8. // meravigliosi disastri perduti

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Era passata una settimana da quel messaggio e Michael si sentiva come se stesse cercando di incontrare il suo amante. Scriveva a Andy sempre la sera, quando Federico andava a dormire. Non voleva dirgli che aveva contattato il suo ex, l'uomo che aveva lasciato per lui e l'uomo da cui ora voleva tornare, lasciando lui indietro. Era confuso, era una situazione troppo inverosimile. Teoricamente stava con un uomo che non amava e sentiva di tradirlo solo scrivendo al suo ex.
Poi, quell'ultima settimana non era andata bene.
Federico lo aveva portato ancora in giro, ma non c'erano più così tanti posti a Milano che fossero così importanti per loro. Di quella settimana gliene erano rimasti impressi due.
Lo aveva portato a casa dei suoi a pranzo, dicendogli che lo aveva portato lì per la prima volta la settimana dopo Parigi. Michael aveva subito sentito il calore di quella famiglia, lo avevano accolto a braccia aperte e non mostrarono nessun disagio nel presentarsi una seconda volta. La madre di Federico era così solare e vera che a Michael dispiacque non ricordare dei momenti passati con lei.
"Tu ha detto loro di noi, quella volta?" aveva chiesto Michael dopo pranzo. Erano seduti ancora a tavola e i suoi genitori erano in cucina a sistemare i piatti.
"Sì. Mamma ha detto che lo sapeva già, aspettava solo che lo ammettessi".
"E tuo papà?".
"Lui è rimasto a fissarci per almeno mezz'ora ma poi l'ha presa bene. Mi aspettavo di peggio".
Michael aveva sorriso ma non aveva sentito i ricordi di quella felicità invaderlo.
Il secondo posto era stato speciale. Federico lo aveva portato al Mediolanum Forum di Milano. Era vuoto, c'era un palco in costruzione per un imminente concerto, ma non era quel palco di cui Federico aveva parlato, e chiedergli di immaginarlo fu quasi come chiedergli di ricordare.
"Qui fanno finali di X-Factor" disse Michael, perché una lui se la ricordava.
"Sì. Qui abbiamo fatto tre finali insieme. La seconda è stata speciale".
"Perché?".
"Perché la settimana prima ti avevo baciato per la prima volta e perché quella sera abbiamo cantato insieme".
Federico si abbassò sulla radio che aveva portato e con un giro di mani fece partire una canzone. Aveva paura, ma era arrivato il momento di affrontare quella canzone.
Le prime note partirono e sul volto di Michael si dipinse un grande sorriso, perché alcune note le riconobbe. Stava lavorando a quella canzone da poco, per quel che ricordava. Aveva una base, alcune parole, un'idea che aveva paura non sarebbe riuscito a finire, perché sentiva già che mancava qualcosa. Poi la voce di Federico si fece spazio tra le sue note e Michael lo fissò, incredulo, sorpreso, forse spaventato.
Aveva lasciato che il rapper completasse la sua canzone con le sue parole, parole che faticava a capire perché erano veloci e non ricordava l'italiano imparato. Poi successe qualcosa, qualcosa di molto strano.
Michael cominciò a piangere. Non fu un pianto forte, disperato, ma cominciò con qualche timida lacrima che cominciò a cadere sulle sue guance, perché qualcosa quella canzone glielo fece provare.
Sentì l'emozione di un lavoro finito, sentì la felicità di aver trovato un amico e di aver vissuto una collaborazione così sincera e pura. Si ricordò la sensazione di soddisfazione provata quando avevano sentito la registrazione finale, ma non ricordò nessuna immagine.
"Hai finito mia canzone?" chiese Michael. Federico annuì, sorridendo, rimanendo triste.
"Quella sera, in quel bar dove ti ho portato, dove ci siamo ubriacati. Lì mi hai fatto sentire il demo e mi hai chiesto se conoscevo un rapper che poteva finirla. Lì è cominciato tutto".
"Come l'abbiamo chiamata?".
"Beautiful Disaster".
"È bella. Canzone dico, e anche titolo".
"Il titolo è stata una tua idea".
"Perché mi dici solo adesso di canzone? Perché non prima in bar?".
"Avevo paura".
"Di cosa?".
"Che la rifiutassi. La conosci solo come tua, poi è diventata qualcosa di solo nostro. Non volevo togliere quella magia che la circondava, ecco. Eravamo proprio soddisfatti a canzone finita, era bello".
"Lo ricordo".
Michael si morse il labbro perché gli occhi di Federico s'illuminarono come le luci a Natale. Non avrebbe dovuto dirlo, era stato avventato, ma si ricordava delle emozioni, quello era vero.
"Cosa?" chiese Federico con un filo di voce. In quel momento, s'illuse. Pensò che forse la loro canzone lo avesse pian piano riportato indietro e si diede dello stupido per aver aspettato così tanto. Poi, Michael rispose.
"Non vedo immagini, ma ricordo emozioni. Noi che siamo soddisf...soddisfatati? Ricordo belle emozioni. Non ricordo immagini".
Federico annuì, sorrise e strinse i pugni. Aveva lasciato quasi crollare il suo muro, a casa si sarebbe dato un pugno da solo.
"Va bene. È già qualcosa di buono".
"Sì. Va bene".
E andava bene, ma Michael non ricordò altro. Aveva avuto anche lui un barlume di speranza, di ritornare a quella vita non sua che però sembrava renderlo felice. Ma non era successo e lui aveva ancora Andy nel suo cuore. Quella sera, tornati a casa, si nascose sotto il letto e scrisse ad Andy. Non sapeva ancora come incontrarlo, Andy non era riuscito a lasciare l'Inghilterra in quei giorni ma quella sera gli rispose che era libero. Michael sorrise e le sue dita cominciarono a scrivere una risposta quando sentì bussare.
"Yes?".
"Posso?".
"Certo".
Michael lasciò il cellulare sotto le coperte e fece segno a Federico di sedersi sul letto. Non era ancora disposto a lasciarlo dormire accanto a lui ma non gli dispiaceva più così tanto averlo vicino.
"So che sta diventando difficile per te" cominciò Federico senza neanche girarci intorno. Michael si mise comodo seduto e congiunse le mani. "E posso immaginare quanto frustrante sia tutto questo. Ho una proposta per te".
Federico rimase a fissare le lenzuola per un po', la sua bocca in continuo movimento ma senza nessun suono che fuoriusciva da essa.
"Dimmi" lo incalzò Michael, sperando che quello bastasse a sbloccarlo.
"Ti propongo un ultimo posto, ma non a Milano. Abbiamo posti speciali anche in altri paesi ma ce n'è uno davvero speciale, per noi, dove vorrei portarti. Solo lì, poi ti lascerò andare".
Michael fu sorpreso di sentire quelle parole, perché avendo imparato a conoscere di nuovo Federico, aveva visto che era uno che non si arrendeva facilmente. Lavora sodo per i suoi ideali e non mollava mai. Forse, però, adesso non si stava arrendendo. Stava solo accettando una cruda realtà.
"Posso farcela, io crede" rispose Michael. "A vedere tanti altri posti. Forse uno non basta a farmi ricordare".
"Sono due settimane che ti porto in giro, Mik. So che potrebbero volerci anni ma questa vita non è tua. Stai vivendo una vita che non ti appartiene".
"Io ha scelto questa vita, come può tu dire che non mi appartiene?".
"Perché tu ricordi la tua vita passata. Pensi che non lo abbia notato? So che ti manca Andy, so che vuoi tornare a quella vita perché qui non sei felice e so che non posso farci niente, non è colpa tua. Voglio provarci ancora una volta, poi prometto di lasciarti andare".
Ci fu un momento di silenzio dove Michael rimase a considerare le opzioni. Ancora non gli aveva detto dove voleva andare, ma quello non era importante. Quello che importava era la sua decisione. Avrebbe potuto scegliere di rimanergli accanto, di provare a vivere di nuovo quella vita con lui che aveva scelto di vivere, perché forse si sarebbe innamorato di nuovo. Il suo cuore lo aveva fatto una volta, poteva rifarlo. Ma aveva la possibilità di ritornare da Andy, dal suo amore. Non sapeva se Andy fosse disposto a ritornare con lui, da quel che aveva capito aveva un flirt in quel momento ma forse lo amava ancora. E sapeva che, in quel momento, era incline a tornare da Andy.
"Perché tu fai questo?" chiese Michael. "Se tu sa che io voglio tornare da Andy, perché dai a me scelta?".
"Perché ti amo" rispose Federico. Michael sussultò, appena, perché non era abituato a sentire quelle parole. "Ti amo, Mik, e se devo lasciarti andare, ti lascerò andare. Non sarò io a tenerti chiuso in un mondo che non ami più".
E lui non lo amava, ci aveva provato, a ricordare quelle emozioni, ma non riusciva a ritrovarle. Non ricordava e non amava quella sua realtà.
"Dove vuoi andare?" chiese Michael.
"A Parigi".


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ANGOLO HEART
Per una ragione o per l'altra, riesco sempre a farvi odiare Mika.
No sul serio, pensavo di leggere commenti tipo "Povero Mika, in fondo ha avuto un incidente, l'amnesia è una brutta cosa che non si più controllare" e invece mi son ritrovata odio nei suoi confronti, evviva! Ahahah non pensavo fosse possibile. Tutti ad amare quella patata di Fede ♥

Scusate il ritardo dell'aggiornamento, oggi ho avuto un sacco di problemi con i computer mentre lavoravo e non siamo neanche riusciti a risolverli (è il karma che mi colpisce per aver fatto perdere la memoria a Michael, lo so).

Quindi prossimo capitolo: Parigi!
E questo vuol dire che sabato è arrivato e con lui il brutto colpo.
Son curiosa di sapere che cosa vi aspettate nel prossimo capitolo. 
E con questo, passo e chiudo. Preparatevi per domani (è uno dei miei capitoli preferiti).

Ciao!
- heartcremisi

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