26. // una nuova quotidianità

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Amira era quella mattiniera, lo era sempre stata. Era lei che svegliava i padroni quando dormivano troppo, era lei che creava scompiglio tra le sue sorelle.
Quella mattina non fu da meno.
Federico si ritrovò il muso di Amira davanti che cercava di svegliarlo con grandi baci e ridendo scostò le coperte.
"Mmh...ho capito, ho capito...ci alziamo" disse Federico. Si stiracchiò appena e rimase qualche minuto ad accarezzare il muso del cane, poi quando aprì definitivamente gli occhi quasi scoppiò a ridere.
Michael era disteso a pancia in giù, braccia sotto il cuscino e bocca leggermente aperta.
"Mika...Mik, svegliati".
Michael grugnì, strinse il cuscino tra le braccia e aprì un occhio solo.
"Buon giorno" disse Federico con un sorriso.
"Mmh. Che ore sono?".
"Le nove".
"Ishtooerly".
"Eh?".
"È presto".
"I cani devono uscire".
"Sei tu dog sitter".
"Ehi!".
Federico prese il suo cuscino e lo lanciò addosso a Michael, il quale non provò neanche a evitarlo. Prese il cuscino e se lo sistemò accanto, lanciando un'occhiataccia al ragazzo.
"Va bene, vado io" disse Federico ridendo. Michael aveva sempre quella espressione adorabilmente stanca la mattina, con i suoi ricci arruffati, gli occhi ancora addormentati e la bocca quasi sempre mezza aperta. Ci pensò un attimo, se fosse giusto o meno in quella situazione, ma diede un calcio a quei pensieri e si abbassò a lasciare un bacio sulla guancia di Michael.
Si alzò dal letto e prima di uscire dalla stanza si girò a guardare Michael. Appoggiato al cuscino e quasi nascosto dalle braccia, c'era un suo sorriso.
Federico non ignorò quell'ondata di benessere che lo invase.

Quando Michael si svegliò, era mezzogiorno passato. La luce ormai toccava ogni angolo della stanza e aprendo gli occhi trovò Chewie e Amira addormentate accanto a lui.
Un profumo di cibo lo svegliò completamente e quando si alzò si rese conto di non ricordarsi l'ultima volta che aveva dormito così a lungo.
Strisciò i piedi fino in cucina dove trovò Federico intento a cucinare. Rimase per un momento fermo a fissarlo, un sorriso che prendeva vita sulle sue labbra. Stava semplicemente cucinando eppure quell'immagine gli riscladò il cuore. Era qualcosa di semplice, di quotidiano e allo stesso tempo era speciale. In quel momento, si sentì bene.
"Ti sei svegliato!" esclamò Federico quando notò la sua presenza. Michael gli sorrise e si avvicinò, sbadigliando.
"Mmh. È tardi. Perché non mi hai svegliato?".
"Ci ho provato ma ti sei categoricamente rifiutato di alzarti, così ti ho lasciato dormire".
"Non dormivo così tanto da...non so quanto".
Federico rise e riprese a mescolare la pasta. Michael sbirciò da dietro le sue spalle e prese il mestolo del sugo cercando di non farsi vedere, cosa che non gli riuscì.
"Hai la grazia di un elefante, Mik" disse Federico ridendo. "Non sei per niente antisgamo".
"Anti cosa?".
"Vuol dire che che non sei bravo a non farti vedere".
"Ah. Beh, il sugo è buono".
Non fu strano pranzare insieme, come non fu strano lavare i piatti insieme, cosa che neanche prima facevano, ma Michael aveva cominciato e Federico si era ritrovato ad asciugarli.
Non fu neanche strano passare il pomeriggio a suonare e cantare, perché prima raramente lo facevano, ma Federico aveva preso la chitarra ed erano finiti a cantare Michael Jackson. O meglio, Michael cantava, lui suonava e si univa solo ai ritornelli.
Fu forse un po' strano quando Michael rimase a dormire lì anche quella notte, perché non avevano parlato sul cosa fare dopo quell'appuntamento.
"Non possiamo vivere a giornata?" chiese Michael.
"Non hai impegni?" chiese di rimando Federico. Erano a letto e Federico aveva provato a chiedere cosa avrebbero fatto perché un po' voleva prepararsi.
"Ho cancellato tutti impegni di questa settimana. Poi magari farò qualcosa, ma intanto volevo essere libero. Poi mi devi portare al secondo appuntamento".
Federico scoppiò a ridere, perché dovevano uscire una seconda volta e quella era già la seconda volta che dormivano nello stesso letto.
Michael si perse a leggere qualche articolo dal cellulare mentre Federico prese un libro che aveva cominciato a leggere qualche settimana prima. Fu una situazione abbastanza casalinga, e il primo a spegnere la luce fu Michael.
Gli venne normale, se ne rese conto solo dopo e non finse di non esserne sorpreso, ma non finse neanche di non esserne felice. Spenta la luce si era girato verso Federico e si era sistemato accanto a lui. Aveva automaticamente alzato il braccio dell'altro e aveva appoggiato la testa sul suo petto.
Federico si era paralizzato un attimo, decisamente preso alla sprovvista da quel gesto. Michael aveva sentito il suo corpo irrigidirsi sotto il suo orecchio.
"Ti va bene?" chiese Michael.
"Sì, certo" rispose Federico. Michael sorrise e chiuse gli occhi, mentre Federico appoggiò il suo braccio sul corpo dell'uomo.
Era da tanto che non facevano una cosa del genere, stare insieme in un modo così semplice.
Federico ancora si chiedeva come mai Michael fosse così lanciato in quella relazione nascente. Non se lo sarebbe aspettato, perché aveva ancora in mente il suo rifiuto, lui che teneva le distanze, lui che gli diceva di amare Andy e non lui. Non capiva e non poteva ignorare la paura che lo punzecchiava da dentro, ma si fidava di Michael. Quello che aveva tra le braccia gli ricordava sempre di più l'uomo che aveva amato, perché era fatto così, era spontaneo, era dolce, sincero.
Sapeva che quel Michael non sarebbe mai completamente tornato, ma sapeva che sarebbe riuscito ad amare anche quella nuova versione di Michael.
Ben presto dovette mettere via il libro, perché non riuscì più a prestargli attenzione. I suoi pensieri volgevano verso l'uomo addormentato tra le sue braccia e per quanto bello fosse quel libro, proprio non riusciva a concentrarsi.
Rimase a fissare Michael per diversi minuti.
Il suo petto si alzava leggero, segno che era già entrato nel mondo dei sogni.
La sua bocca era di nuovo appena socchiusa, il suo caldo respiro che gli andava a toccare il tessuto del pigiama.
Non capiva perché si fosse rifugiato tra le sue braccia, era un gesto di totale fiducia.
Aveva scelto di avvicinarsi a lui e gli aveva alzato il braccio per stargli accanto nel sonno.
Anche il Michael che conosceva prima ci aveva messo un po' a lasciarsi andare così tanto, a fidarsi subito di lui. Ma non perché fosse una persona predisposta alla sfiducia, semplicemente perché avevano entrambi bisogno di conoscersi prima e quello, quello indusse solo sentimenti positivi in Federico.
Perché voleva dire che Michael sentiva davvero di conoscerlo ancora, come aveva detto.
Non era stata una frase costruita così, dal niente, aveva sentito davvero qualcosa e dentro di sé era rimasta quella consapevolezza che neanche un incidente aveva potuto abbattere.
Federico non era tipo da frasi fatte o melense, ma in quel momento non poté non pensare che a volte l'amore può davvero essere più forte di tutto.
Dopo aver spento la luce si sistemò meglio e strinse ancora una volta il corpo di Michael contro il suo. Non sapeva come sarebbe andata a finire, tra loro, ma di sicuro non gli dispiaceva finire così la giornata.
Chiuse gli occhi e la sua mente andò a vagare nel passato, in un momento che non avrebbe mai dimenticato. Non seppe dire bene perché ci avesse pensato proprio in quel momento, ma un sorriso andò a formarsi sul suo viso.

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