Il telefono di casa squillava impazzito ogni due secondi, perché non faceva in tempo a finire di suonare che il cellulare cominciava a vibrargli in tasca e quando finiva, ritornava a squillare il telefono.
Sua madre, Ax, la stampa, amici, perfino Giulia gli aveva scritto un messaggio, anche se corto. Tutti chiamavano per sapere come stava, per l'esclusiva, per entrare nella sua vita e spiarci come sapevano fare solo loro. Non aveva problemi a far entrare sua madre o i suoi amici, ma la stampa non poteva reggerla e in quel momento neanche un volto amico era di suo gradimento.
"È meglio se va a casa a riposare" aveva detto il medico ma stare lì stava peggiorando tutto.
Erano passati due giorni dall'incidente e i dottori avevano limitato i contatti con Michael perché dovevano fare tutti gli esami necessari per vedere com'era veramente la situazione. Avere accanto persone troppo sconosciute avrebbe alterato l'umore dell'uomo ed era meglio evitarlo in una situazione così delicata. Poi Federico pensò a quelle parole. Persone sconosciute. Lui non doveva esserlo. Lui doveva avere il privilegio di essere tra le uniche persone di cui Michael si fidava.
Si accasciò sul divano e appena i cani si accoccolarono attorno e sopra di lui, chiuse gli occhi e si addormentò. Non fece sogni, quel pomeriggio, nella sua mente ritornarono solo le memorie dell'incidente che lo svegliarono nel cuore della notte con un urlo nel cuore.xxx
"Oggi vorremmo mettere alla prova la sua memoria, vedere se ricorda qualcosa degli ultimi quattro anni" disse il dottore. Federico annuì e sua madre lo accarezzò velocemente sul braccio.
"In questi giorni ha ricordato qualcosa?" chiese Federico.
"Non ha mai parlato di ricordi tornati improvvisamente, sa chi è, sa cosa fa, ma per adesso non dà segni di ricordare oltre l'estate del 2014" rispose il dottore e Federico annuì. In quei due giorni lontano da Michael il suo cuore si era costruito un muro protettivo intorno a sé, perché sapeva di averne bisogno. "Ha portato alcune foto?".
"Sì, ho un album degli ultimi anni" rispose il milanese mostrando il librone che aveva in mano. Il dottore annuì ed entrarono in stanza. Tatiana rimase fuori, sapeva di essere di troppo, perché se non ricordava il figlio, come poteva ricordare lei? Federico le diede un bacio veloce sulla guancia prima di entrare in stanza.
Michael era seduto sul lettino e la vestaglia ospedaliera era sparita. Indossava una tuta, un po' più grande del dovuto, e il pallore sul suo viso era quasi sparito.
"Buon giorno Michael" disse il dottor Spinoza.
"Buonggiorno" rispose Michael con un sorriso. Sembrava aver ripreso il suo solito gaio umore.
"Come ti senti oggi?".
"Meglio, thanks. Oh Fedez, tu qui!".
Federico sorrise e si avvicinò quanto bastasse al letto, dalla parte opposta del medico, ma mantenne le distanze.
"Ciao Michael".
"Please, call me Mika. Michael è tanto formale".
Il rapper rise perché gliel'aveva già detto, anni prima.
"Michael, oggi proveremo a mostrarti delle foto degli ultimi anni per vedere se ricordi qualcosa. Va bene per te?" chiese il dottore e Michael annuì, il suo sguardo sereno ma allo stesso tempo appena corrucciato. Il dottore annuì a Federico e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Aprì l'album e lo porse a Michael.
Erano foto principalmente di loro due in vari viaggi o eventi a cui avevano partecipato, alcune feste di Natale, un po' della loro quotidianità. Michael non chiese come mai fosse lui ad avere le sue foto, perché fosse proprio lui lì ad aiutarlo in quel momento.
"Questa l'ho fatta io" disse Federico indicando una foto di Michael che guardava il panorama da una ringhiera. "Eravamo a Londra, era inverno".
"Che ano era?".
Federico sentì il suo cuore spezzarsi, quasi letteralmente. Le sue labbra s'inclinarono in un sorriso e una risata stava per uscirgli dalla bocca, ma il suo cuore gli ricordò che quella scena era già successa, tre anni prima alle audizioni di X-Factor 9. E quello gli bastò per sperare.
"Anno. Mettici due 'n'".
Michael lo guardò confuso.
"Eh?".
"Hai detto 'ano'. È anno".
Il libanese accennò un sorriso e roteò gli occhi.
"Ah già, my bad. Anyway, che anno era?".
Non rise a singhiozzo, non affondò il viso nella sua mano, non ripeté la frase corretta al microfono. Federico cercò di non pensarci e tornò a guardare la foto.
"Era il 2016. Era fine febbraio, se ricordo bene".
Michael annuì e passò oltre. Non ricordò di quella visita improvvisata a Londra da parte di Federico e di come lo avesse portato in giro per la città. Erano ancora solo amici, lì. Gli occhi di Michael viaggiarono tra i ricordi che aveva dimenticato e nessuna foto gli suscitò una qualche emozione, finché non posò un dito su una.
"E questa?".
Federico guardò l'immagine indicata e qui un sorriso non riuscì a trattenerlo.
"Era sempre il 2016, giugno. Mi hai portato a Parigi".
Nella foto Michael abbracciava per la vita un Federico molto sorridente e molto arrossato. Erano in cima alla Tour Eiffel, una turista tedesca si era offerta di fargli la foto. Erano felici. Si erano messi insieme quella mattina.
"Ti ho portato molto in giro, eh? Io felice che noi diventati amici" disse Michael e quando girò pagina, Federico si sentì morire dentro. Non aveva riconosciuto le emozioni nella foto, non le aveva sentite dentro di sé. Il suo muro gli ricordò che sarebbe andata avanti così per mesi, se non anni, forse anche per tutta la vita e quindi doveva farci l'abitudine. Poi quel pensiero lo spaventò, perché non ci aveva veramente pensato fino a quel momento, che forse quella sarebbe stata la sua nuova vita. Una vita dove avrebbe dovuto ricordare a Michael chi fosse e come fossero arrivati a quel punto. In quel momento, si rese conto di quale fosse la sua nuova realtà ed era tremendamente assurda.
"Wait, is this real?".
Michael indicò una foto, una delle sue preferite. O almeno lo era una volta.
C'erano di nuovo loro due, erano in piedi ed erano nel salotto della loro nuova casa. Le mani di Michael avvolgevano il volto di Federico, mentre quelle del rapper stringevano la vita al libanese. Si stavano baciando e si potevano intravedere i loro sorrisi.
"Ce l'ha scattata mia madre quando ci siamo trasferiti nella nostra casa a Milano" rispose Federico, la sua voce tremolante. Provò a nasconderlo, in qualche modo, ma non ci riuscì bene. "È stato poco più di un anno fa, circa, erano i primi mesi del 2017".
Michael alzò lo sguardo e nel suo volto si riconobbe il panico misto allo shock. Non era quella la realtà che si aspettava.
"Aspetta. Noi due vivere insieme?".
Federico annuì e quando gli occhi del cantante ritornarono sulla foto ancora più shockati, Federico parlò.
"Stiamo insieme da due anni, Mik".
"Cosa?!".
Se lo aspettava, sotto sotto. Forse però non si aspettava che gli facesse così tanto male.
"Ma come...no è possibile. Dove è Andy?".
E se prima sentiva dolore, adesso non lo sentiva più. Perché aveva dimenticato Andy, per un momento, perché avevano chiuso quel capitolo anni prima e da quanto stavano insieme era come se non ci fosse mai stato nessun altro nella vita di Michael, come se non si fossero mai lasciati per una vita intera.
Avevano fatto le cose in fretta, loro, ma relativamente con calma. Erano andati a vivere insieme dopo appena sette mesi di relazione, sarebbe stato presto per chiunque ma per qualche strana ragione, per loro era il momento giusto. Era strano da spiegare, entrambi non erano mai veramente riusciti a dare voce a quel sentimento. Era come se avessero sentito entrambi qualcosa, dentro di loro, qualcosa che li avesse fatto capire che era la cosa giusta da fare, perché si conoscevano così bene che sembrava di stare insieme da una vita. Era giusto, in quel momento.
"Cosa successo? Mi ha lasciato?".
Le lacrime cominciarono a cadere, sia sul viso di Michael che su quello di Federico, e con un po' troppa forza il libanese chiuse l'album e lo buttò in fondo al letto.
"Non ha senso. I need Andy, I need my family. I don't understand what's happening!".
Spinoza cominciò a calmare Michael e ben presto il cantante andò in iperventilazione. Accanto a lui due infermiere erano già pronte con il sedativo in mano e quando Michael cominciò a non stare più fermo, si avvicinarono e Federico scappò.
Scappò via da quella porta e lontano anche da sua madre. Aveva solo bisogno di respirare un po' d'aria fresca, perché lì dentro c'era solo aria di dolore.
-------------------------------------------
ANGOLO HEART ♥
Buon pomeriggio a tutti!
Prima di tutto son davvero davvero felice di aver ritrovato alcuni di voi anche in questa storia, è stato bellissimo ♥ quindi grazie e grazie a tutti voi che avete commentato/stellinato (nuovi termini a caso ahah).Immagino sia un po' confusa la storia di Fedez e Mika qui, come è iniziata la loro relazione, quando e via così, ma pian piano verrà tutto spiegato, promesso :)
Per quanto riguarda la storia generale, ho davvero cercato di rimanere fedele alla realtà e ai personaggi come sono realmente, ma credo che comunque in certi punti risultino un po' OOC. Non so, ho questa sensazione, staremo a vedere! x)Intanto ancora grazie e che i Midez siano con voi.
A domani! ☺
(la felicità di tornare a dire queste parole, che magia!)- heartcremisi
STAI LEGGENDO
Amnesia
Fiksi PenggemarIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...