A svegliarlo non fu il sole, o l'aroma del caffè che tanto sperava di sentire, bensì il rumore del suo cellulare che vibrata contro le mattonelle del pavimento in cucina.
La prima cosa che sentì fu il mal di testa che aveva predetto il giorno prima, solo che non se lo aspettò così pesante. Aveva un esercito di tamburi in testa e aprire gli occhi fu fisicamente doloroso. Si coprì la testa con il cappuccio e strisciò fino al cellulare. Non si stupì di vedere una chiamata in arrivo da parte di Ax.
"Pronto?" biascicò.
"Cazzo allora sei vivo! Sono due ore che provo a chiamarti".
"Dormivo".
"Pensavo fossi morto in quel buco di bar".
"Mh".
"Zio, stai bene?".
"Ho mal di testa. La tua voce è fastidiosamente acuta".
"Ho capito, venti minuti e sono da te".
La chiamata terminò e a Fedeico parve di sentire qualcuno bussare alla porta. Quando il rumore si fece più forte si rese conto che non erano i tamburi nella sua testa ma qualcuno che davvero stava bussando. Trovò da qualche parte le forze di alzarsi e si buttò sulla porta, aprendola appena.
"Avevi detto venti minuti" disse Federico quando la sua vista mise a fuoco il volto di Ax.
"Cristo, sei più fatto di quanto pensassi" disse Ax entrando. I suoi piedi toccarono i vetri a terra e la sua mano andò a bloccare la porta che Federico stava per chiudere.
"Non chiudere, sta arrivando Elaina".
"Non sono messo così male da aver bisogno di due badanti, zio".
"No ma mentre io bado a te, qualcuno deve portare fuori le bestioline qui. È mezzogiorno passato".
Federico si rese conto solo in quel momento dell'ora e che le sue cagnoline erano abbastanza agitate. In quel momento si vergognò di sé stesso. Non era abituato a questo tipo di situazione. Una volta quando si ubriacava, c'era Giulia ad occuparsi delle cucciole. Poi era arrivato Michael, e i cani erano diventati quattro, le sbronze erano più che rare e comunque c'era sempre qualcuno con loro, e se si ubriacavano insieme Michael aveva sempre il numero di cellulare della dog sitter fidata a portata di mano. Adesso era solo. Non poteva più permettersi certe cose.
Andò a sedersi in cucina e vide Ax salutare la moglie mentre le passava i guinzagli. Sentì anche Elaina salutarlo e forse aveva ricambiato il saluto, non lo sapeva. Quella sedia era troppo comoda per capire cosa gli stesse accadendo intorno.
Ax gli passò un bicchiere con un'aspirina accanto e Federico non protestò molto, la prese e ingoiò tutto senza troppe cerimonie.
"Vuoi mangiare qualcosa?" chiese Ax.
"No" sussurrò Federico.
"Okay. Vuoi un caffè? Di solito aiuta".
"No, grazie".
"Vuoi parlare?".
Federico alzò lo sguardo e un triste sorriso si fece spazio tra le sue labbra.
"No".
"Dovresti. Fa bene sfogarsi".
"Ieri mi è bastato".
Ax appoggiò la mano sulla spalla e gliela strinse, sorridendo.
"Magari più tardi?".
"Sì. Magari più tardi".
Ax lo lasciò andare e batté le mani troppo forte per i timpani ancora sensibili di Federico.
"Diamo una ripulita a questo posto" disse. Si avvicinò al lavello e cercò paletta e scopa, poi si avviò all'ingresso e cominciò a raccogliere i vari cocci da terra. Federico rimase a guardarlo, non riusciva neanche a trovare le forze per dirgli che lo avrebbe fatto lui dopo, ma sapeva che in ogni caso Ax non glielo avrebbe permesso. Cominciò a muoversi con l'intento di alzarsi, ma i suoi movimenti estremamente goffi e scoordinati non glielo permisero.
"Stai buono lì, pulisco io" disse Ax quando lo vide muoversi. "Hai già fatto abbastanza danni".
"Grazie Ale" disse Federico. L'amico raccolse tutti i pezzi più grossi e andò a buttarli nel bidone.
"Ti sei proprio disfatto ieri sera" disse. "Ti è caduto il bicchiere?".
"Credo di averlo lanciato. Ero arrabbiato".
Spostò il suo peso da un lato all'altro sullo sgabello e il suo nervosismo non venne ignorato da Ax. Stavano andando troppo a fondo nella questione sentimenti e Federico non era pronto a parlarne.
"Come hai passato la serata dopo che me ne sono andato?" chiese, e si rese conto troppo tardi che forse anche quello poteva essere un argomento tabù.
"Ho bevuto e mi son fatto un tipo" rispose Federico, la sua testa che tornava sul bancone. Ax sgranò gli occhi e si lasciò sfuggire un sospiro pesante.
"Ti sei fatto un tipo?".
"Mh-mh. Era carino. Baciava bene. Di sicuro ci sapeva fare, è stato quasi piacevole".
"Oh, addirittura piacevole? Siamo a livelli alti allora". Ax provò a sdrammatizzare, spintonando appena l'amico, ma la risposta che ricevette subito dopo porse fine a quell'argomento.
"Non ai livelli di Mika però".xxx
All'inizio era partita come una semplice voglia da scacciare, un punto che prudeva e che doveva assolutamente grattare via. Poi quando non trovò la penna Michael cominciò una sfrenata ricerca nei cassetti. Buttò letteralmente tutto fuori, poi rimettendo tutto dentro analizzò ogni singolo oggetto. Cercò nel suo armadio, in quello di Andy, in tutta la casa, ma di quella penna proprio non si vedeva neanche l'ombra. Era ormai calata la sera, Andy era in cucina a preparare la cena e a parlare al telefono con un suo collega. Michael era ancora in camera a cercare la penna.
Aveva bisogno di trovarla, perché era un ricordo che nessuno aveva confermato e aveva un bisogno fisico di ritrovarla. Non gli erano rimasti tanti posti dove cercarla e aprendo un armadio vide una borsa nascosta dai vestiti. Era una delle valigie con i suoi effetti personali recuperati dalla casa a Milano e ancora non aveva finito di sistemare tutto. La prese e la mise sul letto, tirando fuori tutto in modo molto ordinato. Non pensava l'avrebbe trovata lì ma stava cercando ovunque, non poteva fermarsi a quel borsone.
Andy lo chiamò per cena dopo appena cinque minuti, mentre lui rimetteva via tutti gli oggetti tirati fuori.
"Arrivo!" rispose Michael. Prese un libro e lo rimise dentro la borsa quando qualcosa cadde dal suo interno. Michael guardò la penna caduta sul letto e trionfante la prese. Eccolo lì il suo ricordo. Non era frutto della sua memoria ballerina causata dall'incidente, non se l'era inventato, era davvero lì. Andy l'avrebbe riconosciuta di sicuro, adesso.
"Guarda cos'ho trovato" disse Micahel sedendosi a tavola. Andy appoggiò la pentola colma di spaghetti in mezzo al tavolo e prese la penna che Michael gli stava porgendo.
"Hai trovato la penna" esclamò Andy con un sorriso.
"Sì, sapevo di averla messa da qualche parte. Te la ricordi adesso?".
"Mmh, no. Non l'ho mai vista prima. Forse te l'ha regata qualcun altro".
"Ma io ricordo che era un regalo per il mio compleanno".
"Non sono di certo l'unico che ti fa regali al tuo compleanno. Forse era da parte di Fortunè".
Andy rise ma Michael non aggiunse altro. Non aggiunse di come ricordava che fosse stato il suo ragazzo a dargli quella penna e non aggiunse di come ricordava una situazione intima. Non era da parte di Fortunè, ci aveva già provato a chiederglielo. Aveva detto di non averla mai vista e lui aveva una buona memoria per i regali, forse perché i suoi erano sempre particolari.
Michael si sentiva perso, confuso. Sapeva che quel ricordo era vero ma non riusciva a mettere a fuoco il volto della persona che gli donava il regalo, perché se prima era convinto che fosse Andy, adesso non lo sapeva più.
"Stai bene?" chiese Andy. Prese il piatto del suo ragazzo e cominciò a riempirlo con la pasta. Quando vide lo sguardo corrucciato di Michael appoggiò tutto sul tavolo e abbassò lo sguardo. "È per la penna?" aggiunse con tono preoccupato.
Michael si spaventò sentendo quel suo tono così cupo e nel panico rispose.
"Mi dispiace non ricordare chi me l'abbia regalata, tutto qui" rispose cercando di nascondere il suo sconforto. Buttò la penna sul divano e sorrise. "Probabilmente era da parte di qualche fan, mi fanno sempre regali del genere".
Forse perché voleva crederci o forse perché era bastato davvero poco, Andy sorrise e riprese a servire la cena, convinto dell'onestà costruita in quella frase. Forse nessuno dei due voleva davvero pesare a quella penna, a quel ricordo improvviso che poteva dire solo una cosa, così non ne parlarono più ed entrambi credettero a quel silenzio che si crearono intorno a quella penna ancora dimenticata sul divano.
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ANGOLO HEART ♥Hello. It's me.
Chiedo scusa per il mancato aggiornamento di ieri, questa settimana è una cosa assurda, davvero. Ma indovinate un po'? Domani torno in Italia, quindi, anche se tornerò a lavorare lì, dovrei riprendere tranquillamente ad aggiornare ogni giorno.So che questo capitolo è un po' corto e molto di passaggio, ma niente è casuale e tutto serve alla storia. Diciamo che fa tutto parte del processo "Seguiamo le due patate nelle loro nuove vite" ♥
Risponderò nel pomeriggio ai vostri commenti, promesso!
Una cosa, domani aggiornerò sul tardi perché parto la mattina e il viaggio sarà lungo. Chissà, magari riuscirò ad aggiornare in viaggio ad un certo punto (sarebbe troppo bello).Ancora grazie per essere ancora qui, ancora scusa per tutto l'angst che vi sto dando.
A domani!
- heartcremisi
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Amnesia
FanficIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...