capitolo 1

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Sono a casa di zia Madison da solo 3 ore e già non ne posso più.
Domani per me è il primo giorno di scuola e siamo ad ottobre, cosa dovrò dire quando mi chiederanno perché ho cambiato scuola dopo un mese dall'inizio?
Mi sono trasferita da mia zia perché mio padre ha ucciso mia madre e ha promesso di fare la stessa cosa con me!
Mi sento i macigni delle bugie che dirò già schiacciarmi la schiena.
Mangiucchio una pellicina del pollice sinistro per cercare di non pensarci, ma tiro troppo forte e mi provoco una piccola ferita dalla quale inzia a uscire una goccia di sangue di un rosso vivido. Brucia, ma non come il dolore che provo nel cuore.

"Ehy, che ne dici di fare uno spuntino?" mi chiede zia Madison facendo il sorriso più falso del pianeta.

Lei non assomiglia per niente a mio padre. È bionda, ha gli occhi azzurri e uno sguardo dolce, ma sicuro. Mio padre è completamente il contrario. Capelli neri e gli occhi marroni, ha sempre lo sguardo da irritato e la bocca sembra quella di un serpente.
La osservo, è così bella e raffinata, le unghie sono curate e laccate di un rosa antico e brilla con vividezza il suo bracciale dorato da chissà quanti carati.
Picchietta le unghie sul tavolo di mogano super costoso e alza le sopracciglia come per ribadire la sua domanda. Questa cucina è talmente luminosa che fa apparire Madison come circondata da un'aura angelica.
Ho appena sistemato la mia vita in una stanza e come portrei avere fame? Però è da ieri mattina che non mangio, forse del cibo non mi farà male.
"Si, volentieri..." sforzo un sorriso, ma non ci riesco proprio, sento le occhiaie pesanti curvare sempre all'ingiù le mie labbra.
Lei mi sorride addolorata e questa volta il sorriso sembra vero. Si gira verso l'immensa finestra della cucina e inspira, come per trattenere qualcosa e scacciarlo via.
La sua casa è gigantesca: ha 5 camere da letto,un salotto gigantesco, 3 bagni e una cucina immensa, per non parlare del giardino con la piscina.
Appena arrivata mi ha fatto fare il tour di questo castello spiegandomi che tutto è sempre a mia disposizione e che la mia camera avrei potuto sceglierla in base anche alla mia voglia o meno di fare le scale. Insomma, non le mancano le ricchezze.
"Più tardi arriverà Ron, non vede l'ora di conoscerti..." mi dice mentre si avvicina ai fornelli.
"Ah..." È l'unica cosa che riesco a dire.
"Cosa vuoi mangiare? Torta alla panna, un budino, della pizza..." guarda nella dispensa.
Mi ricordo che quando ero piccola zia Madison veniva da me raramente, per fare compagnia a me e a mamma quando papà non c'era, capitava una o due volte all'anno, ma quando c'era mi preparava sempre il waffels, perchè mia madre non li sapeva fare e per me erano la cosa che amavo di più a quei tempi.
"Non lo so..." abbasso le sopracciglia dispiaciuta, niente mi fa voglia, niente mi apre lo stomaco.

Ricordo che una volta aveva provato a farli cucinare a me; mi ero impegnata, ma alla fine li avevo bruciati e mi ero messa a piangere. Ero piccola e mia madre si infuriava quando pastrocchiavo.
Eppure in quell'occasione non si irritò, era sempre felice quando c'era sua cognata e io mi rallegravo sempre in quei giorni.
Madison per farmi smettere di piagnucolare me ne preparò un paio con la cioccolata e con una faccia disegnata sopra.
Ricordo quanto ne fui felice, tanto che ne lasciai uno perchè lo volevo tenere come ricordo, ma alla fine marcì nel frigo come il mio cuore dopo la morte di mia madre.
"Waffels?" sorride come se mi avesse letto nel pensiero Madison.
Annuisco, il suo sorriso, che questa volta sembra il più sincero che io abbia mai visto nell'ultima settimana, mi tira su appena un angolo della bocca.

Dopo mangiato e aver conosciuto Ron prendo la scusa di avere sonno per stare da sola nella 'mia' camera. Mi stendo sul grande e morbido letto e sospiro. Guardo i muri, pieni di cornici vuote che aspettano solo di essere riempite, poi guardo la finestra, che si trova affianco al letto.
Guardo il cielo di Miami al crepuscolo, mentre le luci delle case si accendono per sostituire la luce del giorno.
Giro il viso e guardo la scrivania su di essa Madison mi ha lasciato tutti i libri che mi serviranno nella nuova scuola.
Sospiro ancora e mi alzo dal letto, svuoto il mio bagaglio a mano, l'unico ancora pieno. Annuso dentro lo zaino e sento quel profumo che mi ricorda la mia vera casa, il profumo di mia madre che mi fa battere i denti dai brividi. Metto i libri nello zaino e lo chiudo appoggiandolo per terra. Sento nelle mie orecchie la voce di mia madre e per un momento mi sembra di percepire la sua presenza di fianco a me.

My little infinite with you|| Hayes GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora