12. // addio.

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Si era dimenticato di quanto fosse bella Londra. Era un po' grigia come città, la pioggia faceva parte della quotidianità di tutti, ma aveva la sua storia e i suoi posti speciali, quello bastava a renderla speciale anche per lui.
Federico buttò un occhio alla città vista dal quello che una volta era il loro appartamento, poi tornò ad impacchettare i suoi effetti personali.
Appena qualche giorno prima la situazione era invertita. Michael impacchettava le sue cose a Milano, ora lui si riprendeva le sue cose da Londra. Era strano, non pensava che dopo appena due anni di relazione sarebbero arrivati a quel punto.
Andy era partito da Milano un paio di giorni prima rispetto a loro, così aveva potuto scaricare tutti gli scatoloni senza troppi problemi e quando Michael e Federico erano arrivati a Londra, Andy se ne era già andato. Almeno lì non lo avrebbe più visto.
Federico non sapeva più come comportarsi attorno a Michael, erano arrivati a quel punto dove qualsiasi cosa detta poteva essere fraintesa e i loro discorsi erano più che limitati.
In un giorno Federico aveva impacchettato gran parte delle sue cose, a Londra ancora non aveva veramente messo radici, così in quell'appartamento non vi aveva lasciato poi così tanto. Un paio di giorni sarebbero bastati a prendere tutto.
Quella sera chiamò sua madre, per informarla che stavano bene e le chiese come stavano le sue due cucciole.
"Stanno bene, cercano Amira e Melachi" rispose Tatiana. Federico buttò un occhio ai due cani distesi sul tappeto accanto a lui. Era triste pensare che Gue e Chewie non le avrebbero più riviste. Ancora si stupiva di quanto unite fossero, quelle quattro sorelle, perché un po' sorelle lo erano diventate. Si erano formati anche i gruppetti, Gue aveva legato più con Melachi, mentre Amira si era subito affezionata a Chewie.
"Si abitueranno a stare da sole. Lo erano anche prima che arrivassero Mel e Amira" rispose Federico.
"Lo so ma i primi mesi saranno tristi. Pensavo di chiederti di venire a vivere da noi, almeno per qualche mese".
"Mamma, starò bene".
"Lo so che starai bene ma sarai triste e le cucciole saranno tristi e ci sarà troppa tristezza intorno a voi, vi farà bene stare in un altro ambiente".
Adorava sua madre. Sapeva essere una dura ma aveva un cuore d'oro.
"Magari potete passare da me qualche volta. Non credo che avrò voglia di fare il depresso sul vostro divano. Il mio è più comodo".
Scapparono alcune risate, e Federico un po' sorrise.
"Fe', voglio solo aiutarti".
"Lo so mamma e ti ringrazio. Ci penso su, magari domani cambio idea".
Non pensava avrebbe cambiato idea così facilmente, ma promise alla madre che ci avrebbe provato.
Quella sera dormì nel letto matrimoniale e Michael sul divano. Quasi rise a come la situazione si fosse capovolta, ma ne fu felice. Riuscì a passare un'ultima notte con Mel e Amira. Avrebbe sentito la loro mancanza, di quello ne era sicuro. Le sentiva davvero sue a quel punto.
Il giorno dopo lo passò a impacchettare le ultime cose e il suo cuore fece un salto nel profondo quando prese una cornice da quello che una volta era il suo comodino.
La tenne stretta tra le mani e i suoi occhi guardarono quella foto di loro due scattata appena un anno prima. Nella foto erano seduti sul divano della casa nuova e i quattro cani erano distesi attorno a loro. Federico aveva il suo solito sorriso a trentadue denti stampato sul volto e felice mostrava il segno della vittoria, mentre Michael rideva e con una mano si teneva quel cappello nero che tanto amavano.
Era una foto felice, era stata sempre sua madre a scattargliela. Federico dovette sedersi sul letto per riprendere fiato e per cacciare indietro quelle lacrime. Alzò lo sguardo dalla foto e si guardò intorno. Stava diventando tutto sempre un po' più reale. Più andava avanti, più capiva che cosa stava lasciando indietro. Ancora sembrava surreale, non ne era completamente conscio, ma sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi. Senza pensarci troppo prese la foto e la rimosse dalla cornice. Lasciò il pezzo di legno vuoto sul comodino e le sue mani fecero per strappare quella foto ma non ne trovò la forza. Sospirò pesantemente e la lasciò cadere nello scatolone che avrebbe riportato a casa. Un giorno l'avrebbe nascosta, forse strappata per davvero, ma ancora non era pronto a chiudere quel capitolo.
Finì di sistemare gli scatoloni verso sera e Michael rientrò in casa subito dopo cena. Non era quasi mai stato presente in quei due giorni, più che altro perché sapeva che Federico aveva bisogno dei suoi spazi.
Michael buttò un occhio accanto alla porta e vide gli scatoloni impilati.
"Hai già finito?" chiese sorpreso.
"Sì, non avevo tante cose qui. Abbiamo vissuto più a Milano, negli ultimi due anni" rispose Federico dal divano. Stava coccolando Mel e Amira e fu solo felice quando i cani scelsero di rimanere vicino a lui piuttosto che alzarsi per salutare il padrone. La prese come una piccola rivincita, come se anche i cani capissero che cosa stesse succedendo e quello poteva forse essere un segnale che tanto d'accordo non erano su quella loro separazione.
"Oh, okay" rispose Michael.
"Ho già prenotato un biglietto per domani pomeriggio. Ho l'aereo alle sei".
"Va bene".
Federico annuì e si alzò dal divano.
"Le ho già portate fuori io e hanno anche cenato".
"Grazie".
"Figurati. Vado a dormire. Buona notte".
"Federico, aspetta".
Federico si girò e davanti si ritrovò il triste sguardo di Michael. Sapeva dargli solo quello.
"Mi dispiace" disse Michael.
"Lo hai già detto" ribatté Federico. "E questo non cambia niente. Buona notte".
Si recò in bagno e dopo essersi cambiato, andò in camera e trovò i cani già sistemati sul letto. Sorrise e decise che per quella sera non si sarebbe buttato a terra con il morale. Chiuse la porta e si buttò sul letto, sotterrandosi sotto le lenzuola con Mel e Amira che ancora una volta si accoccolavano accanto a lui. Federico si addormentò con una mano tra il pelo di Amira e una lacrima riuscì a scappare dai suoi occhi. Quella era davvero l'ultima notte.

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