi e andò ad aprire il portone. La mano gli tremava e con un paio di respiri profondi provò a calmarsi. Aprì la porta di casa e uscì nel giroscala. Amira e Melachi corsero fuori e Michael non le fermò, perché erano felici e sembrava avessero fiutato una nuova vecchia presenza. Sorrise quando le vide scendere le scale e dopo appena mezzo minuto, sentì la risata di Federico e il suo cuore si fece un attimo più leggero. Sentì il ragazzo salutare i cani con voce molto allegra e i suoi passi si fecero più vicini.
A grande passo Federico raggiunse il piano di Michael e si bloccò quando vide il cantante fuori ad aspettarlo. Come se non se lo aspettasse, come se non fosse lì per lui.
"Ciao" disse Federico.
"Ciao" rispose Michael.
Si guardarono per un attimo in silenzio, Federico che cercava di recuperare il fiato perso, Michael che fissava quegli occhi che gli erano mancati.
"Hai...hai fatto buon viaggio?" chiese Michael quando si rese conto che stavano in silenzio da troppo tempo.
"Sì, grazie".
Aveva solo un borsone con sé e questo presagiva che non pensava di rimanere tanto, ma forse era solo precauzione.
"Entra".
I cani li seguirono e Michael lo condusse in salotto. Dopo avergli offerto il thè – freddo, se ne ricordò solo dopo, e fu solo felice quando Federico lo rifiutò – si sedettero sui divani uno davanti all'altro e rimasero in silenzio, Mel e Amira che si facevano coccolare da Federico.
"Come stai?" chiese Michael dopo un po'. Quei silenzi stavano diventando troppo pesanti.
"Bene. Bene. Tu?".
"Bene".
Federico rise appena a quelle parole, era assurdo. Si passò una mano tra i capelli e scosse la testa.
"Non si sa mai da dove cominciare quando si è in queste situazioni" aggiunse.
"Sì. Hai ragione" disse Michael con una risata. Si massaggiò velocemente un braccio e sorrise. "Tu puoi farmi domande, se vuoi".
"Come ti sei ricordato della penna?".
Era stato diretto, forse troppo, ma se volevano cominciare, dovevano cominciare dall'inizio. Michael annuì, si appoggiò al divano e cominciò a fare mente locale.
"Andy mi ha regalato un portachiave con chiave di sol per il compleanno. Lì ho ricordato la penna e pensavo era regalo di Andy ma lui ha detto di no. È stato un momento molto confuso, non capivo cosa mi succedeva, così ho parlato con Spinoza e lui mi ha detto di chiedere a te, perché tu sapevi cosa mi era successo in quegli anni che avevo dimenticato".
"E hai fatto finta di non ricordare?".
"Dovevo. Non ero sicuro che fosse un ricordo nostro e non pensavo che sarei tornato a ricordare te".
Federico si trattenne dal sorridere, perché aveva detto nostro, e quello era più che bello. Ma non era lì per illudersi senza risposte, così rimase serio e tornò a fare domande.
"Quindi mi hai chiamato e ti ho confermato il ricordo. Poi cos'è successo?".
"Io ha cominciato a ricordare più spesso. All'inizio ho sentito più che altro sensazioni. Tornavano sempre piccole cose, mai veri e propri ricordi. Poi una volta ho ricordato noi che guardavamo Doctor Who. Era un ricordo ancora confuso ma un po' più chiaro di altri. Lì Andy ha suggerito di vedere medico e così ho cominciato con visite e ricordi sono venuti più spesso".
"Hai ricordato Doctor Who?".
Federico sorrise a quella ironia e a come quello show avesse segnato entrambe le loro situazioni. Michael sorrise di rimando e annuì e Federico decise che gli avrebbe raccontato più avanti della sua canzone. Non era proprio il momento giusto, quello.
"Com'erano i tuoi ricordi? Voglio dire...cosa ricordavi?".
"Ricordavo momenti, molte sensazioni e vedevo cose sfocate. Non erano mai veramente chiari e il medico diceva che era normale".
"Che cosa ha cambiato tutto, Mik?" chiese Federico. "Voglio dire, perché...che cosa è successo che ti ha fatto lasciare Andy?".
"Ho avuto il mio primo ricordo chiaro" rispose Michael e sorrise. "Ho ricordato te".
Federico lo guardò e questa volta non fermò la fiamma di speranza che si accese dentro il suo cuore, perché se lo aveva ricordato e poi aveva lasciato Andy, allora qualcosa per cui provare speranza c'era ancora.
"Cos'hai ricordato?".
"Tu avevi il mio maglione rosso addosso, quello con fiocco di neve in mezzo" cominciò Michael e Federico quasi si sentì morire dentro perché era quel maglione che aveva egoisticamente e appositamente scelto di non rimandare indietro al cantante. "A te non piaceva ma ti piaceva avere cose mie addosso. Io ti ha detto che ti stava bene e poi ti ho baciato. Ho sentito tutto in quel ricordo, felicità, le risate e devo dire anche amore".
"Me lo ricordo" disse Federico. Il suo ricordo non era così nitido, ma quelle parole scatenarono qualche immagine nella sua mente e più di tutto sentì il ricordo del bacio colpirlo. "Ricordo quel bacio".
"Anche io" disse Michael, felice di poter dire quelle parole. "Io e Andy ci siamo lasciati e io sono venuto in Italia per dire te tutto ma poi...".
"Hai visto Matteo".
Ah, Matteo. Ecco come si chiama.
"Sì. Ho pensato che tu era più felice senza me. Che se ti dicevo tutto questo era solo peggio".
"Perché? Per due mesi ho provato a farti ricordare qualcosa di noi, come hai potuto anche solo pensare che sarei stato meglio senza di te?".
"Perché non posso ancora prometterti niente, Fede. Io non ricorderò mai tutta la mia vita persa. Ricorderò solo alcune cose, potrebbe fare ancora più male. Potrei di nuovo rifiutarti o dimenticare ancora. Il medico dice che è improbabile che io dimentichi tutto ancora una volta ma è una possibilità. Non è un futuro stabile quello con me"
"Non lo è mai stato, Mika" esclamò Federico e Michael lo guardò confuso. "Nessun futuro è stabile, non puoi essere sicuro di niente nella vita. Le persone si amano per anni e poi si lasciano, nessuno è al sicuro da quel punto di vista. Quindi il nostro futuro era instabile anche prima".
"Ma adesso lo è di più. E se dovesse succedere a me? Se io dovessi dimenticarti di nuovo?".
"Io sarò qui a farti ricordare tutto. Non ti lascerò andare ancora una volta, perché qualcosa sta tornando e come ti è tornata questa volta la memoria, potrebbe succedere ancora. Io sarò qui e ti aiuterò a ricordare".
Michael lo guardò e per un attimo boccheggiò, non pienamente convinto di quelle parole, e Federico andò a sedersi sul bordo del divano per avvicinarsi.
"Ti ricordi il film Cinquanta volte il primo bacio?" chiese Federico e Michael annuì. "Farò come in quel film, se necessario. Lei perdeva la memoria ogni giorno e lui le aveva creato un video da vedere ogni mattina dove le spiegava tutto, no? Farò così anche io, o troverò il mio metodo, ma rimarrò con te e ti aiuterò".
Michael guardò l'uomo seduto davanti a lui e nei suoi occhi vide la stessa passione che aveva trovato in quel ricordo e in quei mesi dopo l'incidente. Non era mai morta, solo sotterrata, eppure Michael non sapeva ancora se continuare. Non tanto per sé stesso, perché in cuor suo sentiva di potersi innamorare di quell'uomo, perché forse sentiva già qualcosa per lui. Ancora non era convinto di potergli causare ancora così tanto dolore.
"Io non posso chiedere te di fare questo" disse Michael, la voce bassa come un sussurro.
"Non me lo stai chiedendo, Mik. Ti sto dicendo che io voglio farlo".
"Perché? Come puoi volere questa situazione?".
"Ancora non l'hai capito?". Federico lo guardò e sorrise, quasi ridendo. "Perché ti amo".
Michael sussultò, perché non sentiva quelle parole da troppo tempo e sentirle pronunciare con tanta sicurezza e passione lo scosse dentro e quello bastò a risvegliarlo un po'.
"Tu hai Matteo" esclamò. "Ho visto quanto eri felice dopo quel bacio. Tu ti meriti quella felicità".
"Matteo mi ha lasciato" rispose Federico e non sentì più quel dolore che aveva sentito fino al giorno prima, perché gli era dispiaciuto interrompere così quella relazione e la tristezza era rimasta, ma non in quel momento. Si sentì egoista, ma ormai era successo e non poteva passare il resto dei suoi giorni sentendosi in colpa.
"Cosa?" chiese Michael perché quello non se lo aspettava. Si era un po' preparato, a quella conversazione, e si era sempre ricordato che Federico aveva un ragazzo a casa ad aspettarlo, e invece eccola lì la sua nuova realtà, il perché di quelle parole così sicure.
"Ha sentito la nostra chiamata e mi ha lasciato".
"Mi dispiace".
"Non sarebbe durata, lo avrei comunque perso. Prima o poi mi avresti parlato dei tuoi ricordi e lo avrei perso".
"Perché?".
Federico lo guardò confuso e Michael rimase serio, sereno, le parole che tranquille uscivano dalle sue labbra sottili.
"Voglio dire, perché pensavi che lo avresti comunque perso? Non pensavi di andare avanti con lui?".
"Era mia intenzione farlo, costruirmi una vita con Matteo, ma poi sei tornato tu. Sei tornato a ricordare qualcosa e mi hai cercato, mi è bastato quello a tornare indietro".
"Mi dispiace". Federico lo guardò confuso e quasi rise.
"Perché?".
"Perché non volevo tenerti stretto a me anche nella tua vita nuova. Volevo che fossi libero".
"Lo ero Mik, ero libero di scegliere e ho scelto di tornare da te. Ti amo ancora e so che non avrei potuto amare Matteo tanto quanto ho amato te".
"Non è detto, forse con il tempo potevi scoprire di poter amare di più lui".
Federico si fece scappare quella risata trattenuta e sorrise, sia con la bocca che con gli occhi.
"Io non credo. Non credo di poter amare un'altra persona nel modo in cui amo te".
Michael sentì quelle parole trafiggergli il cuore, e fu doloroso, ma era un dolore piacevole che lo cullò alla serenità. Sorrise all'uomo seduto davanti a lui e si passò una mano tra i capelli, il viso che diventava rosso dall'emozione.
"In tutto questo non ti ho chiesto io una cosa" disse Federico e Michael alzò lo sguardo per guardarlo.
"Cosa?" chiese.
"Tu sei disposto a ricominciare con me?".
Se l'aspettava, Michael, quella domanda, perché era lecito chiederlo e in fondo avevano parlato fino a quel momento di un possibile futuro insieme. E ora che era stato messo in chiaro che Federico era da solo e che lo amava ancora, la sua risposta fu solo più sincera.
"Io credo che posso innamorarmi ancora di te" disse Michael. "È successo una volta, può ancora succedere no?".
"Sei sicuro, Mik? Lo vuoi davvero?".
Michael sorrise e fece il passo successivo. Andò a sedersi accanto a Federico e gli prese le mani. Le strinse appena e prima di ricominciare a parlare le fissò per un momento. Le sue, così bianche e fini, che stringevano le sue così colorate e forti. Era un contrasto che gli era mancato.
"Sì. Ho ricordato qualcosa di noi ed era forte, era vero. E forse...forse provo ancora qualcosa per te, solo che ci ho messo un po' a rendermene conto. Quando ti ho visto con Matteo ho provato gelosia".
"Davvero?".
"Sì. Non è stato bello ma un po' mi ha aiutato a capire cosa provo per te".
Federico sorrise e quando guardò il sorriso negli occhi di Michael, capì qualcosa. Capì che quell'uomo che amava e che aveva sempre amato era ancora lì, che forse quel camion non lo aveva ucciso del tutto.
Ci pensò un attimo. Quel Michael non sarebbe mai tornato completamente e questo gli fece male. Aveva amato un uomo che adesso nessuno avrebbe mai più rivisto.
Federico chiuse gli occhi e ripercorse mentalmente il loro percorso.
Si erano innamorati, avevano rischiato tutto e una vita insieme a lungo termine l'avevano progettata.
C'erano i suoi sorrisi, le sue dolci parole, quelle carezze gentili che gli riservava dopo aver fatto l'amore, le sue taglienti parole durante le loro litigate, i bronci che gli metteva quando finiva la cioccolata.
Tutto quello se ne era andato.
Poi guardò l'uomo davanti a lui e vide gli stessi occhi, lo stesso sorriso, la stessa anima.
Aveva perso il suo Michael e sapeva che quel Michael non sarebbe mai ritornato completamente.
Ma un po' poteva ritrovarlo.
Potevano crearsi nuovi ricordi, insieme.
"Lo vuoi davvero?" sussurrò Federico, quasi come se fosse spaventato.
"Sì. Voglio provarci, per davvero".
"Quindi ricominciamo da capo?".
Michael annuì, un sorriso che scappava dalle sue labbra tremolanti.
"Ricominciamo".





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ANGOLO HEART
Sento le gioie cadere dal cielo, finalmente.
Non avete idea di che parto sia stato questo capitolo.
Allora, prima di tutto, sento di dovermi scusare con voi perché è un capitolo pieno di dialoghi e credo sia fisicamente doloroso leggere tutto questo. Almeno, lo è stato per me (ma forse solo perché nelle ultime 24 ore l'ho riletto come minimo tre volte). I dialoghi sono stati un po' complicati da scrivere ma alla fine è uscito un capitolo abbastanza soddisfacente.

Adesso arriva la parte divertente.
Adesso arriva la parte dove i due patati tornano a passare del tempo insieme
Di questa storia ho amato molto l'inizio e questa parte finale, quindi sono troppo felice di essere arrivata a questo punto.

Vi ringrazio per i vostri commenti così meravigliosi e per tutti gli scleri che condividete con me, grazie grazie grazie
Che dite, le minacce diminuiranno adesso?

Ci vediamo domani con il capitolo che più mi ha messo in crisi (peggio di questo, sì).

- heartcremisi

AmnesiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora