29. // quando rimarrai solo la mia canzone

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Federico aveva un po' paura di svegliarsi quella mattina, per due motivi. Il primo era che aveva paura di svegliarsi da un sogno, aveva paura che tutto quello gli scivolasse via dalle mani ancora una volta. Il secondo motivo era che, se tutto quello fosse stato vero, avrebbe dovuto parlare con Michael. E quello non poteva non spaventarlo, perché stavano bene, non voleva rovinare tutto, ma non potevano andare avanti così.
Sorprendentemente fu Michael il primo a svegliarsi e quando Federico si alzò, fu ancora più sorpreso di vedere che era uscito con i cani. Non pensava avrebbe fatto davvero quello che aveva detto la sera prima.
Fece colazione, il suo stomaco brontolava troppo per aspettare il ritorno di Michael, così mangiò un pezzo di pane imburrato e andò a distendersi sul divano, caffè in mano e voglia di parlare sotto le scarpe.
Michael tornò venti minuti dopo e Federico si chiese quanto avesse rincorso i cani, perché dire che era sudato era poco. Sembrava quasi bagnato.
"Che diavolo hai fatto?" chiese Federico raggiungendolo. Michael gli passò un fagotto bagnato e quando questi si agitò, ne uscì fuori il muso di Chewbecca.
"Chewie! Che è successo?!" esclamò Federico.
"È caduta in fiume" rispose Michael. Cominciò a togliersi i vestiti che ora Federico poteva vedere essere zuppi e lo seguì in bagno.
"Cosa? Come è successo?".
"Stava correndo, la palla è finita nel fiume, lei è inciampata ed è caduta in acqua. Ma l'ho presa subito, un passante mi ha aiutato".
Federico cominciò ad asciugare la cagnolina con un asciugamano e Michael aprì l'acqua della doccia. Cominciò a togliersi i vestiti e Federico si sentì improvvisamente di troppo.
"Faccio una doccia calda, non voglio ammalarmi" rispose Michael. Non lasciò neanche il tempo a Federico di prendere il cane e scappare che si spogliò ed entrò in doccia. Era strana, come cosa, perché era sempre stato Federico quello a suo agio con la nudità, Michael era un po' più riservato. Non con lui, quello no, quando stavano insieme era comunque abbastanza sciolto ma ancora non ci era abituato.
Michael si chiuse nella doccia ma le porte erano quasi trasparenti e Federico vedeva troppo, così farfugliò che sarebbe uscito con Chewie e il phon. Rimase ad asciugare il pelo del cane nel soggiorno e quando finì la piccola andò a sistemarsi sotto Amira, per ricevere più calore possibile.
Michael uscì dal bagno poco dopo e Federico rimase ad aspettarlo nel soggiorno. Dovevano parlare, continuava a ripetersi quelle parole.
Il cantante lo raggiunse poco dopo, vestito con strati di maglioni. Si mise vicino a Federico e scivolò sotto una coperta.
"Stai bene?" chiese Federico.
"Sì, sì. Ho un po' freddo ma adesso passa. Doccia ha aiutato".
Federico sorrise e cominciò a sentire le mani sudate, così prese il caffè e ne bevve due lunghi sorsi, fino a finirlo.
"Dobbiamo parlare" disse appoggiando la tazza. Non pensava sarebbe stato lui il primo a parlare. Michael sorrise e annuì.
"Sì, dobbiamo parlare" rispose appoggiandosi al divano.
Federico fece un respiro profondo e rimase in attesa di qualche parola, che non arrivarono, così capì che Michael stava aspettando che parlasse lui.
"Come ti senti?" chiese Federico e un po' stupido si sentì a dire quelle parole.
"Io sto bene. E tu?".
"Intendo come stai adesso. Come sei stato in questi giorni, con me".
"Sono stato bene, Fede. Davvero bene. E felice".
Un po' quella risposta se l'aspettava, perché Michael non era mai sembrato triste. E non sembrava aver mai mentito sul suo stato d'animo, anche perché i suoi occhi non mentivano.
Federico aprì bocca ma non trovò altre parole, perché non sapeva cosa chiedere, non sapeva fino a quanto potesse spingersi in avanti. Michael lo capì, anche un cieco lo avrebbe capito, il suo viso era troppo espressivo. Così gli prese le mani e sorrise.
"Mi sono innamorato di te" disse Michael. Ancora una volta, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece. Federico sussultò a quelle parole.
"Davvero?" chiese.
"Sì. È stata una cosa strana. È stato un po' come se io mi sono ricordato come essere innamorato di te, in questi giorni".
"Hai avuto nuovi ricordi?".
"No, non intendo questo. Voglio dire che stare con te mi ha fatto ricordare sensazioni. Non ho ricordato niente, non ricordo come io mi sono innamorato di te, ma so che lo sono adesso. Non so come spiegare. Non so da dove viene questo sentimento ma so che sono innamorato".
Federico sorrise, sentì il cuore battergli a ritmo di marcia nel petto e le paure che aveva provato poco prima su quella discussione sparirono. Michael continuò a sorridergli e un po' si sentì in colpa per non avergli detto del ricordo avuto durante quel pranzo dai suoi genitori, ma non era quello il momento giusto, poteva sentirlo.
"Non so che dire" disse Federico, e un po' si maledì. Aveva sempre trovato le parole giuste da dire, lui aveva sempre la parola pronta ad uscire e Michael era riuscito a togliergliele di bocca e dalla mente già due volte.
"Tu sei ancora innamorato di me?" chiese Michael.
"Sì. Certo che sì".
"Anche se sono cambiato?".
Federico lo guardò un attimo confuso e spaventato. "Cosa vuoi dire?".
"Io mi sono innamorato ancora una volta di te, Fede, ma tu non sei cambiato. Sei sempre tu. Io sì invece, ho perso memoria, so di essere altra persona adesso. Non sono più l'uomo di cui ti sei innamorato anni fa".
Federico si perse nei suoi occhi e tra quei diamanti vide una punta di paura, qualcosa che spettava a lui sbriciolare.
"Sono ancora innamorato di quell'uomo" cominciò. "Amerò sempre quell'uomo e so che sei cambiato, so che la persona che ho davanti non è la stessa di cui mi sono innamorato anni fa, eppure sento che sei lo stesso. Sono innamorato di te perché mi sono innamorato del te che è venuto prima, ma in qualche modo tu sei sempre qui. È come...è come in Doctor Who. Lui cambia faccia ma rimane sempre lui, quando si rigenera, no? Diciamo che tu hai cambiato faccia ma sei sempre tu".
Federico cercò di capire lui stesso le proprie parole e sperò che il messaggio fosse arrivato a Michael. Forse l'esempio con Doctor Who lo aveva aiutato a capire tutto perché si sporse in avanti per baciarlo.
Federico sorrise, le sue labbra ancora premute contro quelle di Michael, e si sentì diverso. Libero. Felice. Amato.
Forse erano loro ad essere destinati a ritornare sempre l'uno nelle braccia dell'altro.
"Direi che Doctor Who è stato di aiuto per noi" disse Michael allontanandosi. Federico annuì e si morse il labbro, la sua mente che improvvisamente ricordò la sua canzone, quella che aveva scritto per dimenticarsi di lui. Si era ripromesso di parlargliene, un giorno.
"È stato molto d'aiuto anche per me" disse Federico. "Quando te ne sei andato mi ha aiutato a lasciarti andare".
Michael aggrottò le sopracciglia e si appoggiò nuovamente al divano. Guardò Federico con uno sguardo confuso ma comunque curioso.
"Perché?" chiese.
"Aspetta". Federico andò in camera e prese un foglio sepolto sotto blocchi, libri e altro cianfrusaglie dentro il suo comodino. Quando l'aveva terminata quella canzone l'aveva nascosta là sotto. Aveva bisogno di sentirla vicina, in qualche modo, e allo stesso tempo aveva bisogno di non vederla.
Tornò al suo posto sul divano e non staccò gli occhi dal testo per un momento.
"Quando te ne sei andato ho cercato un modo per dimenticarti" cominciò. "Non sapevo come fare. Qualsiasi cosa facessi, io continuavo a ricordarti. Non riuscivo a lasciarti andare".
Prese un profondo respiro e guardò Michael negli occhi.
(A/N: inizio spoiler del finale della nona stagione di Doctor Who)
"Poi mi è venuto in mente il finale di stagione della nona serie di Doctor Who, quella che abbiamo visto insieme. C'è il Dottore che ha dimenticato Clara. Sa che esiste ma non ricorda la sua faccia, non sa chi sia. Lei è davanti a lui, e lui non ricorda".
Michael ricordò l'episodio, ma solo perché era tornato a curiosare negli episodi nei mesi passati. Non ricordava di averla vista con lui, quella puntata.
"Ad un certo punto Clara dice che i ricordi diventano storie quando ce li dimentichiamo e che alcune storie possono diventare canzoni".
Passò il foglio a Michael e questi cominciò a leggerlo, confuso, un po' spaventato.
"Tu non ti ricordavi di me. Tu eri il Dottore e io ero Clara. Ho scritto una canzone, per dimenticarti".
Michael rimase con gli occhi fissi su quelle parole scritte con inchiostro, sbavato da segni che probabilmente una volta erano lacrime.
"Tu eri il mio ricordo che doveva diventare una canzone e basta. In teoria in Doctor Who dovrebbe farlo il Dottore, perché è lui quello che dimentica, però era qualcosa che dovevo fare io. Aveva senso, quando l'ho pensato".
(A/N: fine spoiler del finale della nona stagione di Doctor Who)
Michael non rispose, continuò a leggere. Erano parole dure, quelle che leggeva, parole d'addio.

La chitarra suona parole mute
Dimenticate da un Dio che ci ha dimenticati
Sepolte sotto muri d'acqua che ci hanno separati
Sarai la mia canzone quando il mondo ricorderà il nostro amore
E troverò la forza di sopraffare questo dolore
Quando rimarrai solo la mia canzone

Federico entrò nel panico, perché forse aveva appena rovinato tutto. Aveva rovinato quel briciolo di felicità che erano riusciti a trovare, forse avrebbe dovuto aspettare, non lo sapeva, sentiva l'ansia salirgli fino in gola, pronta a fargli sputare parole pericolose.
"È triste" disse Michael alzando gli occhi. "Il testo. È bellissimo ma è triste".
"L'ho scritto col cuore".
"Mi dispiace".
Federico sentì le lacrime accumularsi nei suoi occhi e una fitta pungente lo fece piegare in avanti. Non sapeva dove fosse il dolore, se allo stomaco, al cuore, o ovunque, sapeva solo di aver rovinato tutto. Quelle due parole, semplici eppure così dolorose, perché Michael gliele aveva sempre dette quando stava per dirgli addio.
Michael notò il suo sconforto e lasciò cadere il foglio sul tavolo davanti a loro e si affrettò ad avvolgere il viso del ragazzo con le sue mani.
"Ehi, don't cry. Perché piangi?".
"Ho...ho rovinato tutto, ancora una volta. Scusami, ti prego, scusami".
"Di cosa stai parlando? Fede, prima io ho detto mi dispiace perché mi dispiace averti fatto provare tanta tristezza".
Federico sbatté le palpebre una, due, sette volte e il sorriso rassicurante di Michael rimase sempre lì.
"Cosa?" chiese.
"Io non sono arrabbiato. Sono triste di averti fatto stare tanto male. Ma la canzone è bellissima, anche se è triste, e capisco perché tu lo hai fatto. Davvero, io capisco".
"Quindi...quindi non mi vuoi lasciare?".
"Certo che no, scemo!".
Federico scoppiò a ridere, a singhiozzo, e le sue lacrime caddero comunque sul suo viso. Michael gli baciò le guance ed entrambi risero.
"Ho pensato...".
"Lo so cosa hai pensato. Sei proprio scemo".
Federico sorrise di nuovo e istintivamente prese il foglio dal tavolo. Rilesse quelle parole e le sentì meno pesanti, in quel momento.
"È finita?" chiese Michael.
"Sì. Altro non potrei aggiungere".
"E hai già fatto una base?".
"Non credo la metterò mai in un album. È troppo personale".
"Ma è così bella, dovresti!".
Federico lo guardò storto, incredulo.
"Vuoi che metta la canzone che ho scritto per dimenticarti in un album?" chiese e Michael annuì. "Mik, ma che problemi hai?".
"Oh, andiamo, siamo artisti! It's what we do".
"No, questo lo fai te, io non sono così stronzo".
"Allora la canti a me?".
"No!"
Michael lo guardò con quei suoi occhi supplicanti e Federico sbuffò.
"Un giorno. Forse. Ma non oggi!".
Per quel giorno avevano parlato abbastanza di quella canzone.



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ANGOLO HEART
Buon pomeriggio!
Prima di tutto (quante volte uso questa frase? quanto sono poco originale) risponderò ai vostri commenti tra oggi e domani, adesso sono davvero troppo pigra per farlo. È triste, lo so, ma ho la mente addormentata e voglio rispondervi per bene ♥

Spero che gli avvisi spoiler siano andati bene, forse qualcosa si è capito comunque? Lo spero!
Anyway, è tornata la canzone! Non sono brava a scrivere rap quindi qui ho messo una sola strofa di quella possibile canzone, anche perché altro non sono riuscita a partorire (che termini..). Ma serviva poco per capire il mood della canzone quindi spero sia sufficiente ♥

Detto questo, mi dileguo, vado a fare la pigra in cucina.
A domani beautiful people!

- heartcremisi

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