21. // in un universo che va in un loop contrario

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Federico passò il suo compleanno in famiglia, nessuna grande festa, solo un grande pranzo dalla nonna con i suoi, Ax ed Elaina. La nonna gli aveva preparato il suo piatto preferito ed era rimasto disteso per almeno un'ora sul divano a digerire il tutto. Aveva mangiato troppo, come sempre, ma mai riusciva a rinunciare ai grandi piatti della nonna. Era stata una bella giornata, quella mattina si era ripromesso di non pensare a niente e di essere felice, e un po' si era stupito di esserci davvero riuscito.
Il pomeriggio era uscito con Matteo, solo per una passeggiata nel parco ma era stato comunque piacevole. Lo aveva chiamato la mattina dopo il loro bacio con quella sicurezza che tanto spesso vacillava, ma non quella volta. Se voleva ricominciare, non poteva permettersi di perdere l'equilibrio.

Michael non lo aveva più sentito da quella sera. Non gli aveva scritto per il compleanno – ma d'altronde neanche lui lo aveva fatto al suo – e non aveva più avuto sue notizie. Sbirciò solo una volta su Twitter e vide che era tornato a Londra quando postò un selfie all'aeroporto appena due giorni dopo il loro incontro. Era tornato in Inghilterra, da Andy. Sembrava felice, quindi poteva esserlo anche lui.
Non fu difficile dimenticarlo con Matteo attorno.
Gli chiese ufficialmente di uscire quel pomeriggio nel parco e Matteo aveva riso sonoramente.
"Pensavo che questo fosse già il nostro primo appuntamento!".
Federico aveva sorriso, perché forse lo era.
Fu piacevolmente sorpreso di ritrovarsi così presto Matteo in casa. La prima volta che lo aveva invitato erano rimasti per tutto il pomeriggio sul divano, mentre la seconda volta fu già meno imbarazzante e Matteo cominciò a muoversi tranquillamente per la casa. Federico ne fu felice e per un attimo si chiese come sarebbe andata a finire quella storia. Era decisamente presto per pensarlo, si frequentavano da appena una settimana, ma si ritrovò comunque quel pensiero per la mente. E pensandolo si ricordò del suo desiderio di cambiare casa, perché quella sarebbe rimasta comunque sua e di Michael. Forse, se Matteo sarebbe rimasto così a lungo da parlare di convivenza, forse avrebbero potuto cercarne una insieme.
Federico scoprì che Matteo abitava in centro, in uno di quegli appartamenti non troppo grandi che condivideva con un paio di studenti dell'università. Quando lo aveva portato a casa per la prima volta glieli aveva presentati e Federico si era ritrovato in una situazione decisamente divertente.
"Devo avvisarti" disse Matteo prendendo le chiavi di casa. Federico lo guardò sorridente e Matteo rise da solo. "Ci sono due tuoi fan qui dentro quindi potrebbe venire fuori un po' un delirio".
"Gli hai detto che esci con me?" chiese Federico.
"No, ma solo perché non mi avrebbero comunque creduto".
"Oh, sarà decisamente divertente".
Matteo rise e aprì la porta, annunciando ai due amici di essere tornato e che avevano visite.
"Oh-oh, Matteo ha finalmente portato a casa il suo spasimante?" chiese uno dei due. Entrambi erano inchiodati al divano ed erano troppo occupati a giocare a quello che sembrava Mario Kart per girarsi e dare un buon benvenuto ai ragazzi.
"Sì, sarebbe carino se chiudeste il gioco per salutare" esclamò Matteo e Federico rise.
"Ciao, comunque" disse e i ragazzi si paralizzarono. Le macchine nel gioco si fermarono in mezzo alla pista, una delle due finì nel fiume lì accanto, e i due amici si girarono per vedere se avevano sentito bene. Federico gli sorrise, salutò con la mano e Matteo scoppiò a ridere.
"Dov'è lo spasimante, scusa?" chiese uno dei due, quello con più barba.
"Sarei io" rispose Federico.
"Oh cazzo" esclamarono entrambi e quello con meno barba e un cappello in testa finì la frase. "Esci con Fedez?!".
I due coinquilini rimasero allibiti e per la prima mezz'ora non credettero ai loro occhi e a quelle storie che Matteo gli raccontava, poi Federico lo baciò sulla bocca e i due quasi svennero sulle sedie. Federico si sentì bene, in quel momento, e non si ricordò neanche il perché fosse a casa di un altro ragazzo che non fosse Michael.
Dopo due settimane Matteo rimase a dormire da lui per la prima volta e quella prima notte rimase davvero solo a dormire, mentre la seconda fu quella dove – finalmente, aveva pensato Federico – fecero l'amore.
Fu strano fare l'amore con un altro uomo, non perché non ci fosse abituato ma perché l'amore non lo aveva mai fatto con nessuno, tranne che con Michael. Il sesso era un'altra cosa, era privo di sentimenti. Quella prima volta con Matteo sentì qualcosa sciogliersi dentro di sé e forse fu proprio quello a convincerlo che forse poteva lasciarsi andare un po' di più con il ragazzo. Aveva la sua barriera protettiva perennemente innalzata ma un paio di mattoni poteva buttarli giù già adesso.
Quando Matteo si addormentò quella notte Federico rimase a fissarlo. Si era disteso su un lato, il braccio sinistro che gli reggeva la testa e una mano che andava ad accarezzare il petto nudo di Matteo. Aveva un sonno profondo, il ragazzo, lo aveva notato la notte prima quando non si era svegliato quando Chewie era inciampata in un vaso in soggiorno e lo aveva fatto cadere.
Il petto del ragazzo si alzava lentamente, le labbra appena socchiuse e il volto rilassato. Federico sorrise a quell'immagine, perché era davvero bella. Aveva lasciato entrare quel ragazzo, si era fidato di un'altra persona e già solo in quel momento sentiva di poterci riprovare davvero, di poter provare a dare il suo cuore ad un'altra persona. Fu quel pensiero, il dare il suo cuore a Matteo, che lo fece sorridere ancora di più. Diede un bacio veloce sulle labbra al ragazzo addormentato e si distese accanto a lui, una sensazione di benessere che lo cullava al sonno.
Non servì molto affinché quella divenne la loro nuova normalità.
"Quindi domani devi andare a Torino per un concerto?" chiese Matteo. Era mattina e il ragazzo stava cercando di capire come fare per incastrare i loro impegni.
"Sì, devo essere lì per le tre, ho un'intervista, il concerto poi è alle nove" rispose Federico. Mise le due tazze nel lavello e sistemò i vasetti di marmellata in frigo.
"Okay, capito. Se non ti disturbo potrei accompagnarti" disse Matteo. Federico lo guardò e sorrise.
"Davvero verresti a Torino con me?".
"Non vedo perché no. Magari mentre tu hai l'intervista posso farmi un giro in città, poi la sera posso venire al concerto. Se non è un peso per te, ovviamente. Non vorrei crearti casini".
"Tu non sei affatto un peso". Federico si avvicinò al suo ragazzo e gli posò un leggero bacio sulle labbra. "Mi farebbe molto piacere se venissi".
Matteo lo prese per i fianchi e quasi cadde dalla sedia quando i loro bacini si scontrarono.
"Vengo molto più che volentieri" rispose e riprese quel bacio appena cominciato.
Federico si sentì strano, in quel momento. Non capì esattamente perché, ma non ci fece caso. Sopra tutto quello, sentiva una sensazione che gli era mancata. Si sentiva felice.

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