Spinoza dovette consultarsi con gli altri medici prima di dargli l'OK per uscire e lo psicologo si oppose chiaramente alla sua dimissione ma fu proprio Michael a convincerlo che poteva farcela. In fondo era lui il paziente.
Dovettero aspettare che migliorasse fisicamente, così una settimana dopo Federico si presentò in ospedale con una gamba tremolante che non stava ferma e l'ansia alle stelle. Aveva paura, non sapeva cosa aspettarsi, ma aveva passato gli ultimi giorni a pulire casa con sua madre e stranamente quello lo aveva tranquillizzato un po'.
"Sei pronto?" chiese Federico. Michael annuì e prese la piccola borsa con i suoi vestiti. Federico gliela sfilò automaticamente dalla mano e Michael non poté non sorridere a quel gesto. Raggiunsero l'ingresso e trovarono il taxi pronto ad aspettarli.
Il viaggio in macchina fu silenzioso ma stranamente non carico d'imbarazzo, come si sarebbe aspettato Federico. Michael fissava la città fuori dal finestrino, una città che aveva imparato a conoscere ma che adesso faticava a ricordare.
Il taxi li lasciò davanti a casa e dopo aver pagato, Federico prese la borsa conducendo Michael all'ingresso.
"È casa?".
"Sì, siamo arrivati".
Aprì la porta e sorrise, perché era la prima volta dopo due settimane che ritornava con Michael e perché i quattro cani erano già lì a saltellare felici.
"My girls!" esclamò felice Michael. Amira e Melachi saltarono così in alto da arrivare a baciare il viso di Michael. L'uomo si accucciò e tra le sue due cagnolone intravide altre due piccole palle di pelo. "Io credevo erano a Londra con Andy".
Federico ignorò quel dolore lacerante al petto quando Michael menzionò ancora una volta il suo vecchio amore e quindi decise di ignorare anche la sua esclamazione.
"E queste?" chiese. Federico sorrise al ricordo delle sue due cucciole che non avevano avuto problemi ad abituarsi al nuovo membro della famiglia – insieme a Mel e Amira che erano diventate subito le loro sorelle maggiori. I primi mesi Gue e Chewie avevano dormito praticamente sempre su Michael.
"Sono Gue e Chewbecca. Sono mie, poi sono diventate nostre".
Era sempre stato un po' strano condividere Gue e Chewie con Michael, perché erano sempre state presenti con Giulia, all'inizio era sembrato strano a tutti e due. Federico aveva sempre pensato che Giulia si sarebbe ripresa Gue, in fondo era sua, ma non aveva avuto il coraggio di dividerla da Chewbecca, così le aveva lasciate a Federico, anche perché lei era partita per un lungo viaggio in America subito dopo la loro rottura. Tatiana gliele faceva vedere spesso, però.
"Tu ha chiamato cane Chewbecca?" chiese Michael e quando Federico sorrise, lui scoppiò a ridere. "That's nice. I like it".
Federico andò a mettere la borsa sul letto, senza tirare fuori i vestiti, perché sapeva che Michael era un po' troppo ossessionato con il suo armadio.
Tornato in salotto trovò Michael che girava con uno sguardo interessato. Stava analizzando gli ambienti, cercava di ricordare e quando appoggiava la mano sui mobili, sembrava volesse sentire con la propria mano la sua vita passata.
"Ti mostro la casa, vuoi?" chiese Federico e Michael annuì. Federico fece un breve tour per la cucina e il salotto, le zone più sobrie della loro casa, per poi passare al bagno. Era grande, c'era lo specchio che Michael amava tanto e c'erano un po' dei loro effetti personali sparsi sui vari mobiletti. Fu in quel momento che Michael si rese conto di quanto uniti dovessero essere, perché le sue collane erano mischiate con quelle di Federico e non lo avrebbe fatto con una persona a caso. Doveva essere importante.
"Questa è camera nostra" disse Federico mostrandogli infine la camera. Era la parte più intima, il loro covo personale, quel posto dove erano sé stessi e dove si amavano senza limiti.
Michael si guardò in giro e riconobbe alcune sue cose, dei vestiti, un suo libro, un blocco notes che aveva da anni e soprattutto il suo diario. Si avvicinò al letto e prendendolo notò l'ultima data.14 aprile 2018.
Non gli sembrava vero ma sapeva di potersi fidare della sua scrittura così tremolante e delle sue parole. Lo avrebbe letto un giorno, con calma. Non era decisamente pronto in quel momento.
I suoi occhi si fermarono sul letto e Federico parlò.
"Io dormirò sul divano, tranquillo" si affrettò a dire. "La borsa non l'ho disfatta, so che vuoi sempre farlo te. Il tuo armadio è questo".
Gli mostrò quel che doveva e Michael sorrise.
"Grazie".
Forse avrebbe voluto dirgli che poteva dormire nel letto con lui ma ancora non era pronto ad avere una persona accanto a lui nel letto che non fosse Andy.
"Puoi riposarti, se ne hai bisogno. Io sto di là".
"Oggi noi andare da qualche parte?".
Federico si fermò sulla porta, perché si era già avviato verso il salotto, e girandosi vide Michael seduto sul letto.
"Pensavo di aspettare domani".
"Io sono pronto. Io crede che oggi un posto posso vedere".
Federico non riuscì a trattenere un sorriso e annuì. Aveva sempre amato quel lato di Michael. Era una persona che si impegnava in tutto, anche in una situazione del genere dove era lecito chiudere il mondo fuori e rintanarsi nella quotidianità che si conosceva, eppure lui era lì e voleva davvero conoscere quel mondo che in teoria doveva appartenergli.
"Faccio un paio di chiamate e poi possiamo andare".

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Amnesia
FanfictionIn un futuro prossimo dove Fedez e Mika stanno insieme e insieme cercano di affrontare le conseguenze che ha portato un incidente stradale in cui sono stati coinvolti. WARNING: questa storia sarà prevalentemente angst, in alcuni punti forse troppo a...