31. // ricordi non desiderati

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Gennaio arrivò troppo in fretta, con il vento e la neve appena accennata, con un bagaglio di quotidianità mai ripetitiva, e con altrettanta fretta se ne andò, prosciugando i propri giorni in una corsa contro il tempo.
Dopo Miami tornarono a Milano e la loro vita riprese il solito ritmo, tra impegni vari e interviste frettolose rilasciate alla radio. A metà gennaio decisero di rendere pubblica la loro relazione e si stupirono di essere riusciti a mantenerla segreta fino a quel momento. I paparazzi c'erano sempre, qualche volta li avevano fotografati insieme, ma oltre a qualche rumors non c'era mai stato niente di concreto. Avevano avuto giornalisti intorno con domande scomode ma erano sempre riusciti a sviare l'argomento. Almeno erano riusciti a passare le vacanze insieme senza la stampa che gli ronzava attorno.
"Sei sicuro di volerlo fare?" chiese Federico. Era pomeriggio, erano seduti in cucina e Federico aveva il cellulare in mano con Twitter aperto. "Non siamo obbligati, possiamo prenderci il nostro tempo".
"No, per me va bene" rispose Michael. "So che questo fa parte della nostra vita e mi va bene, davvero".
"Faceva parte della nostra vita passata, non deve per forza essere così adesso".
"Oh Fede, shut up and do it. Sono sicuro, rendiamo tutto pubblico. Voglio poter entrare in casa mia senza nascondermi da paparazzi e dai gossip. Non è vita, quella. Voglio essere libero di fare quello che voglio e so che con questo lavoro vuol dire farlo sapere a tutti ma non importa. A me va bene".
Federico sorrise e non fece altre domande, sbloccò nuovamente il cellulare e fece quel che si era ripromesso di fare qualche tempo prima. Andò a mettere la foto del suo coming out come pinned tweet e subito dopo prese il loro ultimo selfie e lo pubblicò con una semplice scritta: "No, non è una foto vecchia e sì, siamo tornati insieme". Quel pomeriggio spensero i cellulari e non accesero i computer, avrebbero avuto fin troppe notifiche da controllare.
Per completare il cerchio, decisero di rilasciare un'intervista insieme a Vanity Fair e la programmarono per gli inizi di febbraio.
Michael era tornato del suo gaio umore, anche se le settimane centrali di gennaio lo avevano un po' scombussolato. Erano tornati alcuni ricordi, alcuni con Federico, altri su alcuni tour, altri ancora della sua vita normale. Da una parte era stato piacevole ricordare qualcosa di quei quattro anni, dall'altra era stato fisicamente doloroso. Per un paio di giorno la sua mente era impazzita e il buon umore se ne era andato dalla finestra con il vento invernale. Federico non lo lasciò mai in quei giorni, annullò un DJ set e un impegno con Ax per rimanere a casa con lui. Michael lo ringraziò con un dolce sorriso e un lungo bacio della buona notte.
Non avevano ancora fatto l'amore, non si erano ancora spinti fino a quel momento. Si erano toccati altre volte, su quello non avevano avuto problemi, ma per qualche motivo ancora non erano riusciti a fare l'amore. Federico non aveva fretta, continuava a ripeterlo a Michael, e lui gliene era grato. Quello un po' li riportò indietro nel tempo e quasi si sentirono degli adolescenti alle prime armi. Era tenero, da una parte, e non vi era imbarazzo in quello.
A fine gennaio tornò un altro ricordo, questa volta uno che nessuno dei due si sarebbe aspettato.
Era notte fonda, Federico dormiva profondamente accanto a Michael che continuava a rigirarsi nel letto, scosso da un sogno fastidioso.

Stava controllando di avere le chiavi di casa quando si ricordò di un particolare.
"Fede, hai preso gli inviti?" chiese girandosi verso il suo ragazzo.
Vide Federico irrigidirsi e diventare improvvisamente più bianco in faccia.
"Ehm..." cominciò il ragazzo e si morse un labbro.
"Fede!" esclamò Michael. Sbuffò sonoramente e sentì la rabbia salirgli in gola.
"Li ho lasciati sul tavolo! Mi hai messo fretta, continuavi a dire che eravamo in ritardo!".
"E lo saremo ancora di più adesso! Ti avevo chiesto una cosa sola. Torna indietro, ci servono inviti per party".
"Quanto sei scontroso stasera".
Federico guardò negli specchietti e quando vide il via libera, girò l'auto e tornò indietro.
"Sei stato tu a insistere per andare a questa festa, io volevo stare a casa" replicò Michael e la sua voglia di andare a quella festa diminuì ancora di più. Era infastidito, nervoso, arrabbiato. Voleva solo dormire.
"A questo punto potremmo anche rimanerci" esclamò Federico.
"No, se no tu ti perdi la festa" ribatté Michael con voce scocciata.
"Ho capito che non ci vuoi andare, la smetti? Potevi dirmelo anche subito che non avevi per niente voglia di andarci!".
"Io te l'ho detto ma tu non ascolti! Vuoi andare a festa di vip, a divertirti, a bere".
"Scusa e con questo che diamine vuoi dire?".
"Niente, guarda la strada e guida".
"No adesso me lo dici, cazzo".
"Fede, non voglio litigare, sta zitto e guida!".
Ed era successo tutto troppo in fretta. Andavano ad una velocità moderata, il camion non li aveva visti arrivare, non aveva rispettato lo stop e Federico aveva inchiodato troppo tardi.
"Fede, attento!" aveva urlato e quella era stata l'ultima che era riuscito a dire perché la macchina era andata a schiantarsi contro il camion e aveva sentito solo un dolore atroce alla testa e il mondo era diventato nero.

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