Odiava le maschere e non sopportava quando le persone si nascondevano dietro quelle falsità, non lo trovava giusto. La vita non gliel'aveva mai data facile e aveva sempre preferito dire le cose come stavano, dire la verità in faccia. Quella volta, seduto in quell'albergo, la verità come stava proprio non riusciva a dirla e una maschera se l'era costruita pure lui.
"Possiamo smettere, se vuoi" disse l'uomo seduto davanti a lui. Federico sorrise e scosse la testa.
"No, posso farcela. Ero solo un attimo sovrappensiero" rispose. "Puoi rifarmi la domanda?".
"Volevo sapere se siete rimasti amici, tu e Michael, dopo questa definitiva rottura".
Federico finse un sorriso e cominciò a rispondere. Era la prima intervista che rilasciava dopo l'incidente, erano passati quattro mesi da quel giorno e adesso che Michael se ne era andato non aveva più niente da nascondere. O meglio, doveva nascondere il suo dolore, perché quello era suo e voleva tenerlo privato, ma non dovevano più nascondere di non stare più insieme.
Così aveva parlato di come avesse provato a far tornare la memoria al cantante, di quei quasi due mesi passati a visitare vari posti a Milano, delle foto, delle loro storie. Raccontò del loro viaggio a Parigi, ma con discrezione, e di come erano arrivati a chiudere il loro rapporto. Nascose il dolore della sua realtà sotto facili parole che descrissero di come avessero deciso insieme di lasciarsi. Non mentì quando gli chiese se avesse provato dolore, perché era successo qualcosa di improvviso e dolore ne aveva provato, ma raccontò di essere in grado di andare avanti e a quell'ultima domanda, mentì ancora.
"Sì, siamo ancora amici. Siamo tornati alle nostre vite che avevamo prima di metterci insieme e un po' mancherà stare insieme, ovvio. Non abbiamo avuto l'opportunità di finire la nostra storia come si deve, siamo stati un po' interrotti. Ma è la vita, è andata così e va bene. Ci sentiamo ancora qualche volta, almeno siamo riusciti a recuperare la nostra amicizia".Tornato a casa, si buttò sul divano e accese la televisione. Su un canale trovò Iron Man e senza neanche seguirlo, rimase a fissare lo schermo sperando di sentire qualcosa. Gli sarebbe bastato qualsiasi cosa, un qualsiasi sentimento diverso dal dolore. Chewie e Gue saltarono sul divano accanto a lui. Sua madre aveva ragione. Quell'atmosfera era troppo triste per loro tre.
Federico chiuse gli occhi e si addormentò, la sua mente che andò a vagare su un posto lontano da casa sua, in una città chiamata Londra. Si chiese cosa stesse facendo Michael. Erano passati ormai due mesi dal loro addio.xxx
Michael si svegliò quel giorno con un grande sorriso stampato in faccia, come accadeva da ormai due mesi. Era felice, le bianche lenzuola che lo coprivano gli ricordavano che era a casa e il suo fisico non risentiva più dell'incidente. Poi si ricordava dell'incidente e cercava di scacciare via la tristezza pensando che era tornato alla sua vera vita. Gli era facile scacciare via quel pensiero, non aveva mai ricordato l'incidente vero e proprio.
Andy lo svegliava quasi ogni mattina con caffè e brioche, portavano fuori i cani insieme e pian piano stava ricominciando la sua vita lavorativa. Aveva cominciato con degli incontri con il suo manager, perché in quei quattro anni di vita persi aveva perso anche la sua musica che aveva condiviso con i suoi fan e non sapeva dove ricominciare, così insieme cominciarono a stabilire il punto della situazione. Aveva rilasciato anche un'intervista, sull'incidente, e sulla sua ormai finita relazione con Federico, anche se non aveva molto da dire. In fondo, non ricordava niente.
Fece per alzarsi dal letto quando la porta della camera si aprì ed entrò Andy con un vassoio tra le mani e i cani che lo seguivano.
"Tanti auguri!" disse Andy sedendosi accanto a lui. Michael sorrise, sinceramente compiaciuto e appena Andy sistemò il vassoio davanti a lui, si avvicinò a baciarlo.
"Grazie! La colazione a letto, mmh tu mi vizi" disse Michael.
"Ho pensato che avessi bisogno di qualcosa di speciale per il tuo compleanno" rispose Andy e guardò il suo ragazzo addentare il toast con formaggio fresco e fragole. "Che cosa vuoi fare oggi?".
"Non lo so. Possiamo passare la giornata insieme? Solo noi due".
"Mi farebbe molto piacere".
Erano ancora un po' distanti, Andy non era ancora completamente disposto a mettere di nuovo tutto sé stesso in quella situazione, ma Michael ripeteva che avevano tempo e che lui non aveva fretta.
Si sentì felice, quella mattina. Dopo colazione Andy portò fuori i cani e Michael rimase a sistemare la cucina, anche se il suo ragazzo quasi lo costrinse a stare sul divano.
"È il tuo compleanno, dovresti riposare!".
Ma mettere in ordine la cucina era quasi rilassante.
Prese una tazza e cominciò a lavarla quando gli venne in mente una situazione simile. Andy che lo svegliava con un bacio, lui che ripuliva i rimasugli della colazione e Andy che usciva con i cani. Era un ricordo abbastanza ricorrente e fu felice di poterlo ricordare. Gli veniva naturale ed erano situazioni come quelle che lo convincevano che era nel posto giusto.
Quando Andy tornò dalla passeggiata Michael cominciò a prepararsi, ma il ragazzo lo fermò con un pacchetto tra le mani.
"Che cos'è?" chiese Michael.
"Ti ho preso una cosa. Appena l'ho visto ho pensato a te" rispose Andy. Michael lo baciò velocemente e cominciò subito a spacchettare il regalo, la curiosità che andava a punzecchiarglo. Tra le mani si ritrovò un piccolo portachiavi color argento con una chiave di sol pendente.
"So che è una cosa semplice ma ho pensato che fosse perfetta per te".
"Oh, l'adoro! Grazie". Gli diede un altro bacio e tornò a guardare il portachiavi. La sua bocca si piegò in un sorriso quando si ricordò di un regalo simile fatto qualche anno prima.
"Questa chiave di sol mi ricorda la penna che mi hai regalato anni fa, ti ricordi?".
"Una penna?".
"Sì, una penna con sopra una chiave di sol. Devo ancora averla da qualche parte".
"Non ti ho mai regalato una penna".
"No? Eppure me lo ricordo bene".
"Forse stai confondendo dei vecchi ricordi? È qualcosa che può succedere in queste circostanze".
Michael aggrottò la fronte e rimase a fissare il portachiavi con fare dubbioso. Ricordava chiaramente quel ricordo. Era il suo compleanno, non ricordava l'anno, ma ricordava di aver aperto un pacchetto avvolto da una carta bianca con pois rossi e blu e di averci trovato una penna stilo con sopra disegnata una grande chiave di sol. In quei due mesi aveva trovato un modo per capire quando un ricordo era suo e vero o quando uno era solo invenzione di parole e supposizioni, o di racconti altrui. Quello era vero, perché ricordava di essersi sentito felice.
"Non stressarti adesso, era solo una penna" disse Andy. Michael annuì e lasciò il suo nuovo portachiavi sul tavolo prima di uscire.
Era sicuro di quel ricordo, eppure sentiva che c'era qualcosa che non andava. Mancava qualcosa.
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Amnesia
FanfictionIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...